Le elezioni dell’Assemblea Costituente – le prime elezioni democratiche in Russia – si tennero nel novembre 1917 per stabilire la forma di governo nel Paese. I bolscevichi in queste elezioni ricevettero il 23% dei voti e i socialisti-rivoluzionari il 42%, cosicché il potere sarebbe dovuto passare ai socialisti-rivoluzionari.
Lenin non gradiva affatto tale risultato. L”Assemblea Costituente convocata per il 5 gennaio 1918 fu sciolta il giorno stesso. I deputati – ad eccezione dei menscevichi e dei socialisti-rivoluzionari di sinistra – non tollerarono quanto accaduto e così l’8 giugno 1918, crearono a Samara il Comitato dell’Assemblea Costituente (KOMUCH) e si armarono per combattere contro i bolscevichi.
All’Esercito popolare di KOMUCH, comandato dal colonnello Vladimir Oskarovič Kappel’, si unirono i Legionari cecoslovacchi catturati durante la Prima Guerra Mondiale. Stavano per lasciare la Russia per combattere per la liberazione della Cecoslovacchia dall’Austria.

Colonnello Vladimir Oskarovič Kappel’
I legionari riuscirono a raggiungere Penza. Per andare oltre, i cecoslovacchi avrebbero dovuto cedere le armi. Tale condizione fu fissata dal Commissario del popolo per gli affari militari e navali, Lev Trockij. Ma i Legionari cecoslovacchi si rifiutarono di consegnare le armi e le rivolsero contro il potere sovietico. I cecoslovacchi si unirono all’Esercito popolare di KOMUCH, poiché le idee dei socialdemocratici erano vicine alle loro.
L’Esercito popolare di KOMUCH (circa 30 mila persone) e il corpo cecoslovacco (40 mila persone) presero il controllo di gran parte dei territori dell’Estremo Oriente, della Siberia, degli Urali e della regione del Volga. Nel luglio 1918 presero il controllo di Simbirsk (l’odierna Ul’janov), il 6 agosto assunsero il controllo di Kazan ed erano intenzionati a dirigersi verso Mosca. I bolscevichi si trovarono in una situazione critica.
A questo punto è importante non confondere, non cadere nell’errore di pensare che l’Esercito popolare di KOMUCH fosse antisovietico, che fosse filo-zarista oppure semplicemente antirivoluzionario. Occorre tenere a mente che l’Esercito popolare di KOMUCH combatteva sotto l’insegna delle bandiere rosse. Infatti, i membri del Comitato dell’Assemblea Costituente (KOMUCH) rappresentavano un governo socialista antibolscevico. Prokopij Diomidovič Klimuškin, uno dei capi del Comitato dell’Assemblea Costituente, scrisse: “Ciò che hanno fatto i bolscevichi quando hanno disperso l’Assemblea Costituente è, in sostanza, controrivoluzione. La lotta di KOMUCH è una lotta per restituire al popolo la sua libertà e, quindi, è essenzialmente una lotta rivoluzionaria. Il simbolo della rivoluzione è lo stendardo rosso.” Su questo stendardo c’era scritto: “Potere al popolo – potere all’Assemblea Costituente“.
Fu così che nell’estate e autunno del 1918, Kazan costituiva la zona del fronte più delicata. Ma quali parti combatterono a Kazan nel 1918? Da una parte vi erano l’Esercito popolare di KOMUCH e i Legionari cecoslovacchi, dall’altra parte dello schieramento combattevano insieme la neonata Armata Rossa e i Fucilieri lettoni. Quest’ultimi costituivano un’unità militare formata durante la Prima Guerra Mondiale e dopo la Rivoluzione d’Ottobre, una parte dei Fucilieri lettoni sostenne i bolscevichi. Nell’estate del 1918, il 5° Reggimento di Fucilieri lettoni arrivò a Kazan per difendere la città dall’avanzata dell’Esercito popolare di KOMUCH. Tuttavia, nell’agosto 1918, il 5° Reggimento dei Fucilieri lettoni si arrese all’Esercito popolare di KOMUCH e il comandante del reggimento lettone, Ioakim Ioakimovič Vacetis insieme a 16 fucilieri lettoni fuggì a Svijažsk (località sita nell’attuale Repubblica autonoma del Tatarstan), raggiungendo Trockij.

Esercito popolare di KOMUCH

Legionari cecoslovacchi

Armata Rossa entra a Kazan (1918)

