Pochi giorni fa, il 14 ottobre 2019, è avvenuta la visita del Presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovič Putin in Arabia Saudita.
Con l’occasione, in questo articolo, analizzeremo le relazioni bilaterali tra Arabia Saudita e Federazione Russa, rispettivamente primo e secondo produttore di petrolio al mondo.
L’Unione Sovietica fu il primo Paese a riconoscere l’Arabia Saudita ed a stabilire con il regno saudita le relazioni diplomatiche. Nel 1938, l’ambasciata sovietica in Arabia Saudita fu chiusa e le relazioni bilaterali furono interrotte fino al 1991. Durante la Guerra Fredda l’Arabia Saudita ha sempre sostenuto gli Stati Uniti nella sua politica contro l’Unione Sovietica e le sue aree di influenza geopolitica. Da parte loro, le autorità sovietiche, fino al 1990 proibirono ai loro cittadini di recarsi in Arabia Saudita. Solo nel 1991 furono ripristinate le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Ripercorriamo ora la storia dei rapporti tra Russia ed Arabia Saudita. L’interesse della Russia per la penisola araba nel XIX secolo fu una conseguenza dell’espansione del territorio dell’Impero russo, con l’inclusione dell’Asia centrale e del Kazakistan e quindi di una significativa popolazione di religione musulmana. Di conseguenza, una parte significativa dei cittadini russi effettuava dei pellegrinaggi a La Mecca, che a quel tempo apparteneva alla Turchia. La Mecca in quel periodo era una città piuttosto sporca, dove si sviluppavano malattie contagiose a causa della mancanza di controllo sanitario. Solo nel luglio 1893, circa tremila pellegrini morirono in città.1 Al fine di evitare l’introduzione di infezioni in Russia ed in altri Paesi europei, fu istituito ad Istanbul il Consiglio Sanitario Supremo Internazionale.2 Per proteggere i pellegrini russi, nel 1891 fu aperto un consolato dell’Impero russo a Jeddah. Il consolato a Jeddah operò fino al 1914, quando le sue attività furono interrotte dalla prima guerra mondiale, durante la quale l’Impero ottomano si oppose alla Russia.
Dopo la dissoluzione dell’Impero ottomano, solo nel 1932 l’Arabia Saudita divenne un Paese indipendente. Nel 1938, la missione diplomatica sovietica a Jeddah fu chiusa e le relazioni diplomatiche di fatto interrotte. Una delle ragioni principali della fine delle relazioni diplomatiche fu la repressione e la fucilazione dei primi due rappresentanti diplomatici sovietici: Karim Cakimov e Nazir Tiurjakulov. Le autorità dell’Unione Sovietica proibirono ai loro cittadini di effettuare i pellegrinaggi. Solo nel 1990, i primi 750 pellegrini sovietici furono autorizzati a recarsi in Arabia Saudita.3
In connessione con il forte aggravamento della situazione politico-militare nella regione del Golfo Persico, nel settembre e novembre 1990, il Ministro degli Affari Esteri dell’Arabia Saudita al-Faisal, effettuò una visita diplomatica a Mosca. Durante la sua visita, fu raggiunto un accordo sulla piena normalizzazione delle relazioni diplomatiche e sulla ripresa delle attività delle missioni diplomatiche: l’ambasciata russa a Riad è operativa dal maggio 1991, il consolato generale a Jeddah dall’aprile 1991. L’ambasciata dell’Arabia Saudita a Mosca è stata aperta nel dicembre 1991.
Nel 1991, l’Arabia Saudita concesse all’Unione Sovietica un prestito di 250 milioni di dollari, il quale è stato interamente rimborsato dalla Federazione Russa.
Nel settembre 2003, il principe ereditario (in seguito, re dal 2005 al 2015) dell’Arabia Saudita Abdullah Ibn Abdul-Aziz al Saud effettuò una visita ufficiale a Mosca, durante la quale tenne colloqui con il presidente Putin. Nel febbraio 2007, fu il presidente Putin ad effettuare una visita ufficiale in Arabia Saudita.
