Avete amici, colleghi, parenti russi? Ricordatevi, che oggi si celebra la Pasqua ortodossa. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche e le tradizioni di quello che per noi ortodossi è la festa più importante della liturgia cristiana. Al termine dell’articolo ricorderemo quale è la frase di augurio e quella di risposta all’augurio stesso.
Lo scrittore russo Nikolaj Gogol, scrisse che la Pasqua si deve festeggiare in Russia perché in nessun altro Paese del mondo si celebra come lì. Gogol motivava tale affermazione con il fatto che la visione dei russi, più di quella di altri popoli, si focalizza particolarmente sul concetto di superamento della morte e che l’intera cultura russa ha la sua essenza nella Pasqua, a differenza di quella occidentale tradizionalmente orientata sul Natale.
Alcuni di voi si chiederanno: “come mai i russi festeggiano la Pasqua in un giorno diverso?”. Come già chiarito nell’articolo dedicato al Natale in Russia, la motivazione è dovuta all’adozione di due differenti calendari, quello giuliano e quello gregoriano. La Chiesa Ortodossa Russa adotta il calendario giuliano introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., mentre la Chiesa Cattolica adotta il calendario gregoriano introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582. La differenza tra i calendari è di 13 giorni. Fino al IV secolo vigeva per la Chiesa la regola che la Pasqua si dovesse celebrare il primo giorno festivo dopo il primo plenilunio che arrivava dopo il giorno dell’equinozio di primavera, il 21 marzo. Gli ortodossi calcolano il primo plenilunio dopo il 21 marzo secondo il calendario giuliano, mentre i cattolici lo calcolano in base a quello gregoriano. La difficoltà di determinare il giorno della Pasqua risiede nel fatto che il primo plenilunio dopo il 21 marzo può talvolta verificarsi in giorni diversi, ma può anche capitare quindi che talvolta la Pasqua ortodossa e quella cattolica possono coincidere.
Una settimana prima della Pasqua gli ortodossi, come tutti i cristiani, festeggiano l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, che molti di voi conosceranno con il nome di “Domenica delle Palme”. In Russia l’entrata del Signore a Gerusalemme non si chiama “Domenica delle Palme”, ma “Domenica dei Salici”. In Russia le palme non crescono, però proprio in questo periodo ogni anno spuntano le gemme dei salici. Ecco perché questo giorno, in Russia si chiama la “Domenica dei Salici”. Gli ortodossi hanno l’usanza di conservare nel corso dell’anno i rametti dei salici benedetti e usarli per abbellire le icone e per proteggere le case dalle malattie.
Il digiuno quaresimale, secondo le regole ortodosse russe è più severo delle usanze cattoliche. I cibi di provenienza animale (come burro, latte, uova, pesce, con l’esclusione totale della carne) non vengono mangiati durante la Quaresima, ad eccezione di alcune domeniche (come la Domenica dei Salici). Gli altri giorni si possono mangiare solo vegetali (patate, pane, cavoli, verdure, conserve) e bere il tè. Sono proibiti gli alcolici e i rapporti sessuali. Il mercoledì e il venerdì si mangiano solo cibi non cucinati, e il venerdì Santo non si mangia per niente.
Iniziamo subito con una curiosità, che denota poi una differenza tra le tradizioni pasquali cattoliche e quelle ortodosse. L’uovo di cioccolato della Pasqua occidentale è praticamente sconosciuto nelle usanze russe.
Nella tradizione cattolica, l’uovo di Pasqua rappresenta il Santo Sepolcro: l’uovo, sebbene sembri morto all’esterno, contiene una nuova vita al suo interno, che presto uscirà fuori e quindi l’uovo funge da “simbolo della bara e origine della vita nelle sue profondità”.1
Nella tradizione ortodossa, l’usanza di dare uova è associata alla leggenda di un uovo donato da Maria Maddalena all’imperatore Tiberio. Secondo il racconto di Dimitrij di Rostov, Maria Maddalena ebbe l’opportunità di incontrare l’imperatore e gli diede un uovo, dipinto in rosso , con le parole: “Cristo è risorto!” La scelta di un uovo come dono, secondo San Demetrio, fu causata dalla povertà di Maria. Non voleva presentarsi a mani vuote ed il colore dell’uovo aveva lo scopo di attirare l’attenzione dell’imperatore. Sebbene oggi le uova siano dipinte in diversi colori, il rosso è il colore tradizionale: simboleggia il sangue di Cristo crocifisso. In generale, il colore rosso è tipico per la Pasqua ortodossa, in particolare, questo è il colore dei paramenti liturgici di questa festa.
