Voglio iniziare questo articolo con queste foto.
Sono le foto di alcune delle 130 vittime dell’attentato al Teatro Dubrovka, avvenuto a Mosca il 26 ottobre 2002. Vi risparmio le foto di piccoli bambini giacenti a terra e massacrati dai terroristi.
Continuo a sottoporvi altre foto.
Queste due foto si riferiscono ad alcuni bambini salvati durante la strage di Beslan, avvenuta tra il 1 ed il 3 settembre 2004.
Ecco di seguito altre due foto.
Queste che avete appena visto invece sono le foto di alcuni dei 186 bambini deceduti in seguito al massacro operato dai terroristi ceceni nella scuola di Beslan. Le vittime dei terroristi all’interno della scuola furono 334.
Ora guardate questa di fotografia:
E’ la foto di Achmed Chalidovič Zakaev, del quale parleremo in questo articolo.
Zakaev è nato il 25 aprile 1959 in Kazakistan, dove la sua famiglia fu trasferita nel 1944. Si diplomò presso il dipartimento coreografico della scuola teatrale di Groznij, in Cecenia. Prima dell’inizio del conflitto ceceno ricopriva la carica di presidente dell’Unione dei Lavoratori Teatrali della Cecenia. Nel 1994, l’allora leader dell’indipendentismo ceceno, Dzochar Dudaev, gli offrì la carica di Ministro della Cultura dell’illegale e criminale governo ceceno in esilio. Dalla fine del 1944 iniziò a svolgere azioni terroristiche armate in Cecenia contro le legittime autorità locali e nel 1996 partecipò ad un’operazione terroristica mirante a prendere il controllo della capitale cecena Groznij.1
Nell’agosto del 2000, ebbe un incidente nel sud-ovest della Cecenia, riportò ferite lievi ma lasciò il Paese per effettuare un trattamento e non tornò più. Nell’estate del 2004, fu nominato Ministro della Cultura, dell’Informazione e della Stampa del fantoccio governo ceceno in esilio.2
Nel settembre 2001, la Procura Generale della Federazione Russa inserì Zakaev nella lista dei ricercati internazionali, con l’accusa di “terrorismo”, “ribellione armata”, “organizzazioni di gruppi armato illegale” e “sabotaggio ed uccisione di membri delle forze dell’ordine”.3 Nell’agosto del 2002, Zakaev dichiarò: “Le uccisioni di poliziotti ed impiegati statali in Cecenia continueranno. I traditori che servono il governo di Kadirov saranno puniti!” A fronte di questo, un tribunale della Gran Bretagna, Paese che ospitava Zakaev, negò comunque la richiesta di estradizione ed il Ministro degli Interni britannico gli concesse addirittura l’asilo politico.
Il 28 ed il 29 ottobre 2002, a Copenaghen (Danimarca) si tenne il Congresso mondiale ceceno che vide tra i suoi organizzatori e partecipanti proprio Achmed Chalidovič Zakaev. La Russia protestò fermamente sostenendo che quel raduno era “organizzato e finanziato da terroristi ceceni, dai loro sostenitori e mecenati di al-Qaeda, che come ormai era chiaro erano responsabili dell’attentato terroristico al teatro di Dubrovka”.4 5
Il ministro degli Esteri danese Per Stig assicurò che le autorità danesi erano pronte a prendere immediatamente le misure necessarie per arrestare i terroristi se le autorità russe avessero fornito prove concrete del loro coinvolgimento nell’atto terroristico.6
Il 25 ottobre, le prove furono inviate ed il 30 ottobre, poche ore dopo la fine del congresso, Zakaev fu arrestato dalla polizia danese.4 Il 31 ottobre, la Danimarca ricevette dalla Procura Generale della Federazione Russa, una richiesta ufficiale per l’estradizione di Zakaev, ma evidentemente a seguito di enormi pressioni internazionali, il giorno dopo, il 1° novembre il Ministero della giustizia danese respinse clamorosamente tale richiesta, giustificando la sua decisione affermando che la Russia “non ha fornito prove convincenti del coinvolgimento di Zakaev in attività terroristiche” e che la richiesta di estradizione “non soddisfa le condizioni della Convenzione europea sull’estradizione del 13 dicembre 1957“. Il ministro della Giustizia danese Lena Jespersen affermò che la richiesta russa di estradizione era “inaccettabile“, in particolare, perché “contiene troppe omissioni“. Il ministro danese affermò inoltre che se le autorità russe non avessero fornito ulteriori informazioni entro il 30 novembre, Zakaev sarebbe stato rilasciato.7 8
