Per descrivere questa unità militare dell’Armata Rossa, dobbiamo partire da un evento molto importante. Tra ottobre e novembre del 1941, una vecchia unità militare dell’Armata Rossa, istituita nel 1922 e denominata 2° Corpo di Cavalleria, si distinse in una battaglia a Kashire, nei pressi di Mosca, durante la quale fu respinto l’attacco della 2° Armata Panzer del generale tedesco Guderian, la quale puntava diritta verso la capitale sovietica. A seguito di questa importante e fondamentale vittoria militare, il 26 novembre 1941, il 2° Corpo di Cavalleria fu riorganizzato ed ottenne la denominazione di «1°Corpo di Cavalleria della Guardia».
Il Corpo prese parte alle battaglie difensive nel territorio della Moldavia, alla battaglia di Mosca, al respingimento dell’offensiva tedesca nell’area della città di Žizdra, alla liberazione dell’Ucraina, alle offensive per la conquista di Berlino e Praga.
Il Corpo venne sciolto nel luglio 1946.
Ora scopriamo insieme chi sono stati i suoi 37 combattenti ai quali è stato assegnato il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, tra i quali i due comandanti del 1°Corpo di Cavalleria della Guardia.
Pavel Alekseevič Belov — Nacque a Shuja il 6 febbraio 1897. Lavorò come telegrafista in una stazione ferroviaria. (1)
Nel 1916 fu arruolato in un reggimento ussaro dell’esercito. Dal 1918 fu arruolato nella cavalleria dell’Armata Rossa. Fu dapprima comandante di plotone e poi comandante di reggimento. Da giugno del 1931 fu responsabile di incarichi speciali presso il Consiglio Militare Rivoluzionario dell’URSS, dal dicembre del 1932, assistente ispettore della cavalleria dell’Armata Rossa.
Nel 1933 si laureò all’accademia militare.
Il 26 novembre 1941, con il grado di generale, fu nominato comandante del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Partecipò alla battaglia di Mosca ed in particolare si distinse nelle battaglie difensive nei pressi di Tula.
Un certo riconoscimento dei meriti di Belov nella fase iniziale della guerra può essere il fatto che il capo dello Stato Maggiore delle Forze Terrestri della Wehrmacht, Franz Halder, cita ripetutamente Belov nei suoi diari (molto più spesso di qualsiasi altro comandante sovietico), conferendo alle sue azioni una caratteristica positiva.
Dal 26 settembre al 1 ottobre 1943, Belov si dimostrò particolarmente abile nelle battaglie sul fiume Dnepr. Per la traversata di successo del Dnepr, Belov ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Successivamente Belov partecipò alle battaglie in Bielorussia, Lettonia, Polonia e all’offensiva su Berlino.
Dopo la guerra, Belov comandò le truppe dei distretti militari del Don, del Caucaso del Nord, degli Urali del Sud e divenne membro del Soviet Supremo dell’URSS.
Morì a Mosca il 3 dicembre 1962. Fu sepolto nel cimitero di Novodevičij.
In suo onore, le città di Pinsk (Bielorussia), Mosca, Novomoskovsk, Ivanovo, Shuja,Valdaj,Kashire (Russia), Chernigov (Ucraina), hanno dedicato il nome di una via al generale Belov. (1) (2)
Viktor Kirillovič Baranov — Nacque da una famiglia di contadini, l’11 giugno 1901 in un villaggio nella Regione di Samara. (3)
Da giovane iniziò a lavorare in una fabbrica di cotone in Uzbekistan.
Nel 1918 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel dicembre 1920 entrò a far parte dei servizi segreti e fu nominato comandante del 31° Squadrone di Frontiera della Čeka, la polizia politica sovietica che aveva il compito di scovare e combattere i nemici del governo russo nato con la Rivoluzione del 1917.
Nell’ottobre del 1921 fu inviato a studiare nella Scuola di Cavalleria del corpo speciale dei Cavalieri del Turkestan e nel 1934 all’accademia militare.
All’inizio della guerra era comandante della 5° Divisione di Cavalleria a Kiev, in Ucraina.
Nell’ottobre del 1941 prese parte alle operazioni militari difensive nei pressi di Mosca, distinguendosi nel respingere l’attacco della 2° Armata Panzer del generale tedesco Guderian.
Il 10 luglio 1942 fu nominato comandante del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, prendendo il posto del generale Belov. Prese parte alle battaglie per l’offensiva nel Donbass, Berlino e Praga.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 29 maggio 1945, per il completamento con successo degli incarichi di comando e l’alta efficienza combattiva del corpo e il coraggio e l’eroismo mostrati nello stesso momento, il generale Baranov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, dal settembre del 1946 fu nominato comandante del 14° Corpo dei Fucilieri della Guardia di stanza a Kiev, in Ucraina. Ottenne la licenza nel 1953.
Morì il 26 luglio 1970 a Dnepr, in Ucraina. E’ sepolto nel cimitero di Zaporozhje (Ucraina), nel Vicolo degli Eroi.
In sua memoria, le città di Kashire (Russia), Žitomir e Dnepr (Ucraina), gli hanno dedicato il nome di una via. (3) (4)
Nikolaj Aleksandrovič Abramov — Nacque da una famiglia di contadini, il 20 dicembre 1924, in un villaggio nella Regione di Tver. (5)
Prima della guerra lavorava in una fattoria collettiva.
Nel luglio 1942 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Nella battaglia sul fiume Žizdra, svoltasi nel 1942, Nikolaj Abramov riuscì da solo a penetrare nelle retrovie del nemico, ingaggiò una ineguale battaglia contro numerosi soldati nazisti rimanendo illeso e riuscendo a ritornare al proprio quartier generale con preziose informazioni.
In una missione solitaria effettuata nel 1943, riuscì a piazzare alcune mine anticarro lungo una strada che stava per essere percorsa dal nemico. Il giorno dopo, le mine da lui posizionate fecero saltare in aria 5 carri armati tedeschi. Per il coraggio dimostrato in questa missione, fu insignito dell’Ordine di Gloria di 3° Grado.
Il sergente Abramov si distinse particolarmente negli scontri armati del 24-25 aprile 1945, durante i quali riuscì a forzare la difesa tedesca sul fiume Elba, in Germania, nei pressi della città di Meissen.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, «per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrato», il sergente Abramov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Stella d’Oro.
Smobilitato alla fine del 1945, visse e lavorò a Leningrado, dove morì il 4 agosto 1976. Fu sepolto nel cimitero di Bogoslovskoe. (5)
Nikolaj Pavlovič Antoshkin — Nacque da una famiglia di contadini il 10 aprile 1922, in un villaggio nella Regione di Penza. Dopo il diploma di scuola superiore studio presso un istituto pedagogico. (6)
Nel giugno 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu inviato a frequentare i corsi accelerati della scuola di cavalleria.
Da gennaio 1942 fu inviato al fronte ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Nel 1944 aderì al Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Il 22 gennaio 1945 in Polonia, il tenente maggiore Antoshkin si distinse in una battaglia in un villaggio con posizione strategica. Dopo averlo abilmente conquistato, insieme ai soldati sotto il suo comando, lo difese con successo da tutti contrattacchi nemici.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, Nikolaj Antoshkin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, nel 1949, si diplomò ai corsi della Scuola di Cavalleria di Mosca e nel 1959 all’accademia militare. Fu smobilitato nel 1979. Visse a Kiev, in Ucraina, dove morì l’11 gennaio 1997. (6)
Vasilij Stepanovič Archipov — Nacque da una famiglia di contadini il 26 marzo 1920, in un villaggio vicino alla città di Joshkar-Ola. (7)
Si diplomò all’istituto pedagogico ed all’età di 19 anni fu arruolato nell’Armata Rossa.
Partecipò alla guerra sovietico-finlandese del 1939-1940.