In un’altra versione dell’esposizione si dice che l’uovo donato da Maddalena, recava l’iscrizione “Cristo è risorto!”, ma era del normale colore dell’uovo. L’imperatore, dubitando della strana notizia della risurrezione, disse che come un uovo non può passare dal bianco al rosso, così i morti non risorgono. Così all’istante l’uovo divenne rosso sotto i suoi occhi.2 Questa versione ha ispirato la cantante Svetlana Kopilova nella creazione di una canzone sull’incontro di Maria Maddalena con l’imperatore Tiberio.3
Ecco perchè in Russia non esiste la tradizione dell’uovo di cioccolato ma invece quella delle uova naturali dipinte a mano. In tutte le famiglie i genitori ed i nonni affiancano i bambini nel dipingere le uova. Volete colorare le uova secondo la tradizione russa? Ecco come si fa, è molto semplice. Per gli ingredienti bastano uova e buccia di cipolla rossa, un modo comune e facile per dare alle uova colori diversi, che vanno dal giallo al rosso mattone. Il colore dipende dalla concentrazione del decotto. Preparazione: Lavare le uova. Preparare un infuso dal decotto delle bucce di cipolla rossa. Se volete che il colore delle uova sia più intenso, prendete tanta buccia e fatela bollire per circa 30 minuti. Mettete le uova nell’infuso, fate bollire circa 10 minuti. Tirate fuori, lasciate all’aria aperta finché il tutto si asciughi. Nello stesso modo si possono colorare le uova di giallo usando foglie di betulla. Facendo bollire le uova con questi coloranti naturali per 15 minuti, si possono ottenere tonalità diverse: per ottenere il rosso chiaro, bollire bietola o mirtillo rosso, per ottenere il giallo bollire scorze di arance o limone, per ottenere il verde bollire spinaci o buccia di mela verde, per ottenere il blu bollire foglie di cavolo rosso, per ottenere il beige ed il marrone bollire chicchi di caffè.
Se volete ottenere uova dai colori brillanti, immergetele pochi istanti nell’olio a temperatura ambiente e poi asciugatele con un tessuto.
Nella tradizione ortodossa, la Pasqua è associata agli “artos”, un pane speciale con un’icona della Resurrezione stampata sopra, usato nella liturgia della Settimana Luminosa (Settimana Santa), che viene consacrato nella pratica parrocchiale russa alla fine della Liturgia Pasquale, dopo la preghiera di benedizione dello Ieratico (Preghiera per la Benedizione del Pane).
Questo pane durante l’intera Settimana Luminosa (Settimana Santa) è nella chiesa e viene poi distribuito ai fedeli dopo la liturgia del Sabato Luminoso (Sabato Santo). In Russia, è prassi comune non consumare completamente gli “artos” in questo giorno, ma conservarli a casa per mangiarli a stomaco vuoto, soprattutto in eventuale caso di malattia.4 5 Questo pane simboleggia Gesù Cristo risorto presente alla mensa dei fratelli per tutta la Settimana Luminosa.
La sera del Sabato Luminoso (Sabato Santo) si partecipa alla processione intorno alla chiesa, effettuata portando in mano una candela e cantando le preghiere. A mezzanotte il prete si ferma all’esterno davanti alle porte chiuse della chiesa e aprendole apre simbolicamente le porte del sepolcro del Signore annunciando a tutti che Cristo è risorto. Durante lo svolgimento dell’intera funzione il prete e i fedeli si scambiano gli auguri, pronunciando la formula: “Cristo è risorto!” “In verità è risorto!” e scambiandosi tre baci. Si tratta di una cerimonia molto suggestiva.
Naturalmente dopo le sette settimane di astinenza della Quaresima la tavola pasquale si distingue per la ricca varietà delle sue pietanze a base di carne.