In pratica riassumendo, le autorità danesi ricevono un mandato di cattura internazionale da parte delle autorità russe. Chiedono prove evidenti prima di procedere all’arresto. Le autorità russe le inviano e quelle danesi le valutano sufficienti ed attendibili, tanto che procedono all’arresto di Zakaev. Conseguentemente il giorno dopo l’arresto le autorità russe chiedono l’estradizione ed il giorno dopo le stesse autorità danesi che avevano valutato positivamente le prove precedentemente ricevute, negano l’estradizione rinnegando la validità delle prove sulle quali avevano due giorni prima effettuato l’arresto. E’ chiaro ed evidente anche a un bambino, che il problema non erano le prove fornite dalle autorità russe ma le pressioni alle quali fu sottoposto il governo danese e provenienti da altri Paesi (facile ipotizzare quali).
Infatti, come avevamo poco fa notato, il Ministro della giustizia danese affermò inoltre che se le autorità russe non avessero fornito ulteriori informazioni entro il 30 novembre, Zakaev sarebbe stato rilasciato. Il 5 novembre, il Procuratore Generale della Federazione Russa consegnò ulteriori documenti al Ministro della Giustizia della Danimarca. Secondo questi documenti, Zakaev creò una banda armata chiamata “Fronte sud-occidentale”, che si rese responsabile dei seguenti crimini:9
- nell’ottobre 1995, nel distretto di Urus-Martan, la banda di Zakaev sequestrò due pubblici ministeri i quali avevano condotto azioni investigative nei confronti di Zakaev.
- Nel dicembre del 1995 ad Urus-Martan, la banda di Zakaev occupò diversi edifici amministrativi e terrorizzò la popolazione locale per due settimane. Durante questa azione terroristica, furono uccisi dodici civili.
- Nel gennaio 1996, i terroristi di Zakaev catturarono due preti, che furono successivamente uccisi.
- Nel marzo del 1996, nel distretto di Zavodskoij di Groznij, i terroristi di Zakaev occuparono l’ufficio del comandante di distretto. Dieci impiegati dell’ufficio del comandante furono fucilati.
- Nell’agosto del 1996, la banda di Zakaev occupò la stazione ferroviaria di Groznij. Durante la manifestazione, circa 300 poliziotti che stavano sorvegliando l’edificio della stazione furono uccisi e feriti.
- Più tardi nel distretto Urus-Martan, i terroristi Zakaev compirono una serie di altri crimini e atti terroristici in cui furono uccisi civili. Tra le vittime c’erano anche donne in gravidanza.
- Nel seminterrato della casa dello stesso Zakaev era stata allestita una prigione che conteneva sia soldati russi feriti che morti e agenti delle forze dell’ordine cecene. I terroristi vendettero i feriti ed i corpi dei morti ai parenti degli ostaggi e delle vittime.9 10
Ma come abbiamo notato le pressioni alle quali era sottoposto il governo danese erano evidentemente molto intense e così anche a fronte delle ulteriori prove richieste e ricevute, il 3 dicembre il Ministero della Giustizia danese decise di rifiutare l’estradizione di Zakaev, il quale fu rilasciato il 4 dicembre 2002 ed il giorno successivo si rifugiò di nuovo nel Regno Unito.11
Nel frattempo l’Ufficio del Procuratore generale russo presso l’Interpol aveva rinnovato il mandato di cattura internazionale e così appena giunto a Londra, il 5 dicembre 2002 Zakaev fu arrestato dalle autorità del Regno Unito, ma immediatamente rilasciato a seguito del versamento della cauzione di 50 mila sterline, effettuato dall’attrice britannica Vanessa Redgrave e dal mafioso russo in asilo a Londra, Boris Berezovskij.