All’inizio della Grande Guerra Patriottica, con il grado di sergente minore, era in servizio quale mitragliere, presso il 2° Corpo di Cavalleria posizionato a difesa di Mosca e che come abbiamo già accennato precedentemente, il 26 novembre 1941 fu poi trasformato nel 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Il 30 dicembre 1941, in una battaglia a protezione di Mosca, svoltasi in un villaggio nei pressi della città di Juchnov, il sergente minore Archipov dalla sua postazione mitragliatrice, copriva il fianco sinistro della sua unità di appartenenza. Dall’interno della sua postazione mitragliatrice uccise circa 50 soldati tedeschi ma alla fine venne circondato. Resosi conto che orami non aveva più via di uscita, continuò a combattere fino alla fine preferendo la morte alla prigionia.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 12 aprile 1942, per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati, al sergente minore Archipov fu assegnato postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Fu sepolto nella città di Siciovka.
In sua memoria, la città di Joshkar-Ola gli ha dedicato una strada. Il poeta Nikolaj Ivanovič Kazakov, nel 1942 gli dedicò un poema dal titolo «Il mitragliere Archipov». (7)
Georgij Arkadievič Arustamov — Nacque a Kislovodsk il 16 agosto 1919. Suo padre era armeno e lavorava come cuoco, mentre sua madre era lettone. (8)
Arustamov era un grande appassionato di calcio, era un bravissimo calciatore e per la sua velocità fu soprannominato «fuoco».
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e prese parte alla guerra sovietico-finlandese del 1939-1940.
Subito dopo si laureò alla Scuola di Fanteria.
Dal 1941 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Il 21 agosto 1944, in una battaglia nella regione dei Carpazi, fu gravemente ferito al petto. Fu ricoverato in ospedale da dove uscì nel novembre del 1944 per tornare di nuovo al fronte. Tornò al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia e con il grado di tenente maggiore fu assegnato al servizio di intelligence.
Arustamov in questa sua funzione svolse incarichi per organizzare la ricognizione nelle retrovie del nemico. Si dimostrò un ufficiale competente e coraggioso, il quale conosceva molto bene l’organizzazione e l’armamento del nemico.
Il 21 gennaio 1945 durante una battaglia in Polonia, sulla base dei dati dell’intelligence, fu rivelato che i nazisti avrebbero contrattaccato le truppe sovietiche avanzando da sud. La notte tra il 21 e il 22 gennaio per impedire un contrattacco tedesco, fu inviato contro le truppe tedesche uno squadrone di 120 soldati e 7 carri armati. Arustamov si offrì volontario per partecipare a questa missione.
All’alba del 22 gennaio 1945, nei pressi della città polacca di Ujazd, si scatenò una battaglia tra le truppe tedesche e quelle sovietiche. Arustamov fu ferito ad una gamba, ma continuò a combattere i nazisti. Il distaccamento combinato di ricognizione e sabotaggio da lui guidato uccise circa 200 soldati e ufficiali nemici, distrusse 2 carri armati ed alcuni veicoli di trasporto soldati. Il tenente maggiore Arustamov personalmente uccise 20 soldati tedeschi, ma venne poi ucciso a sua volta durante la battaglia.
Il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, assegnò postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica al tenente maggiore Arustamov, per l’esemplare adempimento dei doveri di comando al fronte contro gli invasori fascisti e il coraggio e l’eroismo mostrati.
In sua memoria, nella città di Kislovodsk, gli è stato dedicato il nome della via dove è situato l’edificio scolastico nel quale Arustamov studiò. Vicino all’edificio della scuola è stato eretto un monumento, mentre sull’edificio scolastico è stata posta una targa commemorativa. (8) (9) (10)
Michail Efimovič Azev — Nacque da una famiglia di contadini, il 22 novembre 1906, in un villaggio nel Kirghizistan. (11)
Divenuto orfano molto presto, all’età di 8 anni iniziò a lavorare come apprendista calzolaio nella città di Irbit.
Nel 1925 si unì all»Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione (Komsomol). Nel 1930 si laureò alla Scuola di Cavalleria.
All’inizio della Grande Guerra Patriottica fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, partecipando alle battaglie difensive in Moldavia, sul fiume Dnepr ed a Kiev in Ucraina.
Nel novembre del 1941 partecipò alla battaglia difensiva a Kashire, nei pressi di Mosca, durante la quale fu respinto l’attacco della 2° Armata Panzer tedesca.
All’inizio del 1943 gli fu affidato il comando di un plotone. Il 27 febbraio 1943, il plotone del tenente Azev, venne circondato dai tedeschi durante una battaglia all’interno di un villaggio in Ucraina, nella Regione di Kharkov. Il plotone agli ordini di Azev resistette all’assedio per 5 ore, riuscendo a distruggere due carri armati tedeschi. Il tenente Azev, personalmente riuscì ad uccidere 16 soldati nemici, ma fu gravemente ferito a sua volta e morì poco dopo per via proprio delle ferite riportate.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 26 ottobre 1943, per il coraggio e l’eroismo mostrati nella lotta contro gli invasori nazisti, il tenente Azev fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
In sua memoria, la città di Irbit gli ha dedicato il nome di una strada. (11)
Ivan Vasil’evič Babin — Nacque nel 1899 da una famiglia di contadini in un villaggio del Kazakistan. Dopo gli studi, iniziò a lavorare come ragioniere nella fattoria collettiva del suo villaggio natale. (12)
Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Il 13 settembre 1944 in Polonia, in un villaggio a 22 km a sud-ovest della città di Krosno, l’Armata Rossa si trovava in difficoltà per via di un bunker tedesco che non riusciva ad espugnare. Babin allora, con estremo coraggio, si gettò solitariamente sopra il bunker e dalla feritoia dello stesso lanciò tutte le granate che aveva con sé e sparò tutte le munizioni del suo fucile mitragliatore. Questo gesto eroico costò la vita a Babin ma consentì ai soldati dell’Armata Rossa di espugnare facilmente il bunker rimasto ormai non più in grado di offendere.
Babin fu sepolto nel luogo di realizzazione della sua impresa eroica, dove è stata eretta una stele in bassorilievo, con il suo nome ed il suo volto.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 aprile 1945, il sergente maggiore Ivan Babin ottenne il titolo postumo di Eroe dell’Unione Sovietica. (12)
Iosif Nazarovič Belich — Nacque da una famiglia di contadini, il 27 settembre 1892 in un villaggio in Ucraina. (13)
Nel 1918 fu arruolato nell’Armata Rossa. Dal 1920 aderì al Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS). Nel 1926 si laureò alla Scuola Militare di Kiev.
Al’inizio della Grande Guerra Patriottica, con il grado di colonnello gli fu assegnato il comando di alcune unità del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Si distinse in particolar modo per le battaglie effettuate in Polonia sul fiume Oder e per alcune battaglie in Germania.
Il 22 aprile 1945, al comando di una divisione di cavalleria del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, in una battaglia in Germania lungo il fiume Elba, sconfisse 6 battaglioni tedeschi e liberò due campi di concentramento contenenti prigionieri di guerra sovietici.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi e per il coraggio e l’eroismo mostrati, il colonnello Belich fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra continuò il suo servizio nell’esercito russo e fu smobilitato nel 1959. Morì a Krasnodar il 18 luglio 1959. (13)
Ivan Andrianovič Borin — Nacque da una famiglia di contadini, il 25 gennaio 1908 in un villaggio nella Regione di Mordovia. (14)
Ricevette un’educazione elementare dopodiché iniziò subito a lavorare in una fattoria collettiva.
Il 25 dicembre 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e con il grado di sergente minore fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il ruolo di artigliere di un cannone controcarro leggero a tiro rapido 45 mm M1937 (53K). Già dalle prime battaglie dimostrò abilità militare ed innato eroismo.
Il 14 agosto 1942, nella battaglia difensiva nei pressi di Žizdra, contribuì a respingere l’offensiva nazista, in quanto dalla sua postazione, con il cannone creò un continuo fuoco di sbarramento durante il quale distrusse 2 carri armati medi, 12 postazioni mitragliatrici ed uccise un intero plotone di fanteria tedesca.