Il tipico dolce pasquale russo si chiama kulìč. Qualora voleste prepararlo eccovi la ricetta! Per preparare 1 kg di dolce, occorrono: 437,5 grammi di farina di grano tenero, 132 grammi di burro, 13,4 grammi di lievito secco, 8 grammi di vanillina, 134 grammi di uvetta ammollata nel cognac, 178 grammi di zucchero, 10 grammi di sale, 60 grammi di canditi, poco meno di 9 grammi di cognac, 44,5 grammi di latte intero col 3,2% di grassi. Prima di tutto bisogna setacciare la farina e scaldare poco più della metà del latte ad una temperatura di 40 gradi, aggiungere il lievito e mescolare con 1/3 della farina, e poi cospargere con la farina la superficie e mettere l’impasto in un luogo caldo a fermentare per mezz’ora. Successivamente, quando cresce il volume di 2-2,5 volte e comincia ad abbassarsi, è necessario aggiungere il resto del latte, il sale, lo zucchero e la vanillina ed impastare l’impasto. A discrezione è possibile aggiungere le uova. Dopo occorre impastare e prima della fine aggiungere il burro fuso, i canditi e l’uvetta imbevuta. L’impasto finito dovrebbe essere messo in un luogo caldo ed oleato per 2/2,5 ore. Durante la lievitazione il volume dell’impasto deve raddoppiare di 2 volte e mezzo. Solo allora mettete l’impasto nelle forme speciali per la cottura ed infornate. Cuocere per 50 minuti a 180° in un forno già preriscaldato.6 Farlo raffreddare per circa 15 minuti prima di toglierlo dallo stampo. Tradizionalmente è decorato dalle lettere cirilliche X e B, iniziali dell’augurio pasquale: “Христос воскресе” (Cristo è risorto). Il Sabato Luminoso (Sabato Santo), il kulìč e gli altri piatti preparati in casa, si portano in Chiesa per farli benedire, mediante aspersione di acqua benedetta.
Altro dolce tipicamente pasquale della tradizione russa è la “paska”. La paska è la prova tangibile che la Quaresima è finita, perché contiene tutti gli alimenti proibiti. Dolce e cremosa, la paska si accompagna perfettamente al kulič, leggermente asciutto. Infatti non si riescono a immaginare l’una senza l’altro.
Benché possa apparire strano, esiste anche un lato triste delle feste pasquali. Come retaggio del tradizionale passato sovietico è rimasta la visita al cimitero nella domenica di Pasqua, con il tradizionale banchetto sulla tomba dei defunti dove chi viene in visita sosta a mangiare uova, kulìč e a bere bevande alcoliche. In epoca sovietica la Chiesa Ortodossa non ha cercato di combattere quest’usanza non avendone la possibilità e le autorità sovietiche pur di impedire alla gente di frequentare le chiese erano felici di poter sostituire alla celebrazione della festa religiosa questa festa laica di omaggio ai defunti. Anche oggi la Chiesa non è in grado di cancellare tale consuetudine e la gente continua a recarsi a Pasqua nei cimiteri, senza ascoltare le esortazioni del clero che invita a farlo in un altro giorno dell’anno.7
Non rimane altro che ricordarvi come ci si fanno gli auguri. In russo non si traduce la forma augurale “Buona Pasqua”, ma si dice: “Христос воскресе” (si pronuncia “Kristòs vaskriès”) e significa “Cristo è risorto”. Quando qualcuno vi pronuncia o vi scrive queste parole, la risposta è: “Воистину воскресе” (si pronuncia “vaìstinu vaskriès” e significa “Davvero risorto”.
Христос воскресе!
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Fonti
(1) Anne Jordan, Christianity, Stanley Thornes, Cheltenham 2000.
(2) http://www.pravoslavie.ru/6636.html
(3) http://www.svetlana-kopylova.ru/media/diskografiya/audio-cd/5-j-albom-zryachaya-lyubov-pesni-legendy/
(4) М. С. Желтов, Ю. И. Рубан. Артос // Православная энциклопедия. — М. : Церковно-научный центр «Православная энциклопедия», 2001. — Т. III. — С. 470—472. — 752 с
(5) http://www.pravmir.ru/chto-takoe-artos-2/
(6) https://it.sputniknews.com/mondo/201604292578380-Cremlino-pasticceri-dolce-kulich/
(7) https://it.rbth.com/societa/2017/04/13/come-si-festeggia-la-pasqua-in-russia-e-in-occidente_741989
Devi accedere per postare un commento.