La 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia fu creata il 18 marzo 1943 in seguito alla trasformazione dalla 263° Divisione Aerea di Bombardieri.
Metà della divisione era composta da giovani senza esperienza di pilotaggio di bombardieri. Così, durante i mesi di aprile, maggio e giugno 1943, nella divisione furono effettuate esercitazioni di bombardamento su vasta scala, effettuando 2927 voli di addestramento. I risultati dell’addestramento si manifestarono durante la Battaglia di Kursk, durante la quale i piloti della divisione, effettuando 1.030 missioni di bombardamento, distrussero 47 carri armati, 432 veicoli, 16 depositi con munizioni e carburante, 13 batterie dell’artiglieria.
Dal 3 agosto 1943 fu trasferita sul fronte ucraino e partecipò a tutte le operazioni per la liberazione delle città ucraine. I piloti della 1° Divisione Aerea Bombardieri della Guardia si distinsero particolarmente nella liberazione della città ucraina di Kirovograd, tanto è che la divisione stessa ottenne il titolo onorario di «Kirovograd».
Nella fase finale della guerra, la divisione partecipò all’operazione di Berlino bombardando pesantemente la capitale tedesca. Le missioni della divisione terminarono a maggio del 1945 nel cielo della Cecoslovacchia durante l’operazione di Praga.
Il comandante della divisione era Fëdor Ivanovič Dobish.
Fëdor Ivanovič Dobish — Nacque il 5 marzo 1906 in Bielorussia, da una famiglia di contadini molto povera.
Studiò molto superficialmente nella scuola parrocchiale del suo villaggio in quanto i suoi genitori avevano altri 6 figli più piccoli e quindi doveva necessariamente anche lui lavorare nella fattoria per contribuire all’economia domestica.
All’età di 18 anni lasciò il suo villaggio ed andò a lavorare a Klimoviči (Bielorussia), dove ottenne un lavoro come assistente falegname.
Nel 1926 iniziò la costruzione della centrale idroelettrica di Dnepr. Attratto dagli alti guadagni per i lavoratori, Fëdor Ivanovič Dobish lasciò il suo lavoro e si trasferì in Ucraina. Ma ben presto scoprì che non era abbastanza qualificato per essere assunto nella costruzione della centrale idroelettrica e gli fu offerto di ottenere una specialità come fabbro in una scuola serale per lavoratori, organizzata dalla direzione dei lavori della centrale. Dal 1927 fu finalmente assunto come fabbro.
La vita di Dobish cambiò bruscamente nell’ottobre 1928, quando fu arruolato nell’Armata Rossa. Doveva svolgere il servizio militare a Borisov (Bielorussia) nel 4° Reggimento di Fanteria della 2° Divisione Bielorussa. Dal 5 novembre 1928 fu iscritto all’accademia militare e nel 1929 aderì al Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) essendo persino eletto nel consiglio comunale di Borisov. Nell’ottobre del 1929 si diplomò con il massimo dei voti nella scuola di fanteria del reggimento e, come eccellente studente di addestramento militare e politico, fu mandato a studiare a Minsk, presso la Scuola Militare Bielorussa unificata. Al termine dei suoi studi, come giovane ufficiale venne assegnato al posto di comandante di plotone del 98° Reggimento Fucilieri. Il plotone comandato da Dobish divenne rapidamente la migliore unità del reggimento. Nel maggio del 1932 fu inviato ad una scuola militare di Mosca per partecipare a dei corsi per comandanti. Dopo aver completato gli studi nel novembre 1932, Dobish tornò al reggimento e prese il comando di una compagnia di fucilieri. La sua carriera militare sembrava decisamente ben avviata, ma Dobish decise nuovamente di cambiare bruscamente il suo destino.