Il 9 dicembre l’Ufficio del Procuratore Generale della Federazione Russa inviò a Londra una richiesta ufficiale di estradizione di Zakaev, accusandolo della violazione di 11 articoli del Codice Penale della Federazione Russa, inclusi terrorismo, presa di ostaggi, omicidio, rapina, rapimento, brigantaggio e partecipazione all’insurrezione armata. Il 30 gennaio 2003, il Ministro degli Affari Interni del Regno Unito firmò un decreto sull’avvio del procedimento di estradizione di Zakaev, al fine di creare la base per l’esame del caso di estradizione in un tribunale britannico.
Qui si aprì una farsa. Il 24 luglio 2003, un’ex guardia del corpo di Zakaev, Duk-Vachi Dushuev, il quale aveva già più volte dichiarato pubblicamente (programma televisivo russo “Topo Secret”) che Zakaev in sua presenza aveva ordinato rapimenti e omicidi, appena giunto a Londra, venne contattato dalle autorità britanniche, gli fu offerto asilo politico ed integrazione in Gran Bretagna e solo dopo fu ammesso a testimoniare in tribunale, dove negò spudoratamente tutte le sue precedenti testimonianze e dichiarazioni pubbliche, affermando che gli erano state sottratte sotto tortura dall’FSB.12 13 14 15
Dopo le dichiarazioni rilasciate da Dushuev, il giudice annunciò una pausa nelle udienze e chiese spiegazioni scritte all’ufficio del procuratore generale russo, Sergej Fridinskij, il quale rispose che era in corso un chiaro tentativo di diffamare la giustizia russa e chiedeva di indagare per far emergere i contatti che i giorni precedenti alla testimonianza, erano intercorsi a Londra tra lo stesso Dushuev ed il mafioso russo in esilio a Londra, Boris Berezovskij. A tal proposito, il procuratore generale russo Fridinskij affermò che la testimonianza di Dushuev era stata organizzata e concordata dalla Fondazione Berezovskij ed invitava il giudice inglese ad avviare indagini in questa direzione per confermare questa sua affermazione. Inutile dire, che mai nessuna indagine in questa direzione fu avviata dalle autorità britanniche.
A settembre, l’udienza riprese. In tribunale, l’investigatore dell’ufficio del procuratore di Groznij, Konstantin Krivorotov, testimoniò che Dushuev, il 1 ° dicembre 2002, era giunto all’ufficio del pubblico ministero in Cecenia in perfetto stato di salute e che il suo corpo non manifestava segni di violenza o conseguenze di atti violenti. Inoltre l’interrogatorio al quale Dushuev fu sottoposto avvenne alla presenza di un suo avvocato di fiducia.14
Comunque, l’ex guardia del copro di Zakaev non potrà mai chiarire il motivo per cui fornì testimonianze del tutto contrarie a quanto affermato precedentemente. Infatti dopo aver trascorso alcuni anni protetto in Gran Bretagna, il 29 agosto 2012 Dushuev, mentre tentava di attraversare il confine georgiano-russo insieme ad altri 10 ceceni, fu ucciso dalle forze del Ministero degli affari interni della Georgia, Paese alleato dei governi occidentali.16
Il 13 novembre 2003, la corte britannica respinse la richiesta di estradizione. Nelle motivazioni il giudice Timothy Workman, dichiarò che gli omicidi di personale militare russi e poliziotti ceceni, furono commessi da Zakaev durante le ostilità in Cecenia e quindi non potevano essere motivo di estradizione. Il giudice ha poi sostenuto che l’uccisione di civili da parte di Zakaev avvenne tra il 1995-1996, mentre l’inserimento nella lista dei ricercati da parte della Federazione Russa avvenne nel 2001 e quindi anni dopo. Questo lasso di tempo intercorso tra l’uccisione dei civili e la richiesta di estradizione, ha portato il giudice britannico a sostenere che se Zakaev fosse estradato potrebbe affrontare torture e maltrattamenti. Sulla base di ciò, dichiarò che l’estradizione di Zakaev in Russia sarebbe stata ingiusta e crudele, e con la sua decisione lo liberò.17 La sentenza lascia basiti. Che vergogna!