Il 21 marzo 1943, in un villaggio ucraino nei pressi di Kharkov, due battaglioni di fanteria nemica, 6 carri armati ed una unità di artiglieria semovente, attaccarono un reggimento appartenente al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Il sergente Borin riuscì a trovare una postazione tra la fitta vegetazione circostante nella quale mimetizzarsi con il suo cannone M1937 (53K). Dalla sua postazione ancora una volta riversò con successo sui nazisti un’enorme quantità di proiettili causando la distruzione di 2 carri armati pesanti, un veicolo di artiglieria semovente, 6 mortai, 7 postazioni mitragliatrici, 6 automobili, 9 camion con munizioni e circa 50 soldati della Wehrmacht.
Il 10 ottobre 1943, in una feroce battaglia in Ucraina lungo il fiume Teterev, in condizioni estremamente difficili per via della zona paludosa e boscosa, il sergente Borin con il suo cannone da 45 mm distrusse 4 mortai, 6 postazioni mitragliatrici, un postazione con un cannone semovente e 40 soldati tedeschi. Successivamente, l’8 novembre 1943, in una battaglia per la conquista del villaggio ucraino di Kalinovka, uccise circa 50 soldati della fanteria tedesca.
Nella battaglia per la liberazione della città di Žitomir, combattendo per le strade della città, uccise circa 20 soldati nemici.
Il 19 luglio 1944 un gruppo di soldati tedeschi riuscì a raggiungere la postazione del cannone di Borin e la circondarono. Borin fu ferito ma continuò ad impartire comandi agli altri artiglieri che erano con lui, i quali così grazie alle sue istruzioni aprirono il fuoco sul nemico e sparpagliarono i soldati mitragliatori tedeschi. Al termine della battaglia, gli uomini di Borin avevano distrutto i carro armato tedesco, 3 pezzi di artiglieria pesante, 3 auto e 12 carri con munizioni. In totale furono uccisi 20 soldati tedeschi ed altri 5 si sono arresero.
Borin terminò la guerra in Cecoslovacchia, combattendo per la conquista di Praga.
Per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo dimostrato, con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, il sergente Boris fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro».
Dopo la guerra, Borin tornò nel suo villaggio natale e riprese a lavorare nella fattoria collettiva. Dopo il pensionamento per motivi di salute, si trasferì a Saransk. Morì il 22 gennaio 1966. Fu sepolto a Saransk, città la quale in sua memoria gli ha dedicato il nome di una strada. (14)
Pëtr Nikitovič Boriskin — Nacque da una famiglia di contadini il 20 luglio 1921 in un villaggio nella Regione di Rjazan. All’età di 16 anni iniziò a lavorare come assistente ad un autista di trattori e poi trasferitosi in un villaggio nei pressi di Mosca, iniziò a lavorare in un frantoio. (15)
Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa come motociclista. All’inizio della guerra fu ferito due volte e fu ritirato dal fronte. Fu curato e fu inviato a studiare alla Scuola dei Carri Armati di Kazan, dove si diplomò nel 1943.
Nel gennaio del 1944 tornò al fronte con il grado di tenente. Fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, con l’incarico di comandante di un carro armato.
Nel gennaio del 1945, durante i combattimenti in Polonia, nella periferia della città di Raciborz, il carro armato di Boriskin attaccò il nemico irrompendo nelle retrovie e distruggendo 2 carri armati, un cannone e uccidendo un’intera compagnia di soldati ed ufficiali tedeschi. Il 31 gennaio 1945, in Polonia, durante i combattimenti sulla riva occidentale del fiume Oder, il carro armato di Boriskin intervenne a sostegno di un reggimento del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia distruggendo 6 cannoni nemici. Purtroppo però durante gli scontri il carro armato fu colpito e prese fuoco. L’equipaggio morì e Boriskin rimase ferito. Il suo comandante gli ordinò via radio di recarsi all’ospedale campo, ma Boriskin non obbedì all’ordine. Si recò nelle retrovie, prese il comando di un altro carro armato e tornò sul campo di battaglia per aiutare i soldati che stavano combattendo. Così facendo distrusse un carro armato tedesco, 2 mezzi corazzati di trasporto truppe, una batteria di mortai ed uccidendo circa 100 tra soldati ed ufficiali nazisti.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per il coraggio e l’eroismo mostrati nella lotta contro gli invasori fascisti tedeschi, il tenente Boriskin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, Boriskin continuò a prestare servizio nell’esercito sovietico e fu smobilitato nel 1953.
Visse nella città di Korolev, nel distretto di Mosca. Lavorava come responsabile dei treni refrigerati della linea ferroviaria Mosca-Riga.
Negli ultimi anni della sua vita si trasferì a Mosca. Morì l’8 aprile 1990. Fu sepolto nel Cimitero di Preobrazenskij. (15)
Ivan Fëdorovič Borodin — Purtroppo di lui non esistono fotografie. Borodin nacque nel 1925 da una famiglia di contadini nella Regione di Orel. Nel 1943 fu arruolato nell’Armata Rossa come soldato semplice ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. (16)
Si distinse in una battaglia per la liberazione della Polonia e la traversata del fiume Oder. Durante la traversata del fiume, fu il primo soldato dell’Armata Rossa a raggiungere la sponda occidentale del fiume Oder. Giunto sull’atra sponda riuscì ad attaccare due postazioni mitragliatrici nemiche per evitare che venisse compiuto un massacro di soldati sovietici che stavano per attraversare il fiume dietro di lui. Con il suo fucile mitragliatore neutralizzò le 2 postazioni mitragliatrici uccidendo circa 50 soldati tedeschi. Durante questi scontri armati fu leggermente ferito ma non lasciò il campo di battaglia.
Morì in combattimento il 25 aprile 1945 durante la conquista della città tedesca di Riesa. Fu sepolto in un piccolo cimitero di un villaggio situato 10 km a sud-est di Riesa.
Con un Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, il soldato dell’Armata Rossa Ivan Borodin fu insignito postumo dell’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Fu anche insignito dell’Ordine di Lenin e dell’ordine della Guerra Patriottica di II grado. (16)
Kamciari Barokovič Bzhigakov — Nacque da una famiglia di contadini il 15 novembre 1919 nella Repubblica di Adighezia. (17)
Il 30 settembre 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1941 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di tenente e come comandante di un plotone di mortai.
All’inizio della guerra prese parte alla battaglia di Mosca e alla fine della guerra, nell’aprile del 1945, alla battaglia per la conquista della città tedesca di Meissen. In questa battaglia, con il fuoco dei mortai, respinse contrattacchi di forze nemiche superiori di numero, impedendo alla fanteria tedesca di ricongiungersi con i propri mezzi corazzati. Inoltre distrusse 5 postazioni mitragliatrici nemiche uccidendo una cinquantina di soldati tedeschi.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrato, gli fu conferito il titolo Eroe dell’Unione Sovietica con l’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra continuò il suo servizio nelle Forze Armate dell’Unione Sovietica. Nel 1947 si diplomò presso i corsi di formazione per gli ufficiali. Fu smobiliato nel 1967.
Visse a Krasnodar e lavorò per il Ministero degli Interni. Tra i vari incarichi si occupò dell’educazione patriottica della gioventù.
Morì a Krasnodar il 28 ottobre 1991 e fu sepolto nel suo villaggio natale nella Repubblica di Adighezia. (17)
Pavel Vasiljevič Chmelёv — Nacque nel 1923 in Kazakistan, da una famiglia di contadini. (18)
All’età di 15 anni aderì al Komsomol (Unione della Gioventù Comunista Leninista).
Nel marzo del 1942 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia come comandante di un cannone anticarro.
Il 13 dicembre 1943 in Ucraina, parti del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, tra le quali Chmelёv, stavano difendendo un’autostrada ed una linea ferroviaria dai contrattacchi tedeschi. I nazisti perso precedentemente il controllo di tali infrastrutture, lanciarono un’offensiva con due reggimenti di fanteria motorizzata e più di 50 carri armati.