Nei primi anni ’30, l’Armata Rossa aveva un disperato bisogno di personale per l’aviazione. Così, nel febbraio 1933 Dobish fece domanda per entrare nell’aviazione e la sua domanda fu accolta. Dopo essersi diplomato alla scuola di volo, Dobish fu nominato comandante di un velivolo da ricognizione P-6 della quarta squadriglia di ricognizione a lungo raggio del distretto militare bielorusso, che era di stanza a Smolensk. Nell’ottobre del 1936, Dobish prese il comando dell’undicesimo squadrone di bombardieri ad alta velocità del distretto militare bielorusso.
Il 7 luglio del 1937 però scoppiò la guerra cino-giapponese. Nei primi giorni del settembre 1937, Dobish fu urgentemente convocato a Mosca e gli fu offerto di diventare istruttore di piloti militari cinesi. Accettò e formò con successo degli ottimi piloti partecipando lui stesso ad alcune missioni di bombardamento nella guerra tra Cina e Giappone. Per molti anni, le informazioni sulla partecipazione dei piloti sovietici nella guerra cino-giapponese erano un segreto di Stato. Solo nella metà degli anni ’80, i ricordi dei partecipanti alle ostilità in Cina furono pubblicati nella collezione «Nei cieli della Cina 1937-1940». Tra i materiali pubblicati c’è anche la storia di Dobish.
Alla fine di maggio del 1938, il compito di Dobish si concluse. A giugno tornò a Mosca dove fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa, del grado militare di «capitano» e nominato assistente del comandante del 31° Reggimento di Bombardieri ad alta velocità di stanza a Smolensk. Tre mesi dopo, fu promosso al grado di maggiore e nominato comandante del reggimento.
Partecipò alla guerra sovietico-finlandese, in seguito alla quale fu insignito dell’Ordine di Lenin e promosso al grado di tenente colonnello.
All’inizio della Grande Guerra Patriottica, Dobish si trovava di stanza in Lettonia ed in seguito ai bombardamenti tedeschi che distrussero la maggior parte dei velivoli sovietici a terra, riuscì comunque a salvare qualche velivolo portandolo in ritirata nelle retrovie dell’Armata Rossa.
Nel giugno del 1942, il Comando Supremo incaricò Dobish della formazione della 263° Divisione Aerea di Bombardieri, di cui fu nominato comandante ufficiale il 14 settembre 1942. Il 15 marzo 1943, gli aerei della divisione comandata da Dobish attaccarono l’aeroporto di Grivochka, dove furono distrutti 15 U-88 tedeschi. In totale, durante il periodo di ostilità, la 263° Divisione Aerea di Bombardieri effettuò 1036 missioni per bombardare i convogli di truppe nemiche e le infrastrutture militari. Sul nemico furono sganciate 5420 tonnellate di bombe aeree e 1.141.000 unità di materiale pubblicitario. La divisione distrusse 69 carri armati, 186 veicoli con truppe e carico, 32 magazzini con munizioni e carburante e lubrificanti, 10 batterie di artiglieria da campo, 4 batterie di artiglieria contraerea, 1 treno ferroviario, un ponte ferroviario e fino a due reggimenti di fanteria del nemico. Nei combattimenti aerei, 21 aerei tedeschi furono abbattuti ed altri 20 furono distrutti a terra. Il colonnello Dobish partecipò attivamente alla battaglia effettuando 107 missioni. Per questi motivi, il 18 marzo 1943, la 263° Divisione Aerea di Bombardieri fu trasformata nella 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia e Dobish continuò ad esserne il comandante.
Il 24 giugno 1945, il colonnello Dobish guidò una rappresentanza di piloti del Fronte ucraino alla Parata della Vittoria sulla Piazza Rossa di Mosca.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica. Fu più volte eletto deputato del Consiglio Regionale di Smolensk e delegato a tre congressi del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
Il 13 luglio 1972 si ritirò dalla vita pubblica e politica. Andò a vivere a Mosca dove morì il 29 novembre 1980.
Pavel Artёmovič Plotnikov — Nacque da una famiglia di contadini in un villaggio sui monti Altai.