Anche il Parlamento Europeo si macchiò di vergogna, adottando una dichiarazione di solidarietà nei confronti di Zakaev, sostenendo avesse meriti nella costruzione della democrazia in Cecenia.18 Addirittura nel dicembre del 2002, undici deputati del gruppo “Sinistra Europea Unita” hanno consegnato un passaporto simbolico a Zakaev, definendolo meschinamente e in modo ipocrita “combattente per la libertà”.
Di fronte alla scandalosa sentenza delle autorità giudiziarie di Londra, l’Ufficio del Procuratore Generale della Federazione Russa, emise una dichiarazione quanto mai chiara: “E’ deplorevole il pregiudizio delle autorità giudiziarie di Londra, espresso nel tentativo di percepire la motivazione politica in un caso che ha una natura puramente criminale. Allo stesso tempo, lo stesso tribunale di Londra emette una decisione essenzialmente politica, contrariamente allo spirito di una collaborazione onesta e rispettosa delle forze dell’ordine dei due Paesi. Ancora una volta, è emersa la divisione tra terroristi «buoni» e terroristi «cattivi»“.
Il 18 giugno 2004 vennero alla luce legami tra Achmed Chalidovič Zakaev e l’organizzazione terroristica al-Qaeda. Nell’ottobre del 2005, terroristi ceceni appoggiati da Zakaev lanciarono un attacco terroristico su larga scala nella città cecena di Nal’čik. Zakaev promise pubblicamente “che attacchi terroristici che avranno come obiettivo anche i civili, continueranno ulteriormente“.
A questo proposito, la Russia fece nuovamente appello al ministero degli Esteri britannico, accusando Zakaev di incitamento al terrorismo e e considerando le sue affermazioni una violazione delle risoluzioni antiterrorismo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e chiese di nuovo l’estradizione.
Nel gennaio 2006, l’ambasciatore britannico a Mosca Tony Brenton, espresse rammarico per le dichiarazioni di Zakaev, dicendo: “Il nostro ministro degli esteri ha condannato pubblicamente ciò che ha detto il signor Zakaev“.19 Ma si nascose dietro l’affermazione che ad impedire l’estradizione di Zakaev era stata una decisione della corte contro la quale il governo britannico nulla poteva.
Il 17 luglio 2006 è sceso in campo direttamente il presidente Vladimir Putin, il quale in relazione alla richiesta di estradizione di Zakaev, ha dichiarato che “ci sono prove evidenti della sua attività criminale” che però l’Occidente finge di non vedere.20
Il 17 settembre 2010, Achmed Chalidovič Zakaev, giunto in Polonia per il Congresso Ceceno, fu arrestato dalla polizia polacca sulla base di un mandato di cattura internazionale.21 L’interrogatorio di Zakaev durò 6 ore, al termine del quale l’ufficio del pubblico ministero emise un provvedimento di convalida dell’arresto. Ma ricordate delle pressioni di cui vi ho parlato in occasione dell’arresto avvenuto in Danimarca. Ebbene, qui il film si ripete. Chissà quali pressioni dall’esterno dovettero essere intervenute. Sta di fatto che poche ore l’arresto, la Corte di Varsavia emise prontamente un provvedimento di rilascio di Zakaev.22
Passiamo ad analizzare il peso mediatico che ha comportato tutta questa vicenda. Risposta abbastanza semplice: in Occidente l’intera vicenda non ha trovato alcun spazio nei vari canali d’informazione. Ciò logicamente non è avvenuto in Russia, dove i media hanno prestato molta attenzione a tutti i risvolti dell’intera vicenda. Nel marzo del 2003, il quotidiano “Gudok” definì apertamente Zakaev un terrorista, in quanto coinvolto nell’uccisione di civili e militari: “Dopo tutto, ci sono più che sufficienti prove delle attività terroristiche di Zakaev, del suo coinvolgimento nell’organizzazione di gruppi terroristici, dell’incoraggiamento al terrorismo e dell’uccisione di persone disarmate“. Il giornale affermava che sotto il comando personale di Zakaev, il terrorista “Baraev torturava, uccideva, trafficava esseri umani, li riduceva in schiavitù“. Il giornalista Grigorij Brejgin nel 2004 definì Zakaev un gangster che “attivamente e con impunità si impegna nella propaganda del terrore ceceno da Londra“.