Chmelёv con il suo cannone anticarro distrusse 4 carri armati, un veicolo corazzato, 2 camion carichi di munizioni e molti soldati e ufficiali di Hitler.
Storditi dalla perseveranza inaspettata, dalla fermezza e dal coraggio dei soldati sovietici, i carri armati nemici si ritirarono al riparo, ma dopo una breve pausa per riorganizzarsi, lanciarono un nuovo attacco nel corso del quale Chmelёv rimase ucciso.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 3 giugno 1944, per il coraggio e l’eroismo mostrati nelle battaglie, il sergente Chmelёv fu insignito postumo del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (18)
Dziumanijaz Chudajbergenov — Nacque nel 1912 in un villaggio del Turkmenistan. (19)
Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e con il grado di tenente fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia come comandante di un plotone.
Il 28 settembre 1943, durante i combattimenti in un villaggio nei pressi di Kiev, in Ucraina, Chudajbergenov uccise personalmente 15 soldati nemici ma fu poi a sua volta ucciso dai nazisti.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 gennaio 1944, per il coraggio e l’ eroismo mostrato, al tenente Chudajbergenov fu assegnato postumo l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e l’Ordine di Lenin. (19)
Vasilij Egorovič Ciurkin — (Il primo in piedi a sinistra nella foto adiacente). Nacque nel 1918 nel in un villaggio nella regione di Jaroslavl. (20)
Prima della guerra lavorava come calzolaio.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1941 con la mansione di artigliere fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Si distinse particolarmente nelle battaglie per la liberazione dell’Ucraina e per questo motivo nel novembre del 1943 fu insignito della Medaglia per il Coraggio.
Dal 1944 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Il 29 febbraio 1944, nelle battaglie sulla riva destra del fiume Stir, nei pressi della città di Lutsk, in Ucraina, alcuni carri armati tedeschi e la fanteria nemica penetrano nelle retrovie delle unità del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia impiegate in questa battaglia. Purtroppo però queste unità disponevano di un solo cannone anticarro all’utilizzo del quale era addetto anche Ciurkin. le Per impedire l’accerchiamento, il cannone sovietico iniziò a sparare dei colpi sui carri armati tedeschi, distruggendone immediatamente uno.
Ma i tedeschi si resero ben presto conto che i sovietici disponevano in questa battaglia di un solo cannone e lo attaccarono con 8 carri armati e un folto gruppo di mitragliatori. Tre artiglieri del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia furono uccisi dagli spari dei tedeschi e Ciurkin fu ferito ad entrambe le gambe. Il comandante del cannone, anch’esso ferito, riuscì comunque ad armare il cannone e Ciurkin continuò a sparare, distruggendo un altro carro armato nemico. Poco dopo però un carro armato tedesco sparò nuovamente contro il cannone sovietico e questa volta il comandante già ferito morì mentre Ciurkin ricevette una terza ferita e fu il solo a poter utilizzare il cannone. Non poteva camminare, perdeva tantissimo sangue ed eroicamente strisciava a terra per prendere i proiettili da caricare nel cannone e poi sparare. Così facendo riuscì a distruggere un terzo carro armato tedesco che si era avvicinato molto alla sua postazione. Subito dopo perse conoscenza e rimase giacente a terra gravemente ferito ma ancora in vita. Dopo aver subito la perdita di tre carri armati i mezzi corazzati tedeschi si ritirarono e i soldati sovietici riuscirono a respingere l’assalto della fanteria. Ciurkin anche se non fu in grado di rendersene conto, fu soccorso e trasportato immediatamente nell’ospedale da campo, dove riuscirono a salvargli la vita.
Per l’eroismo e il coraggio mostrati nel respingere l’attacco dei carri armati nemici, gli fu assegnato l’Ordine della Guerra Patriottica, 1 ° grado.
Il 19 luglio 1944 vi uno un combattimento particolarmente feroce nelle vicinanze della città di Brodj in Ucraina. I tedeschi concentrarono grandi forze in questa zona e si precipitarono in un nuovo attacco. I soldati del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia subirono pesanti perdite e furono costretti a ritirarsi. Ciurkin però non si ritirò e rimase solo ad utilizzare il cannone anticarro. Rimasto pesantemente ferito, Ciurkin continuò a combattere fino alla sua morte.
Dopo questi combattimenti, effettuando una ricognizione sul campo di battaglia ci si rese conto che seppur rimasto da solo, prima di morire, Ciurkin con il suo cannone aveva ucciso 145 tra soldati ed ufficiali nemici.
Fu sepolto nella città di Leopoli in Ucraina, sulla collina della Gloria.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 23 settembre 1944, «per l’esemplare adempimento degli incarichi di combattimento sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» al caporale Ciurkin fu conferito postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e l’Ordine di Lenin. (20)
Grigorij Evdokimovič Gapon — Nacque il 5 maggio 1922 nel villaggio di Kaplunovka in Ucraina. Terminò tutto il ciclo di studi e frequentò tre corsi della Scuola di Tecniche di Agricoltura. (21)
Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1942 si diplomò nei corsi per comandanti.
Dall’agosto del 1942, con il grado di tenente, fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Da gennaio del 1945 fu nominato comandante di un plotone di carri armati del corpo di cavalleria stesso.
Il 26 gennaio del 1945, durante la liberazione della Polonia, il tenente Gapon fronteggiò abilmente una serie di contrattacchi tedeschi per impadronirsi di una stazione ferroviaria. Avendo abilmente posizionato i carri armati sotto il suo comando, Gapon respinse tutti i contrattacchi del nemico, distruggendo 2 veicoli blindati per il trasporto truppe, 3 cannoni antiaerei, 6 postazioni mitragliatrici, causando la morte di circa 60 tra soldati ed ufficiali tedeschi.
Il 4 febbraio 1945, il plotone di carri armati agli ordini di Gapon, attraversò il fiume Oder a nord della città polacca di Raciborz. Ne scaturì immediatamente una battaglia durante la quale il carro armato sul quale viaggiava Gapon fu colpito dall’artiglieria tedesca. L’autista del carro rimase gravemente ferito e non poté più continuare a guidare. Il tenente Gapon a questo punto guidò personalmente il carro armato e lo fece così abilmente da consentire al suo equipaggio di distruggere 2 mortai e 4 postazioni mitragliatrici nemiche. Avendo però compreso che il carro armato era danneggiato a tal punto che non riusciva più a manovrarlo liberamente sul campo di battaglia, posizionò il carro armato stesso in una posizione di riparo che gli consentiva però al tempo stesso di tendere imboscate al nemico. Così facendo, Gapon ed il suo equipaggio combatterono per 24 ore consecutive, distruggendo 2 batterie di mortaio, un cannone semovente ed uccidendo un’intera compagnia di soldati ed ufficiali tedeschi.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per «il coraggio e l’eroismo mostrati durante la traversata dell’Oder» il tenente Gapon ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, Gapon continuò il suo servizio nell’esercito sovietico. Nel 1955 si laureò presso l’Accademia Militare dell’Armata Rossa. Nel 1967, con il grado di colonnello ottenne la licenza e fu inserito nella riserva.
Visse a Kharkov, in Ucraina. Morì il 1 novembre 2009 ed è stato sepolto nel cimitero N. 2 di Kharkov. (21)
Sergej Dem’janovič Karitskij — Nacque da una famiglia di contadini il 22 ottobre 1913, in un villaggio nella periferia di Minsk, in Bielorussia. (22)
Frequentò l’istituto zootecnico e subito dopo iniziò a lavorare nell’allevamento di bestiame di una fattoria collettiva.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di tenente.
Nel 1942 entrò a far parte del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Partecipò alla liberazione delle città di Lutsk e Brodi (Ucraina) e della città di Przemsyl (Polonia).