Completò solo gli studi primari e poi iniziò a lavorare come meccanico. Nel frattempo frequentava un club di volo.
Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1940 si diplomò alla Scuola di Pilotaggio Aeronautico Militare di Novosibirsk.
Ha combattuto sul fronte meridionale, caucasico ed ucraino, quale pilota della 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia.
Dal 1944 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
In totale, durante la Grande Guerra Patriottica, effettuò 305 missioni di bombardamento, in cui abbatté 3 aerei nemici, distrusse 6 mezzi militari, 7 scali ferroviari, 3 ponti ferroviari, più di 250 veicoli.
Fu insignito per due volte del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Dopo la guerra si diplomò alla Scuola Tattica di Volo degli Ufficiali, all’Accademia dell’Aeronautica Militare e all’Accademia militare dello Stato maggiore.
Nel 1975, fu congedato con il grado di generale maggiore. Visse a Mosca dove lavorò nell’Istituto del Trasporto su Strada.1
Pëtr Petrovič Abramov — Nacque il 13 dicembre 1915 in un villaggio nel Caucaso da una famiglia di contadini.
Nel 1933 si diplomò alla scuola di comunicazioni e nel 1937 alla scuola di aviazione civile.
Prima della guerra lavorava come pilota di aerei civili.
Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa.
Dal 1942 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
In totale, durante la Grande Guerra Patriottica, effettuò 300 missioni di bombardamento, distinguendosi soprattutto per le missioni in Bielorussia ed Ucraina dove in territorio occupato dal nemico riuscì più volte a sganciare notevoli quantità di armi e cibo per le formazioni dei partigiani russi.
Dopo la guerra continuò per poco tempo a prestare servizio nell’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica e nell’agosto del 1946 fu destinato alla riserva.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 23 febbraio 1948, per l’esemplare esecuzione dei compiti di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati, il capitano Abramov fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Visse a Rostov sul Don dove morì il 18 settembre 2007. In sua memoria, fu apposta una targa commemorativa sull’edificio nel quale visse.2
Konstantin Filippovič Aksënov — I suoi colleghi lo consideravano uno dei migliori piloti della 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia. Nacque da una famiglia di operai il 18 agosto 1918 nella cittadina di Proletarsk, nella regione di Rostov. Da piccolo, con i genitori si trasferì nella città do Omsk dove dopo aver terminato gli studi iniziò a lavorare come tornitore in uno stabilimento di riparazione di locomotive.
Mentre lavorava frequentava anche un aeroclub. Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato alla Scuola dei Piloti Militari di Omsk, dove si diplomò nel 1941.
Il 27 febbraio 1943, durante una missione di bombardamento, il fuoco dell’artiglieria antiaerea nemica, colpì il motore destro del suo velivolo. Nonostante ciò, Aksënov portò a compimento la propria missione e riuscì ad atterrare incolume alla pista di atterraggio della propria base.
Partecipò alla battaglia di Kursk durante la quale effettuò 31 missioni di bombardamento, causando al nemico un considerevole danno, per il quale fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa.
Il 6 ottobre del 1943, durante una missione di bombardamento in Ucraina, distrusse un deposito di carburante e 45 veicoli tedeschi. Dal ritorno della sua missione abbatté un caccia tedesco Messerschmitt Bf.109.
Il 12 aprile 1944, effettuò una missione nella quale distrusse il ponte ferroviario sul fiume Prut, in Moldavia.
Il 18 settembre 1944, bombardò un contingente di truppe tedesche fermo alla stazione di Presov in Slovacchia.
Dal 1945 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
Il 16 febbraio 1945, in un bombardamento sulla città polacca di Breslavia (l’attuale Wroclaw), in condizioni di scarsa visibilità, distrusse un deposito di munizioni.