Nel 2004, a Londra si tenne una manifestazione antiterroristica, in cui si avanzò la richiesta di estradizione di Zakaev in Russia. Secondo gli organizzatori, “le persone si sono riunite per esprimere un forte disgusto per i terroristi e per formulare un appello alle autorità britanniche per riconsiderare la decisione di concedere asilo ai loro rappresentanti“. Gli organizzatori della manifestazione dichiararono: “un mese dopo la strage alla scuola di Beslan, non capiamo perché persone come Achmed Zakaev possano vivere ancora a Londra“. I media russi descrissero questa manifestazione in dettaglio; i media occidentali lo ignorarono.
Luiza Petchi, la vedova di uno degli ingegneri britannici della compagnia Granger Telecom, uccisi mediante decapitazione in Cecenia dai terroristi ceceni l’8 dicembre del 1998, in una intervista disse: “Sono amareggiata del fatto che il Regno Unito consenta ai terroristi ceceni di venire nel Paese, restare qui e persino chiedere asilo politico. Non capisco! Continueranno da qui la loro attività terroristica.“23
Infatti, oggi, purtroppo sempre più frequentemente, in tutto il mondo quando accendiamo un telegiornale assistiamo a notizie di attentati terroristici. Pensiamo di andare a trascorrere delle vacanze tranquille e rilassanti, usciamo da casa per andare a lavorare, per fare gli acquisti e per il tempo libero, i bambini quotidianamente si recano a scuola, tutti però, in qualsiasi angolo del mondo, siamo soggetti al rischio di un attentato terroristico. Ogni volta, nessuno di noi ha alcuna garanzia che tornerà a casa vivo e questo nonostante il fatto che i servizi di intelligence dei vari Paesi abbiano già impedito molte e molte centinaia di attacchi terroristici.
Logicamente, ogniqualvolta una tragedia avviene, l’opinione pubblica mondiale si indigna e si addolora per l’avvenimento dell’atto terroristico. Però purtroppo vi è una differenza. Se le vittime degli attentati terroristici sono russe, allora in Occidente l’indignazione e il dolore provato sono di intensità minore, a partire dall’analisi che i vergognosi media occidentali effettuano nell’affrontare tali episodi. Francamente queste finte vergogne in Russia sono ben note. C’è sempre un “se”, c’è sempre un “ma”, qualsiasi analisi occidentale prima o poi mira a demonizzare il presidente Putin ed il popolo russo. E’ una costante! Potrebbe essere definita russofobia, ma in questo contesto non è la definizione adatta. Il vergognoso atteggiamento occidentale si spiega solo in ottica geopolitica. Occorre ricordare sempre, che il terrorismo di matrice cecena, al-Qaeda, l’ISIS e tutti i loro esponenti sono organizzazioni create e finanziate dall’Occidente in chiave prima anti-sovietica ed ora in ottica anti-russa. Ma non per odio verso un popolo e verso il proprio leader. L’odio che emerge è solo il riflesso di un’esigenza geopolitica, di un mero calcolo di interessi geostrategici sulla pelle di civili innocenti.