Fucilieri lettoni
Nel frattempo a Kazan imperversava il terrore seminato dall’Esercito popolare di KOMUCH. Come scrisse il rivoluzionario e politico sovietico Pëtr Germogenovič Smidovič: “A Kazan vi fu una baldoria davvero sfrenata dei vincitori. Le esecuzioni di massa non solo dei sostenitori sovietici, ma anche di tutti coloro che erano sospettati di riconoscere il potere sovietico, furono eseguite senza processo e i cadaveri rimasero per giorni in strada.“
Tra le vittime del terrore seminato dall’Esercito popolare di KOMUCH, vi furono Jakov Šeinchman (Presidente del Consiglio provinciale e del comitato del Partito Comunista), Mullanur Vachitov (Commissario del popolo tataro-bashkiro e Presidente del Collegio militare musulmano centrale), Martin Mez̆aluk (membro del Assemblea Costituente e Commissario della Giustizia di Kazan), Sergej Gassar (politico bolscevico al quale è dedicata una strada di Kazan), Aleksandr Komlev (sindacalista).
Vladimir Volskij, il Presidente del Comitato dell’Assemblea Costituente (KOMUCH), ammettendo indirettamente tali accuse, scrisse: “Il Comitato ha agito in modo dittatoriale. Il suo potere è stato duro, crudele e terribile. Ciò è stato dettato dalle circostanze della guerra civile. Avendo preso il potere in tali condizioni, dovevamo agire e non ritirarci di fronte al sangue. E c’è molto sangue su di noi. Ne siamo profondamente consapevoli. Non potevamo evitarlo nella feroce lotta per la democrazia.“
Lenin comprese che Kazan dovesse essere liberata il prima possibile. Così a Svijažsk, Trockij, il Commissario del popolo per gli affari militari, radunò le forze dell’Armata Rossa. A Svijažsk erano presenti anche la redazione del quotidiano “В пути” (“Sulla strada“), fonte di un gran volume di informazioni riguardo gli accadimenti di quel periodo, e la troupe che girò il film “La cattura di Kazan del compagno Trockij” (“Взятие Казани товарищем Троцким”).

Lev Trockij
Trockij nominò Ioakim Ioakimovič Vacetis comandante di tutte le forze armate dell’Armata Rossa. Tale nomina sorprese Lenin. Dopotutto, Vacetis, in qualità di comandante dei Fucilieri lettoni si arrese durante i combattimenti avvenuti a Kazan, permettendo all’Esercito popolare di KOMUCH di impadronirsi delle riserve auree dello Zar.

Ioakim Ioakimovič Vacetis
Trockij rispose che non c’era nessun altro da nominare. Inoltre, il 5° Reggimento di Fucilieri lettoni, che si arrese quasi completamente all’Esercito popolare di KOMUCH, fu il primo nella storia a ricevere l’Ordine della Bandiera Rossa.
Alle forze dell’Armata Rossa presenti a Svijažsk, si aggiunse un distaccamento musulmano, inviato da Mullanur Vachitov (Commissario del popolo tataro-bashkiro e Presidente del Collegio militare musulmano centrale) al fine di combattere per la liberazione di Kazan.

Monumento a Mullanur Vachitov (Kazan)
Nel suo primo ordine durante i preparativi per la liberazione di Kazan, Trockij scrisse: “Il mio nominato capo della difesa della linea ferroviaria Mosca-Kazan, compagno Kamenšikov, ha ordinato la creazione di campi di concentramento a Murom, Arzamas e Svijažsk, dove saranno confinati agitatori oscuri, ufficiali controrivoluzionari, sabotatori, parassiti, speculatori. La Repubblica Sovietica è in pericolo. Guai a coloro che direttamente o indirettamente aumenteranno questo pericolo!“
L’ordine di Trockij causò una violenta repressione da parte dell’Armata Rossa. A Svijažsk furono fucilati 27 soldati, il comandante e il Commissario del Reggimento Operaio di Pietrogrado. Anche Vsevolod Vitalievič Višnevskij, in seguito importante scrittore sovietico, sparò contro di loro da una mitragliatrice. A quel tempo, infatti, Višnevskij era un marinaio della Flottiglia Rossa, imbarcato sulla nave “Vanja-Comunist n. 5”.
Il Reggimento Operaio di Pietrogrado non aveva addestramento militare e non poteva resistere all’attacco dell’Esercito Popolare di KOMUCH. Così, quando provarono a fuggire imbarcandosi di nascosto sui piroscafi che partivano per Nižnij Novgorod, furono catturati e fucilati. A tal proposito, il Commissario bolscevico Larisa Reisner, scrisse: “Hanno fucilato i disertori che sono fuggiti sui piroscafi nel momento più cruciale. Tra loro ci sono diversi comunisti. Di questa esecuzione si ebbe notizia solo alcune settimane dopo. Dicono che tra quelli fucilati c’erano buoni compagni. Certo, Svijažsk è una tragedia. Il destino di Kazan si decise proprio in quei giorni, e non solo di Kazan, ma di tutto l’intervento bianco.“
Dopo cruenti battaglie per le vie di Kazan, l’Armata Rossa riuscì a sconfiggere l’Esercito popolare di KOMUCH, ma iniziò immediatamente la stessa tipologia di repressioni che gli uomini del colonnello Vladimir Oskarovič Kappel’ avevano intrapreso precedentemente. Non è un caso, che durante la guerra civile russa morirono circa 1,5 milioni di persone.
La liberazione di Kazan rappresentò praticamente la fine dell’Esercito popolare di KOMUCH, il quale nell’ottobre del 1918 cessò di esistere.
Ecco perchè si può considerare che nel 1918, il destino di tutta la Russia si stava decidendo nel territorio di Kazan.
Luca D’Agostini
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Fonti
1)Гражданская война в СССР (в 2-х тт.) / колл. авторов, ред. Н. Н. Азовцев. Том 1. М., Воениздат, 1980
2) Каппель и каппелевцы. 2-е изд., испр. и доп. М.: НП «Посев», 2007
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