Il 26 marzo 1945, mentre svolgeva una missione di bombardamento in Polonia, il suo aereo fu colpito dai proiettili di artiglieria contraerea nemica. Alcuni colpi centrarono il serbatoio di carburante e l’aereo fu immediatamente avvolto dalle fiamme. Aksënov con molto sangue freddo decise di far precipitare l’aereo sulle truppe nemiche. Fu considerato morto dalle autorità militari dell’Armata Rossa, ma invece Aksënov sopravvisse in quanto riuscì comunque a lanciarsi con il paracadute poco prima che l’aereo si schiantasse al suolo. Fu catturato dai tedeschi ma fu poi liberato un mese dopo.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica datato 27 giugno 1945, per l’esecuzione dei compiti di comando, il coraggio e l’eroismo mostrato, il tenente maggiore delle guardie Konstantin Filippovič Aksënov ricevette il titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Nel 1946 fu congedato nella riserva. Decise di andare a vivere a Revda, dove vivevano i suoi genitori e sua sorella. Si sposò e lavorò nella tipografia di un giornale locale.
Nel 1965 si trasferì a Novorossijsk dove continuò per poco tempo a lavorare in una tipografia. Morì il 7 settembre 1966. Fu sepolto a Novorossijsk.
In sua memoria è stata apposta una targa commemorativa sull’edificio della Scuola Militare dei Piloti ad Omsk.3
Evel Samuilovič Beljavin — Nacque da una famiglia di operai di religione ebraica il 3 maggio 1920 a Borisov in Bielorussia.
Nel 1937 si diplomò sia a scuola che all’aeroclub di volo di Minsk.
Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa. Dal 1941 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
In una battaglia aerea del marzo 1943 vicino Char’kov in Ucraina, un gruppo di 18 bombardieri sovietici fu attaccato da 40 aerei da caccia tedeschi. Beljavin con il suo aereo decise di fare da scudo all’aereo del suo comandante, ma così facendo il suo aereo fu trivellato di colpi dalle mitragliatrici aeree tedesche ed il suo operatore radio fu gravemente ferito. Nonostante ciò, salvò la vita al suo comandante e riuscì a non essere abbattuto salvando così la vita anche al suo equipaggio, operatore radio compreso. Nonostante il suo aereo avesse 36 fori sulla fusoliera e sulle ali, riuscì a ritornare alla propria base e ad effettuare un atterraggio sicuro.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, datato 4 febbraio 1944, per l’esemplare esecuzione delle missioni di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti e tedeschi, il coraggio e l’eroismo mostrati, il tenente Evel Samuilovič Beljavin ricevette il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e la medaglia «Stella d’Oro».
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica. Visse e morì a Minsk, in Bielorussia, il 10 settembre 1972.4
Nikolaj Ivanovič Gapeionok — Nacque il 17 aprile 1919 in un villaggio nei pressi di Vitebsk.
Nel 1938 si diplomò ad una scuola di volo. Il 15 ottobre del 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1940 si laureò alla Scuola di Aviazione Militare di Balashov.
Dal 1943 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
Nell’agosto del 1943, nei bombardamenti nei pressi di Char’kov, in Ucraina, distrusse 250 veicoli tedeschi, 20 vagoni ferroviari, 5 locomotive, 40 serbatoi di carburante, 5 batterie di artiglieria tedesca.
Il 1 aprile 1945, per i danni apportati all’equipaggiamento del nemico fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa.
Nel marzo del 1945, effettuò 165 missioni di bombardamento per bombardare scali ferroviari, campi di aviazione ed equipaggiamento del nemico.
Il 27 giugno 1945 con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, pei i danni inflitti al nemico, per l’eroismo mostrato nelle battaglie, il capitano Gapeionok fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica. Nel 1951 si laureò all’Accademia Militare Aeronautica. Fu congedato nel 1979.
Visse in un villaggio nei pressi di Mosca. Morì il 21 ottobre 2008.5
Grigorij Semënovič Gliga — Nacque da una famiglia di contadini il 17 novembre 1913 in un villaggio nei pressi di Donetsk, nel Donbass.