L’Occidente però non impara mai dai propri errori. Vorrei ricordare che dopo gli attentati terroristici avvenuti nella Federazione Russa, Mosca ha sempre invitato i governi stranieri ad estradare in Russia i terroristi ceceni. Stiamo parlando di bande criminali che non solo trovano rifugio in molti Paesi occidentali ma addirittura vengono protette e finanziate per essere utilizzate come strumenti utili in chiave geopolitica.
I bambini venivano ancora portati fuori dalla scuola in fiamme a Beslan e Achmed Chalidovič Zakaev stava già trasmettendo da Londra sul sito web dell’agenzia stampa cecena che se le autorità russe avessero accettato le richieste dei terroristi che lui invece definiva “militanti ceceni“, allora “c’era una reale possibilità di disinnescare questa terribile situazione senza spargimento di sangue e ottenere una liberazione senza spargimento di sangue ostaggi, in particolare bambini“.
Ma i terroristi che presero in ostaggio insegnanti e bambini della scuola di Beslan, non avevano formulato alcuna richiesta. Fu lo stesso Achmed Chalidovič Zakaev ad averle formulate per loro. L’agenzia di stampa cecena pubblicò un breve articolo dal titolo “Le richieste di Beslan: il ritiro delle truppe dalla Cecenia e le dimissioni di Putin“. Un esempio emblematico di abbinamento tra terrorismo e geopolitica. Il vile Zakaev dichiarò che gli ostaggi avevano intrapreso “lo sciopero della fame e della sete per appoggiare le rivendicazioni dei militanti ceceni“, in realtà invece si scoprì che i terroristi tennero per tre giorni i loro ostaggi, compresi bambini molto piccoli, senza cibo e senza una goccia d’acqua.
Poi, questa ipocrisia di definire i terroristi come “combattenti per la libertà” è una meschinità tutta occidentale. In Russia c’è un senso assolutamente chiaro della globalità del terrore. E quando gli occidentali sostengono che ci sono cattivi terroristi e ci sono buoni “combattenti per la libertà”, i russi ridono amaramente. Il Ministro degli Esteri della Federazione Russa Sergej Viktorovič Lavrov, in relazione alla strage di Beslan, ha dichiarato: “Il momento della verità è arrivato. «I doppi standard» sono inaccettabili: la divisione dei terroristi in «cattivi» e «buoni» è una bestemmia. Né i perpetratori degli atti terroristici, né i loro ispiratori e sponsor, diretti o indiretti, dovrebbero evitare responsabilità“.
In una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sul terrorismo internazionale, tra gli altri vi è un punto molto significativo: “Assicurare che, in conformità con il diritto internazionale, gli autori e gli organizzatori di atti terroristici o dei loro complici non abusino dello status di rifugiato e che i riferimenti a motivi politici non costituiscano motivo per rifiutare richieste di estradizione di persone sospettate di coinvolgimento nel terrorismo“. Chissà se un giorno questi personaggi, ora protetti dai Paesi occidentali, troveranno finalmente un posto meno confortevole.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Закаев
(2) Памятные даты Второй русско-чеченской войны
(4) Датская полиция арестовала Ахмеда Закаева
(5) ЗАЯВЛЕНИЕ МИНИСТЕРСТВА ИНОСТРАННЫХ
(6) Россия передала Дании материалы на 77 участников
(8) Дания пригрозила России освободить Закаева
(10) Генпрокурор РФ
(11) Органы юстиции Дании освободили Ахмеда Закаева
(12) Дело Закаева
(13) Свидетель
(14) продолжается скандал вокруг показаний Душуева
(15) В Лондоне начинается финальный этап слушаний по делу Закаева
(16) Спасителя Ахмеда Закаева уничтожили как террориста
(17) Решение судьи Тимоти Уоркмана по делу
(18) Ахмед Закаев
(19) Лондон до сих пор не получил
(20) Путин требует выдать Закаева
(21) Польская полиция арестовала Закаева по дороге в прокуратуру
(22) арестовала Закаева
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