Nel 2004 Russia ed Arabia Saudita hanno firmato un contratto della durata di 40 anni per la perforazione di pozzi nel deserto saudita del Rub al-Khali, al fine di individuare giacimenti di gas e petrolio. Così per attuare il progetto, l’azienda petrolifera russa LUKOIL e la compagnia petrolifera statale saudita Saudi Aramco, hanno creato una joint venture LUKOIL Saudi Arabia Energy Ltd. (LUKSAR), in cui la quota russa è dell’80%.4 Nel 2005 la società energetica russa Strojtransgaz su richiesta del governo saudita ha sviluppato in Arabia Saudita una rete di trasporto e distribuzione del gas. Nel 2009, Strojtransgaz ha completato il completamento di due contratti per la costruzione dell’oleodotto Sheyba-Abkeyk per una lunghezza di 217 km ed un oleodotto di una lunghezza di 900 km. Attualmente, la messa in servizio è in fase di completamento presso l’oleodotto Sheyba-Abkeyk. Inoltre, Strojtransgaz sta lavorando con la parte saudita per partecipare alla realizzazione di progetti sul territorio dell’Arabia Saudita, quali la costruzione del gasdotto Sheyba-Jumeya per una lunghezza di 640 km ed una conduttura dell’acqua con una lunghezza pari a 400 km.4
In connessione con la decisione del governo saudita di ridurre la propria produzione di grano dal 2008 e dal 2016 di abbandonare completamente la sua produzione, il ministero dell’Agricoltura della Federazione Russa ha preso in considerazione i modi per aumentare l’offerta di grano russo all’Arabia Saudita e come attrarre investimenti sauditi nel settore agricolo russo. Il 13 dicembre 2012 si è svolta presso il centro stampa dell’agenzia Interfax la conferenza stampa congiunta del gruppo di società SAHO, con la partecipazione del Presidente dell’Unione Nazionale dei Produttori di Cereali della Federazione Russa Skurichin, il capo del Dipartimento di Finanza Aziendale dell’IFC METROPOL S. A. Solousov, il presidente del consiglio di amministrazione di Najd Investments Sua Altezza il Principe Abdulmohsin al-Saud e l’amministratore delegato di Najd Tara Rams. L’evento si è concluso con la solenne firma del contratto per la costituzione di una joint venture SAHO-MENA (Medal East & North Africa).5 La joint venture è stata creata per fornire prodotti di grano russi all’Arabia Saudita per un importo fino a 4 milioni di tonnellate all’anno.
Attualmente le principali esportazioni russe in Arabia Saudita riguardano metalli, prodotti di base, macchinari, attrezzature, veicoli e strumenti agricoli. Le principali esportazioni saudite in Russia riguardano prodotti chimici derivanti dalla lavorazione del petrolio. Secondo il Servizio Doganale Federale della Federazione Russa, nel 2018 il fatturato del commercio estero di Russia e Arabia Saudita è stato di 1.054 miliardi di dollari. Nello specifico le esportazioni russe ammontano a 762 milioni di dollari e le importazioni a 292 milioni.6
La cooperazione militare in tutto il periodo delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi è stata pressoché nulla. Un avvio del tutto simbolico di cooperazione militare si è registrato nel febbraio 2019, quando la Federazione Russa ha iniziato una modesta fornitura all’Arabia Saudita di fucili AK-103. La Russia e l’Arabia Saudita stanno concordando l’eventuale fornitura futura di altri armamenti, quali i sistemi missilistici anticarro Kornet-EM, i sistemi lanciafiamme pesanti Buratino TOS-1A ed i lanciagranate AGS-30.7 Ma ciò che più preoccupa gli Stati Uniti è l’eventuale fornitura di sistemi missilistici antiaerei S-400, gli stessi già acquistati poco tempo fa dalla Turchia, nonostante sia un Paese appartenente alla NATO. Infatti, quando lo scorso mese di settembre due installazioni petrolifere saudite furono distrutte da un attacco missilistico, condotto da una flotta di droni, il presidente Putin, in tono semi-serio ha proposto alla monarchia saudita di acquistare da Mosca il sofisticato sistema difensivo anti-aereo S-400, in quanto i sistemi di difesa statunitensi Patriot, si sono rivelati totalmente inadeguati. L’offerta, seppur non formale, ha preoccupato moltissimo gli Stati Uniti, per i quali l’Arabia Saudita rappresenta il più importante acquirente di armamenti militari.
Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha confermato che l’eventualità di una “cooperazione tecnica e militare” è stata affrontata durante i colloqui di questa settimana e se a proposito della vendita a Riad degli S-400 “non c’è ancora nulla da dire“, esistono in effetti dei piani in proposito. Lo stesso presidente Putin, poco prima del vertice, lo aveva confermato con parole praticamente identiche, rivelando il “particolare interesse” dell’erede al trono saudita, Mohammad bin Salman, per uno dei gioielli della produzione bellica russa.
Comunque la parte più sostanziale della visita del presidente Putin è stata quella relativa agli accordi economici e commerciali sottoscritti a Riad. Il Presidente, infatti, si è recato in Arabia Saudita assieme a quasi tutti i ministri del governo russo e ad un centinaio di imprenditori delle principali aziende russe. Complessivamente, prima e dopo il summit bilaterale, i due Paesi hanno siglato più di quaranta accordi e memorandum d’intesa in vari settori.
Un settore importante nelle relazioni russo-saudite è la cooperazione spaziale. L’Arabia Saudita ha enorme necessità delle competenze spaziali russe e dei suoi sistemi satellitari. Così, con l’aiuto russo, da settembre del 2000, i sauditi hanno messo in orbita 14 satelliti per comunicazioni e telerilevamento.
L’Ambasciata dell’Arabia Saudita a Mosca, attraverso il Consiglio dei Muftis russi, fornisce assistenza finanziaria allo sviluppo dell’educazione musulmana (scuole religiose) in Tatarstan ed in altre zone del Caucaso.
La guerra in Siria ha complicato molto le relazioni russo-saudite ma non le ha deteriorate. Infatti l’Arabia Saudita sostiene e finanzia i terroristi che combattono contro il legittimo governo siriano del presidente Bashar al-Assad.7 La Russia invece ha sempre sostenuto il legittimo Presidente siriano, anche con l’intervento militare delle sue truppe, intervento ricordiamolo, richiesto proprio dal governo siriano.8
Ma come abbiamo accennato prima, nonostante la crisi siriana, le relazioni politiche e commerciali tra Federazione Russa ed Arabia Saudita, seppur complicate sotto alcuni aspetti, non si sono per nulla deteriorate. E ci sono delle spiegazioni che giustificano il mantenimento della partnership tra i due Paesi. Infatti già dopo l’invasione statunitense dell’Iraq, avvenuta nel 2003 e dopo le rivolte arabe in Egitto e la crisi siriana, l’Arabia Saudita è divenuta il principale attore arabo nella regione. Il governo di Riad sostiene e finanzia gruppi terroristici in Siria, si oppone all’Iran, cercando di limitare la sua crescente influenza nella regione. Inoltre, l’Arabia Saudita ha scatenato una guerra nello Yemen ed ha causato la crisi finanziaria in Egitto, mettendo a rischio la stabilità e l’economia egiziana. In questo contesto, Mosca comprende chiaramente la necessità di sviluppare relazioni diplomatiche e commerciali con il regno saudita.9
Da parte sua, l’Arabia Saudita riconosce anche la maggiore influenza della Russia nella regione mediorientale ed è obbligata a fare i conti con essa. Qui, il punto di svolta è stato lo spiegamento da parte di Mosca di un contingente militare in Siria, fattore che ha fatto comprendere ai Paesi arabi che la Russia è l’arbitro degli equilibri nel Medio Oriente. Inoltre, le strette relazioni di Mosca e Teheran hanno costretto il governo saudita a costruire un dialogo intenso con il Cremlino al fine di avere un canale di comunicazione indiretto con l’Iran.9
Nel contesto geopolitico, è importante notare poi che le dinamiche di rafforzamento nelle relazioni tra Russia ed Arabia Saudita sono coincise con il deterioramento delle relazioni tra Riad e Washington nel 2015, causato dalla politica dell’amministrazione di Barack Obama. Infatti, un elemento importante della politica estera della precedente amministrazione statunitense fu il raggiungimento dell’accordo nucleare iraniano. Tale accordo sollevò preoccupazioni in Arabia Saudita rispetto alle garanzie di sicurezza offerte dagli Stati Uniti e fu percepito dal governo saudita come un tradimento, in quanto minacciava la sicurezza del Regno, che considera Teheran il suo principale nemico. Inoltre, i sauditi hanno notato come durante la “primavera araba”, Washington non fece nulla per salvare i suoi alleati di lunga data: i presidenti di Egitto e Tunisia (Mubarak e Ben Ali). Tutto ciò convinse l’Arabia Saudita della necessità di diversificare i suoi partner di politica estera, anche attraverso lo sviluppo delle relazioni con la Russia. Il fattore più importante di questa decisione saudita è costituito dalla stretta amicizia tra la Federazione Russa e l’Iran, Paese quest’ultimo dal quale l’Arabia Saudita è praticamente terrorizzata.9