Dopo gli studi, lavorò come contabile.
Nel 1935 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1938 si laureò ai corsi per navigatori, tenuti dalla Scuola Militare dell’Aviazione di Char’kov.
Come navigatore partecipò alle battaglie di Stalingrado, in Crimea ed in Ucraina.
Durante la guerra partecipò a 136 missioni di bombardamento.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, il maggiore Gliga ricevette il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, l’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Nel 1946, Gliga fu congedato trasferito nella riserva. Lavorò come spedizioniere di prodotti da forno. Visse a Odessa dove morì il 10 marzo 1982.6
Anatolij Vasil’evič Golitsin — Nacque nella regione di Jaroslavl’ il 29 giugno 1908, da una famiglia di operai.
Dopo gli studi, all’età di 15 anni iniziò a lavorare in fabbrica.
Dal 1929 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS). Nel 1930 si iscrisse all’Università di Mosca.
Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1935 di diplomò alla scuola militare dei piloti di aviazione.
Partecipò alla guerra sovietico-finlandese come pilota di un aereo da bombardamento. Nell’ottobre del 1940, per i successi ottenuti contro i finlandesi, fu insignito dell’Ordine della Stella Rossa.
Nella Grande Guerra Patriottica si distinse per i bombardamenti in Polonia e in Germania. Durante la guerra fu abbattuto 4 volte ma si salvò sempre.
La quarta volta che fu abbattuto avvenne il 19 aprile 1945 in Polonia. Quando il suo aereo cominciò a prendere a fuoco, si lanciò con il paracadute ma fu ferito dagli spari dei soldati tedeschi. Fu catturato e fatto prigioniero ma pochi giorni dopo, il 25 aprile, fu liberato dai soldati dell’Armata Rossa.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945 «per il coraggio e l’eroismo mostrati nella lotta contro gli invasori fascisti e tedeschi, il maggiore Golitsin fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia della Stella d’Oro.
Dal 1946 fu congedato ed assegnato alla riserva. Visse e lavorò nella città di Kemerovo, dove morì il 13 dicembre 1978.7
Nikolaj Semënovič Guljaev — Nacque da una famiglia di contadini, il 1 agosto 1921 in un villaggio vicino Donetsk, nel Donbass.
Dopo gli studi iniziò a lavorare in fabbrica.
Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1940 si diplomò alla scuola per piloti militari.
Durante la guerra effettuò 163 missioni di bombardamento, infliggendo gravi danni alle attrezzature nemiche ed alle sue strutture militari.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, il tenente Nikolaj Semënovič Guljaev il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, l’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’Aeronautica Militare dell’Unione Sovietica. Nel 1955 si laureò all’Accademia Militare Aeronautica. Morì il 31 marzo 1967.8
Pavel Jakovlevič Gusenko — Nacque in Ucraina il 3 luglio 1914. Si diplomò presso la scuola tecnica ferroviaria, dopodiché lavorò come elettricista in una stazione.
Nel 1936 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1938 si diplomò alla scuola di aviazione militare.
Durante la guerra effettuò 200 missioni di bombardamento, infliggendo gravi danni alle attrezzature nemiche e causando alle truppe tedesche consistenti perdite umane.
La duecentesima missione purtroppo gli fu fatale. Il 20 settembre 1944, durante un bombardamento alla stazione ferroviaria di Presov, in Slovacchia, il suo aereo fu colpito dalla contraerea tedesca. Il capitano Gusenko, decise allora di far precipitare il suo aereo, ancora carico di bombe, su un treno militare tedesco.
Il 27 settembre 1944, per l’impresa compiuta, fu insignito del Titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e dell’Ordine della Grande Guerra Patriottica.9
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Павел Артемьевич Плотников
(3) Константин Филиппович Аксёнов
(7) Анатолий Васильевич Голицин
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