Il 19 settembre 1944, al comando di alcuni uomini del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, entrò nella città polacca di Dukla, dove erano asserragliate le truppe naziste. Ne scaturirono dei combattimenti strada per strada che durarono due giorni. Karitskij ed i suoi uomini di strussero 7 camion con carichi militari ed uccisero più di 70 nazisti. Durante tali combattimenti purtroppo però il tenente Karitskij rimase ucciso.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 aprile 1945, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte della lotta contro gli invasori fascisti tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrati, al tenente Karitsky fu conferito postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
In sua memoria, la capitale della Bielorussia, Minsk, gli ha dedicato una strada e posto sulla strada stessa una targa commemorativa. (22) (23)
Gavrila Gavrilovič Kurakin — Nacque nel 1919 in un villaggio nella Regione di Penza. (24)
Dopo gli studi iniziò a lavorare in una fattoria collettiva.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e con il grado di sergente fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Nel gennaio del 1945, Kurakin fu tra i primi ad attraversare il fiume Oder. Giunto sull’altra sponda, posizionò una mitragliatrice in una posizione strategica e facendo incessantemente fuoco sui soldati tedeschi, consentì alle truppe del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia di attraversare il fiume in tutta sicurezza.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, il sergente Kurakin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, Kurakin fu smobilitato. Tornò al suo villaggio natale dove morì prematuramente il 25 gennaio 1948, all’età di 29 anni. (24)
Vladimir Ivanovič Litvinov — Nacque il 25 maggio 1911 in un villaggio nei dintorni di Krasnodar. (25)
Iniziò a lavorare da adolescente in una fattoria collettiva.
Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato con il grado di sergente al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Il 21 aprile 1945 fu uno dei primi soldati dell’Armata Rossa ad entrare nella città tedesca di Ortrand, prendendo parte ai combattimenti strada per strada.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, il sergente Litvinov ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra, Litvinov fu smobilitato. Ha vissuto e lavorato nel suo villaggio natale. Morì l’11 agosto 1999. (25)
Chadzhi-Umar Dzhiorovič Mamsurov — Nacque da una famiglia di contadini il 2 settembre 1903, in un villaggio in Ossezia del Nord. (26)
Già all’età di 15 anni fu arruolato nell’Armata Rossa.
Dal 1924 aderì al PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e si diplomò alla Scuola Politico Militare.
Sotto lo pseudonimo di «Colonnello Xanthi» partecipò alla civile in Spagna del 1936-39 come consigliere militare del rivoluzionario spagnolo José Buenaventura Durruti Dumange.
Lo scrittore russo Ilya Grigor’evič Ėrenburg ed il regista russo Roman Lazarević Karmen, hanno sostenuto che Mamsurov fosse uno degli eroi descritti da Hemingway nel suo romanzo «Per chi suona la campana».
Tornato dalla Spagna, partecipò alla guerra sovietico-finlandese del 1939-40.
Il 4 luglio 1941 a Dovsk, in Bielorussia, il colonnello Mamsurov su ordine diretto di Stalin, arrestò il comandante delle truppe del Fronte Occidentale, il generale Dmitrij Grigor’evič Pavlov, il quale il 22 luglio 1941, con questa motivazione del tribunale militare «per codardia, abbandono non autorizzato di punti strategici senza il permesso dell’alto comando, la distruzione del comando e del controllo e l’inazione del potere» fu condannato a morte e fucilato a Mosca.
Dopo aver eseguito questa missione per conto di Stalin, Mamsurov fu nominato comandante di una divisione del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
A metà aprile del 1945, la divisione comandata da Mamsurov inflisse pesanti perdite ai tedeschi in alcune battaglie nei dintorni di Dresda e liberò 2 campi di concentramento, donando nuovamente la libertà a 16.000 persone circa.
Il 20 maggio 1945, il colonnello Mamsurov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e partecipò alla parata per la vittoria della guerra tenutasi a Mosca il 24 giugno 1945.
Dopo la guerra ha continuato il suo servizio nell’esercito. Nel 1948 si laureò all’Accademia Militare dello Stato Maggiore Generale.
Nel 1956 partecipò alla soppressione dell’insurrezione in Ungheria del 1956. Al suo ritorno a Mosca si ammalò gravemente.
Dal 1957 al 1968 fu vice capo della Direzione Generale di Intelligence dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’URSS.
Mamsurov morì a Mosca il 5 aprile 1968. E’ sepolto nel cimitero di Novodevičij.
In sua memoria le città di Vladikavkaz, Groznij, Beslan, Lutsk, Tskhinvali, gli hanno dedicato il nome di una strada. (26) (27)
Michail Jakovlevič Mnishenko — Nacque il 20 giugno 1898 in un villaggio nei pressi di Kiev, in Ucraina. (28) Nel febbraio 1917, fu arruolato nell’esercito zarista e partecipò alle battaglie della prima guerra mondiale sul fronte rumeno. Nel luglio 1917 disertò e tornò a Kiev e nel novembre dello stesso anno si unì alla Guardia Rossa. Successivamente, nel marzo 1918 si arruolò nell’Armata Rossa. Nel 1931 e nel 1933 si diplomò ai corsi di formazione della cavalleria. Negli anni ’30 prestò servizio in vari commissariati militari in Asia centrale.
Nell’ottobre 1942 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Partecipò alle battaglie in Ucraina, e vicino a Stalingrado. Durante le battaglia alle quali partecipò, fu ferito tre volte.
Nel novembre 1943, con il grado di colonnello, gli fu assegnato il comando di un reggimento di cavalleria del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia e si distinse nelle battaglie per la liberazione di Kiev e Žitomir.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 25 agosto 1944, per la leadership esemplare, la gestione di un reggimento di cavalleria e la perfetta esecuzione di compiti militari, il colonnello Mnishenko ricevette l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Successivamente partecipò alla liberazione completa dell’Ucraina, della Cecoslovacchia e della Polonia.
Nel febbraio del 1945 fu ferito nuovamente. In ospedale dovette subire diverse operazioni, ma putroppo perse la vista.
Dopo la guerra visse a Kiev ed era impegnato in attività sociali. Morì il 20 aprile 1967. (28)
Vasilij Tarasovič Moiseenko — Nacque nel 1908 in un villaggio in Ucraina. Dopo la scuola elementare iniziò a lavorare in una fattoria collettiva. Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. (29)
Si distinse particolarmente durante i combattimenti in Germania. Morì il 29 aprile 1945, quando nonostante fosse circondato dai tedeschi, continuò a combattere fino alla sua morte invece di arrendersi.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, al sergente Moiseenko fu assegnato postumo l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (29)
Aleksandr Aleksandrovič Nikitin — Nacque a Kaimov il 30 agosto 1912. Dopo aver terminato gli studi si trasferì a Stalingrado dove lavorò come meccanico. (30)
Prestò servizio nell’Armata Rossa tra il 1935 ed il 1937 e fu poi arruolato nuovamente nel 1941 ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di tenente.
Nell’ottobre del 1943 gli fu affidato il comando di una compagnia di carri armati appartenenti al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Nikitin si distinse immediatamente nella battaglia per il Dnepr in Ucraina, dove tra il 10 e l’11 ottobre 1943, la sua compagnia distrusse 2 carri armati tedeschi «Ferdinand» ed uccise circa 100 tra soldati ed ufficiali nemici.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 gennaio 1944, per l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento e del comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi ed il coraggio e l’eroismo mostrato, il tenente Nikitin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra fu smobilitato. Visse e lavorò a Kerch. Morì il 26 marzo 1985. (30)
Egor Iosifovič Nikulin — Nacque il 30 gennaio 1909 in un villaggio nei dintorni di Kursk. Dopo la scuola elementare iniziò a lavorare in una fattoria collettiva. (31)
Prestò servizio nell’Armata Rossa tra il 1931 ed il 1934 e fu poi arruolato nuovamente nel 1943 ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di sergente.
