Ieri mattina, domenica 25 novembre 2018, il Servizio di Sicurezza Federale della Federazione Russa (FSB) che è responsabile del mantenimento delle frontiere del Paese, ha reso noto che tre navi della marina ucraina (2 navi dotate di artiglieria navale ed un rimorchiatore) hanno violato il confine russo e che si stavano dirigendo verso lo stretto di Kerch, in Crimea. Questo il testo della nota diffusa dall’FSB: “Questa mattina, alle 7 circa ora di Mosca, tre navi appartenenti alle forze armate ucraine hanno violato la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare … per attraversare il confine russo”.
Nella comunicazione diffusa dall’FSB è scritto che le navi stavano navigando verso il Ponte della Crimea, ma non hanno effettuato alcuna richiesta per passare sotto di esso. Inoltre: “Le navi stanno intraprendendo manovre pericolose e non obbediscono alle istruzioni legali delle autorità russe“.
Il Servizio di Sicurezza Federale (FSB) ha aggiunto che si stanno adottando tutte le misure di sicurezza necessarie, ed ha anche reso pubbliche una serie di foto delle navi ucraine che sono state scortate nel porto di Kerch da navi della Guardia Costiera della Federazione Russa.
Iniziamo con il contestualizzare il luogo di cui stiamo parlando e la normativa in vigore inerente il transito nello stretto.
Lo stretto di Kerch si trova in Russia e divide la penisola della Crimea dal resto della Federazione Russa.
In virtù di un trattato del 2003, la Russia e l’Ucraina godono della libertà di navigazione nello stretto di Kerch, ma vi sono norme tecniche dettagliate su come le navi devono attraversare la stretta e complessa via d’acqua. Poiché tutto il traffico nell’area è controllato dal porto di Kerch, in Crimea, ogni nave deve contattare la struttura, segnalare il percorso e la destinazione e ricevere il permesso di navigare attraverso lo Stretto.
Le tre navi ucraine, il “Berdiansk”, il “Nikopol” e il “Yany Kapu”, hanno ignorato le legali richieste di fornire tali indicazioni ed invitate a fermarsi, non hanno ottemperato all’ordine ricevuto ed hanno eseguito manovre pericolose.
Per questo motivo, il Servizio di Sicurezza federale (FSB) ha confermato che le sue navi sono state costrette ad utilizzare le armi per fermare le navi ucraine che sono entrate illegalmente nelle acque territoriali russe. Le navi sono state scortate fino al porto di Kerch e sottoposte a sequestro.
Inoltre l’FSB ha reso noto che tre marinai militari ucraini sono stati feriti ed hanno ricevuto assistenza medica dalle strutture sanitarie militari della Federazione Russa, ma non sono in pericolo di vita.
Più tardi, verso le 11.30 ora di Mosca, altre due navi militari ucraine sono partite dal porto di Berdiansk sul Mar d’Azov e si sono avvicinate allo stretto di Kerch dalla parte opposta ma alla vista degli aerei d’attacco al suolo SU-25 russi che sfrecciavano sulle loro teste, sono tornati indietro approdando nel loro porto di partenza.
Poco dopo una nave cargo di grandi dimensioni accompagnato da diverse navi della Guardia Costiera russa ha bloccato l’unico passaggio attraverso lo stretto di Kerch “per motivi di sicurezza”.
Il portavoce del quartier generale dell’FSB a Mosca ha dichiarato: “Lo scopo di queste azioni provocatorie da parte della marina ucraina è di creare una situazione di conflitto nella regione“.
Infatti negli ultimi tempi, l’Ucraina sta cercando di provocare la Federazione Russa con misere ed infantili azioni illegali. Così, la nave da pesca russa “Nord” è stata sequestrata ed i marinai sono stati arrestati dalle guardie di confine ucraine a marzo di quest’anno, mentre la petroliera Mechanik Pogodin è bloccata nel porto ucraino di Kherson dal mese di agosto, a seguito delle sanzioni imposte da Kiev contro Mosca. A settembre, Mosca ha accusato un’altra nave militare appartenente all’Ucraina di violare i confini russi e la Guardia Costiera l’ha scortata fuori dalle acque territoriali russe.
Dopo l’episodio di ieri, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha proposto di dichiarare la legge marziale nel Paese. La proposta è stata approvata dal Consiglio nazionale di sicurezza ucraino e andrà oggi stesso sottoposta al parlamento per l’approvazione finale. Il governo ucraino ha chiesto ai suoi alleati, compresa la NATO e l’Unione Europea, di vendicare l’accaduto, invitando i suoi sostenitori occidentali a rafforzare le sanzioni esistenti e imporre nuove misure contro la Russia, oltre a fornire a Kiev nuovi finanziamenti ed aiuti militari. Poroshenko comunque ha affermato che nonostante le forze armate ucraine siano state attivate al livello massimo d’allerta, la legge marziale non significherà la mobilitazione immediata delle truppe e ha affermato che non sono in programma operazioni offensive, .
In conclusione di questo articolo ed in attesa di aggiornarvi riguardo gli sviluppi della situazione, cerchiamo di capire, qual è il motivo delle continue provocazioni ucraine. L’Ucraina ha già da tempo manifestato pubblicamente la sua intenzione di distruggere il Ponte di Kerch, il ponte appena realizzato ed inaugurato che unisce la Crimea al resto della Federazione Russa. Quindi in modo del tutto provocatorio, invia due cannoniere proprio a ridosso del posto di Kerch, ignorando le disposizioni di navigazione delle autorità russe. Ma perché? Volevano abbattere veramente il ponte, oppure c’è sullo sfondo un’altra motivazione?
Improbabile che l’obiettivo della missione delle navi militari ucraine fosse proprio l’abbattimento del ponte, ma il rischio di gesti provocatori e dimostrativi a tal proposito resta comunque molto alto e le autorità russe che sono responsabili della sicurezza certamente non possono tollerarli o sottovalutarli.
Ma il motivo di fondo di queste provocazione è un altro! Il 31 marzo 2019 in Ucraina si terranno le elezioni presidenziali e Poroshenko è pienamente cosciente del rischio di perderle. A tal proposito, qualora riuscisse a trovare il casus belli per poter dichiarare lo “Stato di Crisi bellica”, riuscirà a rimanere in carica posticipando la data delle elezioni alla fine della crisi.
Luca D’Agostini
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