Un altro fattore importante è il calo dei prezzi del petrolio avvenuto nel 2014-2015, che ha avvicinato Mosca e Riad. Essendo i maggiori produttori di petrolio (producendo insieme quasi il 25% della produzione mondiale), entrambi i Paesi sono stati duramente colpiti dalla caduta dei prezzi del greggio e sono stati costretti a costruire una cooperazione che ha portato ad un accordo per ridurre la produzione di petrolio, coinvolgendo anche altri membri dell’OPEC. Ciò ha aperto una nuova fase di cooperazione tra i due Paesi. Da allora, la Russia e l’Arabia Saudita sono in costante contatto su questo tema.9
Inoltre, le sanzioni occidentali imposte alla Russia dal 2014, hanno costretto Mosca a cercare alternative ai suoi investitori tradizionali. In queste condizioni, costruire relazioni economiche più strette con i Paesi ricchi di petrolio del Golfo Persico è diventata una delle priorità del governo russo.9
Un altro fattore importante è quello religioso. La Russia con la propria popolazione musulmana di 20 milioni di persone non può ignorare lo sviluppo delle relazioni tra musulmani russi e musulmani del Medio Oriente, per i quali l’Arabia Saudita è un centro religioso. Avendo vissuto l’esperienza negativa degli anni ’90, Mosca è impegnata ad impedire l’ingresso incontrollato nel Paese di tendenze islamiste che non sono tradizionali per i musulmani russi.9
Il mese scorso, l’Arabia Saudita ha consentito ai cittadini della Russia di ottenere visti turistici negli aeroporti del regno o elettronicamente.6
La visita del presidente Putin in Arabia Saudita comunque, non è altro che un ulteriore tassello della magistrale tela di rapporti tessuti dal Presidente con i Paesi dell’area mediorientale. Grazie alla capacità diplomatica del presidente Putin, l’unico statista presente sulla scena politica mondiale, la Federazione Russa ha assunto il ruolo di Paese arbitro delle sorti politiche e militari di ciascun Paese arabo del Medio Oriente. La Turchia guarda alla Russia per proteggere i propri interessi in Siria. Il presidente Putin vedrà infatti il presidente turco Erdoğan il prossimo 22 ottobre per discutere della situazione curda, quando sarà scaduto il termine della fragilissima tregua prevista dall’accordo stretto il 17 ottobre tra Washington ed Ankara. Il presidente Putin ha mediato tra Ankara e Damasco nei giorni dell’offensiva militare turca nel nord-est della Siria allo scopo di scongiurare uno scontro tra l’esercito siriano e quello turco ed il suo ruolo nel futuro assetto della Siria sarà decisivo. L’Iran, sempre minacciato dalle potenze occidentali, dorme sonni tranquilli in quanto forte della protezione della Federazione Russa. L’Arabia Saudita, la quale vive con l’incubo iraniano, cerca costantemente di stringere con la Russia delle relazioni commerciali sempre più rilevanti, confidando che queste possano proteggerle da un’eventuale aggressione iraniana. Il presidente Putin, da formidabile giocatore di scacchi, non ha sbagliato neanche una mossa. Chapeau Signor Presidente!
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Литвинов В. П. Российская дипломатия на Востоке и её роль в обеспечении нужд паломников-мусульман (вторая половина XIX — начало XX вв.) // Пространство и Время. — 2015. — № 1-2 (19-20). — С. 398
(2) Литвинов В. П. Российская дипломатия на Востоке и её роль в обеспечении нужд паломников-мусульман (вторая половина XIX — начало XX вв.) // Пространство и Время. — 2015. — № 1-2 (19-20). — С. 399
(3) Сосновских Е. Г. Трансформация государственно-конфессиональных отношений в 1985—1997 гг. (на материалах Челябинской области). Диссертация на соискание ученой степени кандидата исторических наук. — Челябинск, 2014. — С. 196.
(5) Совместная пресс-конференция
(6) Межгосударственные отношения России и Саудовской Аравии
(8) Сирия
(9) российско-саудовских отношений
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