Si distinse durante la traversata dell’Oder. Il 30 gennaio 1945, insieme a tre compagni, Nikulin, mentre era in ricognizione, distrusse un cannone dell’artiglieria nemica e catturò un soldato tedesco. Durante una battaglia in un villaggio in Polonia, uccise personalmente 7 soldati e ufficiali nemici.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 luglio 1945, il sergente Nikulin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra fu smobilitato e tornò a vivere in un villaggio nei pressi di Kursk. Morì il 27 giugno 1992. (31)
(32)
Grigorij Fëdorovič Pachomov — Nacque nel 1906 in un villaggio vicino la città di Bogotol. (33)
Dopo gli studi lavorò come macchinista. Nel 1941 fu arruolato nell’Armata Rossa ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di sergente maggiore.
Nel febbraio 1945, gli fu affidato il comando di una divisione dei fucilieri anticarro del 1° Corpo di Cavalleria delle Guardie.
Si distinse durante la liberazione della Polonia. Il 4 febbraio 1945 , durante la battaglia per la liberazione di una piccola città polacca, Pachomov distrusse personalmente un carro armato nemico e un veicolo corazzato. In un momento critico della battaglia, Pachomov al fine di dare l’esempio ai suoi uomini, fu il primo ad attaccare il nemico. In quella battaglia, purtroppo morì.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, il sergente Pachomov ricevette postumo l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Fu anche insignito dell’Ordine di Lenin. (33)
Anton Ivanovič Panarin — Nacque il 21 luglio 1910 in un villaggio nella regione di Lipetsk. Dopo la scuola elementare iniziò a lavorare in una fattoria collettiva. (34)
Nel 1933 fu arruolato nell’Armata Rossa e si diplomò ai corsi per ottenere il grado di tenente. Nel 1941 fu poi arruolato nuovamente ed assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Fu ferito 3 volte in battaglia.
Nel gennaio 1945 al tenente Panarin fu affidato il comando di uno squadrone di sciabolatori del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Si distinse in particolar modo durante la traversata dell’Oder. Nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 1945, lo squadrone di Panarin attraversò l’Oder e catturò una testa di ponte sulla sua sponda occidentale, trattenendolo per due giorni fino all’arrivo dei rinforzi. In quella battaglia, Panarin ricevette una ferita grave, ma rimase nei ranghi.
Con decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 aprile 1945, per la «prestazione esemplare delle missioni di combattimento e del comando sul fronte contro gli invasori tedeschi«, il tenente Panarin ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra fu smobilitato. Visse e lavorò a Lipetsk. Morì il 14 febbraio 1984.
In suo onore, la città di Lipetsk gli ha dedicato una strada. (34)
Ivan Stepanovič Saenko — Nacque il 19 dicembre 1919 da una famiglia di contadini in Ucraina. (35)
Si diplomò alla scuola di meccanizzazione agricola e lavorò come meccanico.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa. Partecipò alla guerra sovietico-finlandese.
Nel 1941 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia e con il grado di tenente gli fu affidato il comando di una batteria di artiglieria anticarro.
Il 12 novembre 1943, il 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, mise fuori combattimento le truppe tedesche a Žitomir, in Ucraina. La perdita di un importante centro di comunicazione da parte del nemico portò ad un cambiamento nella situazione al fronte. I nazisti rafforzarono la resistenza. L’attività del nemico crebbe ogni giorno che passava e ne scaturirono feroci battaglie. I tedeschi lanciarono un attacco con 30 carri mezzi pesanti tra carri armati e cannoni semoventi. La batteria di artiglieria comandata da Saenko respinse con successo l’assalto dei nazisti. Nel pomeriggio del 16 novembre 1943, i nazisti attaccarono per la terza volta, impiegando 20 carri armati e due battaglioni di fanteria.
La batteria del tenente Saenko aprì il fuoco sul nemico distruggendo 4 carri armati ed uccidendo circa 120 soldati nemici.
Due giorni dopo, il 18 novembre 1943 i carri armati tedeschi accerchiarono la città di Žitomir. La situazione del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia divenne critica. La batteria del tenente Saenko si posizionò nella periferia occidentale della città, respingendo il giorno stesso un altro attacco dei nazisti e distruggendo 4 carri armati.
La mattina del 19 novembre 1943, la batteria del tenente Saenko si trovò ad affrontare una colonna di 20 carri armati tedeschi modello «Tiger». Ne scaturì immediatamente una battaglia che vide un intenso scambio di colpi tra la batteria di artiglieria di Saenko ed i carri armati tedeschi che nel frattempo però si avvicinavano sempre di più. Tale avvicinamento effettuato a tutta velocità non consentì più alla batteria di artiglieria sovietica di difendersi e poco dopo Saenko ed i suoi uomini morirono schiacciati dai cingoli dei carri armati tedeschi.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 3 giugno 1944, per il coraggio mostrato nelle battaglie contro gli invasori tedeschi nella liberazione della regione di Žitomir, al tenente Saenko fu assegnato postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e l’Ordine di Lenin. (35)
Stepan Varfolomeevič Savciuk — Nacque da una famiglia di contadini, il 13 agosto 1915 in un villaggio nei pressi di Žitomir, in Ucraina. Studiò alla scuola rurale. (36)
Nel 1936 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1939 si diplomò ai corsi per gli aspiranti tenenti. Membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1940.
Nell’aprile 1942 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Nei primi anni della guerra gli fu affidato il comando di uno squadrone di mitragliatori antiaerei.
Durante la guerra fu ferito 3 volte. La terza volta in cui fu ferito accadde nel novembre 1943 ed in questa occasione le ferite riportate furono più gravi delle precedenti e lo costrinsero a restare in ospedale fino a maggio del 1944. Ristabilitosi, tornò nuovamente nei ranghi del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia e gli fu affidato il comando di uno squadrone di sciabolatori.
Nell’agosto del 1944, in uno dei combattimenti nei pressi del fiume San, in Polonia, Savciuk ottenne l’ordine di attraversare il fiume ed attaccare i nazisti. Al comando del suo squadrone di sciabolatori, Savciuk obbedì all’ordine ed insieme ai suoi uomini attaccò il quartier generale delle truppe tedesche posto sulla riva opposta del fiume. L’attacco fu compiuto con esito positivo ed ebbe come risultato l’uccisione di circa 300 tra soldati ed ufficiali hitleriani ed il sequestro di importanti documenti conservati all’interno del quartier generale e che i tedeschi non fecero in tempo a distruggere.
Alla fine di gennaio e all’inizio di febbraio del 1945, si verificarono aspri combattimenti sulle rive del fiume Oder. In queste battaglie, il tenente Savciuk mostrò il suo enorme coraggio. Nonostante il fuoco della potente artiglieria nemica, il suo squadrone seppur in inferiorità numerica rispetto al nemico, si lanciò all’attacco dei nazisti. Non fu un combattimento facile per lo squadrone comandato da Savciuk. Le perdite umane erano notevoli, le munizioni a disposizione terminarono, Savciuk stesso venne ferito alla testa. Fu proprio in questa occasione che Savciuk dimostrò tutto il suo valore. Nonostante le ferite riportate alla testa richiedessero cure più adeguate, si fece fasciare frettolosamente e si precipitò di nuovo nel vivo della battaglia, urlando frasi di stimolo ai suoi soldati e ponendosi in prima fila nel combattimento armato. I suoi soldati furono colpiti dalle sue urla, dai suoi incitamenti e dall’esempio che stava loro fornendo e trassero da tutto ciò nuova linfa vitale necessaria per resistere e continuare a combattere. Così riuscirono a respingere ben 6 contrattacchi nemici, permettendo alle altre forze del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia di accorrere in loro soccorso.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, «per l’ineguagliabile coraggio mostrato in molte battaglie ed in particolare durante la traversata dell’Oder» il tenente Savciuk ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia «Stella d’Oro».
Dopo la guerra fu smobilitato. Lavorò come Presidente di un villaggio nella regione di Žitomir, in Ucraina. Morì il 21 agosto 1985. (36)
Daniil Pavlovič Shingirij — Nacque il 21 dicembre 1900 in un villaggio in Ucraina. Il padre era un contadino e la madre era una cosacca. I suoi genitori ebbero 19 figli di cui solo 8 sopravvissuti ai primi anni di età. (37)
In cerca di redditi permanenti la sua famiglia si trasferì nel Donbass dove il padre trovò lavoro come ferroviere sulla linea ferroviaria Lugansk-Donetsk e la madre nella caffetteria di una scuola.
Nel 1916 Daniil si diplomò alla scuola ferroviaria e poco dopo iniziò a lavorare prima in una fabbrica di vetro e poi alle officine ferroviarie.
Nel 1918 fu arruolato in un reggimento di fanteria dell’Armata Rossa. Nel 1921 fu inviato a studiare in una scuola militare a Mosca e nel 1925 fu nominato comandante della Scuola di Cavalleria di Krasnodar e per questo importante compito gli fu assegnata un’autovettura personale. Successivamente fu nominato insegnante alla Scuola di Cavalleria di Tambov.
Nel 1934 Shingirij ricevette l’invito a partecipare alle competizioni equestri di Mosca e si qualificò al primo posto diversi tipi di competizioni. Negli anni successivi prestò servizio in Mongolia, insegnò alla Scuola di Cavalleria di Penza e fu comandante di un reggimento di cavalleria nel Caucaso meridionale.
All’inizio della guerra fu nominato comandante di un reggimento del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Il 3 settembre 1941 in Ucraina fu gravemente ferito alla coscia e dovette trascorrere più di 2 anni in ospedale. La maggior parte dei medici riteneva necessaria l’amputazione della gamba, ma un chirurgo si impegnò per evitare tale soluzione e dopo 2 anni di cure riuscì a salvare la gamba di Shingirij.
Dopo essersi ristabilito, nel giugno del 1944, il tenente colonnello Shingirij fu nominato nuovamente comandante di un reggimento del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Per l’eroismo dimostrato durante la traversata del fiume San e per la conquista della città di Przemysl , fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa.
Nel gennaio del 1945 durante dei combattimenti in Germania, il reggimento comandato da Shingirij conquistò una stazione ferroviaria, un deposito militare e si impadronì di un gran numero di attrezzature militari. Il 20 gennaio 1945, il reggimento di Shingirij conquistò un villaggio tedesco all’interno del quale vi era un campo destinato ai prigionieri di guerra sovietici. In questa battaglia, Shingirij ed i suoi uomini inflissero pesanti perdite ai tedeschi, uccidendo circa 200 soldati ed ufficiali, rilasciando circa 1.500 prigionieri di guerra. Continuando a svolgere il compito, il reggimento comandato da Shingirij attaccò rapidamente un altro villaggio vicino, impadronendosi della stazione ferroviaria e di una fabbrica.
Il 22 gennaio 1945 Shingirij ricevette un ordine di combattimento: attraversare il fiume Klodnica (affluente dell’Oder) e partire il giorno successivo nell’area di Neubrikken in Germania. I tedeschi attribuivano grande importanza alla linea difensiva di Klodnica. Qui si aspettavano di riuscire ad arrestare parte dell’avanzata delle truppe sovietiche in Germania. Alla vigilia della battaglia, il tenente colonnello Shingirij scrisse ai suoi parenti: «Credo sia vicino il giorno nel quale alzeremo lo striscione della vittoria su Berlino«.
Shingirij fece salire i suoi uomini sui carri armati e ponendosi alla testa della colonna li condusse all’offensiva. La sua alta abilità e il suo coraggio infondevano grande forza ai suoi soldati. Purtroppo però la colonna dei carri armati sovietici cadde in un’imboscata tesa dalle truppe naziste. Shingirij che erano seduto all’esterno sopra il primo carro armato fu ferito gravemente e morì il giorno dopo tra le braccia dei suoi soldati che provarono inutilmente a salvargli la vita. I suoi uomini lo vendicarono presto e lanciatisi alla ricerca dei soldati tedeschi che avevano teso l’imboscata, riuscirono a scovarli ed ucciderli tutti.
Shingirij fu sepolto a Leopoli, in Ucraina, nella Collina della Gloria.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 10 aprile 1945, «per il comando esemplare del reggimento durante l’operazione Vistula-Oder e il coraggio personale e l’eroismo mostrati«, al tenente colonnello Shingirij fu assegnato postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. (37)
Michail Efimovič Shnejderman — Nacque il 20 febbraio 1909 a Kazatin in Ucraina. (38)
Di religione ebraica, si diplomò all’Istituto Industriale di Kiev. Iniziò dapprima a lavorare in una fabbrica di abbigliamento e poi in una fabbrica di ingegneria chimica.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato ad un corso come istruttore per guidare i carri armati.
Nel 1941 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia con il grado di tenente e come comandante di un carro armato.
Si distinse particolarmente per le battaglie in Polonia.
Il 30 gennaio 1945, l’equipaggio del suo carro armato, manovrando abilmente sul campo di battaglia, distrusse 2 cannoni anticarro, 4 carri armati e diversi mezzi corazzati nemici. Il 4 febbraio 1945, quando fu colpito il suo carro armato, Shnejderman guidò l’equipaggio di un altro carro armato e continuò il combattimento, consentendo al suo nuovo equipaggio di distruggere 3 mezzi corazzati, 2 carri armati, 5 cannoni ed annientare un’intera compagnia di fanteria tedesca.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per l’esemplare esecuzione degli incarichi di combattimento e del comando, il coraggio e l’eroismo mostrati, al tenente Shnejderman fu conferito il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Medaglia d’Oro.
Dopo la guerra fu smobiliato. Dal 1948 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Visse a Kiev, dove lavorò nell’istituto statale di design. Morì a Kiev il 24 giugno 1981. (38)
Pavel Ivanovič Sidorov — Nacque da una famiglia di contadini il 5 luglio 1922 in un villaggio nei pressi di Kursk. (39)
Dopo essersi diplomato entrò alla scuola tecnica forestale ma non terminò gli studi per via dello scoppio della guerra. Fu inviato così alla Scuola Militare di Cavalleria di Tambov.
Ad agosto del 1942 fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Si distinse nelle battaglie svolte in territorio tedesco. Il 25 aprile 1945, durante una missione di ricognizione attraversò indenne le postazioni naziste riuscendo ad invividuare con estrema esattezza i punti di sparo dei tedeschi posizionati sulla sponda opposta del fiume Elba. Le informazioni raccolte durante la sua missione servirono per consentire all’artiglieria ed all’aviazione sovietica di colpire con esattezza le postazioni di sparo del nemico e consentire così alle truppe sovietiche di attraversare il fiume riducendo al minimo le perdite umane.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo del 27 giugno 1945, il tenente Sidorov ricevette il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, l’Ordine di Lenin e la medaglia » Stella d’Oro».
Dopo la guerra rimase al servizio nell’esercito sovietico. Nel 1954 si laureò presso l’accademia militare e con il grado di colonnello fu assegnato ai servizi segreti militari.
Nel 1969 andò in pensione e visse nella città di Tver dove partecipò attivamente alla vita pubblica, adoperandosi soprattutto per l’istruzione patriottica dei giovani.
Morì di ictus a Tver il 28 agosto 2012. (39)
Nikolaj Ivanovič Теrёchin — Nacque il 25 dicembre 1901 da una famiglia di contadini in Kazakistan. (40)
Dal 1920 fu arruolato nell’Armata Rossa iniziando una carriera militare. Nel corso degli anni antecedenti la guerra prestò servizio in Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan.
Nel 1926 divenne membro del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica).
Allo scoppio della guerra, Теrёchin ricopriva il grado di tenente colonnello e comandava un reggimento del 2° Corpo di Cavalleria in Moldavia.
A seguito della ritirata strategica operata dall’Armata Rossa, partecipò alla battaglia di Mosca e successivamente alla liberazione delle città ucraine di Žitomir e Kiev.
Il 23 gennaio 1945, al comando di un reggimento del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia liberò la città di Ujazd in Polonia.
Nelle ultime 2 settimane di guerra, il reggimento comandato da Теrёchin mostrò coraggio ed eroismo nel corso dell’operazione dell’ingresso a Berlino, uccidendo circa 1.300 soldati ed ufficiali tedeschi, facendo 207 prigionieri e catturando un gran numero di trofei militari.
Il 27 giugno 1945 fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Dopo la guerra visse e lavorò nella città di Alma-Ata, in Kazakistan dove gli è stata dedicata anche una strada. (40)
Vikentij Nikanorovič Toshenko — Nacque nel 1910 ad Usharal in Kazakistan. Dopo gli studi iniziò a lavorare in una fattoria collettiva. (41)
Nel 1932 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1941 si diplomò ai corsi per aspiranti tenenti. Nel settembre 1943 fu promosso al grado di capitano.
Assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia, si distinse durante le battaglie per il Dnepr in Ucraina.
Il 26 settembre 1943 morì in battaglia.
Con Decreto del Presidium del Soviet supremo dell’URSS, il 10 gennaio 1944, il capitano Toshenko ottenne il titolo postumo di Eroe dell’Unione Sovietica e l’Ordine di Lenin. (41)
Vladimir Vasil’evič Vasil’ev — Nacque da una famiglia di contadini nel 1911, in un villaggio nella Regione di Kazan. All’età di 5 anni rimase orfano sia della madre che del padre e fu inviato in un orfanotrofio. (42)
Subito dopo gli studi lavorò alla costruzione di un impianto automobilistico a Niznij Novgorod e successivamente lavorò all’interno della stessa fabbrica di automobili.
Nel giugno del 1942 fu arruolato nell’Armata Rossa e fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Nel 1943 fu gravemente ferito e fu ricoverato in ospedale per più di 6 mesi. Una volta ristabilitosi fu inviato ad una Scuola di Cavalleria e solo alla fine del 1944, con il grado di sergente e con il ruolo di mitragliatore, fu inviato nuovamente al fronte.
Si distinse particolarmente nelle battaglie sul fiume Oder, in Polonia. Il 23 gennaio del 1945, lasciò che i soldati nemici che stavano contrattaccandosi avvicinassero molto alla sua postazione mitragliatrice per aprire poi improvvisamente il fuoco da distanza ravvicinata uccidendo circa 20 soldati tedeschi. Il giorno dopo, il 24 gennaio, la battaglia si fece molto più cruenta. I tedeschi effettuarono tre contrattacchi verso i soldati del 1° Corpo di Cavalleria della Guardia. Vasil’ev dalla sua postazione mitragliatrice riuscì ad uccidere più di 60 soldati tedeschi ma nel corso della battaglia fu a sua volta ucciso. Fu sepolto in una vicina cittadina polacca.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, «per il coraggio e l’eroismo manifestati durante la traversata dell’Oder e nelle lotte sulla testa di ponte«, al sergente Vasil’ev fu assegnato postumo l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Fu anche insignito dell’Ordine di Lenin. (42)
Afanasij Ivanovič Volkovenko — Nacque da una famiglia di contadini nel 1907, in un villaggio sui Monti Altai, nel sud della Russia. (43)
Prestò servizio militare nell’Armata Rossa dal 1928 al 1931. Dopo la smobilitazione lavorò come impiegato amministrativo nella città di Bishkek, l’odierna capitale del Kirghizistan.
Nel 1941 fu nuovamente arruolato nell’Armata Rossa e con il grado di tenente fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Partecipò alla battaglia di Mosca.
Il 26 aprile 1942, insieme ad alcuni uomini al suo comando, liberò un villaggio nella Regione di Smolensk. Durante questi combattimenti, Volkovenko uccise personalmente 5 soldati nemici, rimanendo leggermente ferito a sua volta.
Un mese dopo, il 26 maggio 1942, in una battaglia per il controllo del fiume Ugra, anch’esso situato nella Regione di Smolensk, Volkovenko con i suoi uomini distrusse un bunker tedesco all’interno del quale morirono 30 tra soldati ed ufficiali nemici.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 3 giugno 1944, il tenente Volkovenko ottenne l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica per «l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati«. Tuttavia, non fu possibile per lui partecipare alla premiazione poiché fu ucciso in Ucraina il 6 novembre 1944. Fu sepolto nella città di Radivilov, al memoriale della Gloria. Una delle strade della città porta il suo nome.
Gli è stato anche assegnato l’Ordine della Stella Rossa. (43)
Vasilij Grigorievič Zlidnev — Nacque il 14 marzo 1919 in un villaggio nella Regione di Perm. (44)
Ricevette un’istruzione elementare dopodiché iniziò a lavorare in una fattoria collettiva.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa e partecipò alla guerra sovietico-finlandese.
Nel 1941, con il grado di sergente, fu assegnato al 1° Corpo di Cavalleria della Guardia.
Si distinse particolarmente durante i combattimenti per la liberazione dell’Ucraina e della Polonia.
In una battaglia del luglio 1944 nella città ucraina di Brodi, uccise 4 soldati tedeschi e distrusse 7 veicoli nemici.
Il 27 luglio 1944 in Polonia, vicino la città polacca di Przemysl, partecipò ai combattimenti per il respingimento di tre contrattacchi tedeschi, distruggendo 5 postazioni mitragliatrici ed uccidendo personalmente circa 40 soldati tedeschi.
Il 18 ed il 19 settembre 1944, durante un’offensiva contro un villaggio situato nel sud della Polonia, distrusse 2 cannoni, 5 postazioni mitragliatrici ed uccise 32 soldati tedeschi.
Il 30 gennaio 1945, fu uno dei primi soldati ad attraversare l’Oder, dopo la coraggiosa missione di Borodin della quale abbiamo scritto precedentemente. Nella battaglia sulla riva occidentale dell’Oder, distrusse 6 postazioni mitragliatrici uccidendo oltre 30 soldati tedeschi.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’URSS del 27 giugno 1945, per «l’esemplare adempimento delle missioni di combattimento del comando sul fronte contro gli invasori tedeschi e il coraggio e l’eroismo mostrati» il sergente Zlidnev ricevette l’alto titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la Stella d’Oro.
Dopo la guerra, Zlidnev fu smobilitato. Ritornò in patria, abitò nel villaggio di Chernovskoe, nella Regione di Perm, dove lavorò come autista. Morì il 17 ottobre 1999 e fu sepolto in un cimitero rurale del villaggio. Nella casa dove visse, nel 1985 fu installata una targa commemorativa. (44)
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) БЕЛОВ Павел
(4) БАРАНОВ
(5) АБРАМОВ Николай Александрович
(7) АРХИПОВ Василий Степанович
(8) АРУСТАМОВ Георгий Аркадьевич
(9) АРУСТАМОВ
(10) АРУСТАМОВ Георгий
(11) АЗЕВ Михаил Ефимович
(14) БОРИН Иван Андреевич
(17) БЖИГАКОВ Камчари Барокович
(21) ГАПОН Григорий Евдокимович
(22) КАРИЦКИЙ Сергей Демьянович
(23) КАРИЦКИЙ
(24) КУРАКИН Гавриил Гаврилович
(25) ЛИТВИНОВ Владимир Иванович
(26) МАМСУРОВ Хаджи Умар Джиорович
(27) МАМСУРОВ
(28) МНЫШЕНКО Михаил Яковлевич
(29) МОИСЕЕНКО Василий Тарасович
(30) НИКИТИН Александр Александрович
(32) НИКУЛИН
(33) ПАХОМОВ Григорий Фёдорович
(36) САВЧУК Степан Варфоломеевич
(38) ШНЕЙДЕРМАН Михаил Ефимович
(41) ТОЩЕНКО Викентий Никандрович
(42) ВАСИЛЬЕВ Владимир Васильевич
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