Questo articolo è dedicato alle relazioni tra la Federazione Russa e la Repubblica islamica dell’Afghanistan.
La Russia ha un’ambasciata a Kabul e un consolato generale a Mazar-i-Sharif. L’Afghanistan ha la sua ambasciata a Mosca .
Nel diciannovesimo secolo, l’Afghanistan fungeva nel subcontinente come stato cuscinetto strategico tra l’impero russo e l’impero britannico. Le relazioni dell’Afghanistan con Mosca divennero più cordiali dopo la rivoluzione bolscevica del 1917. L’Unione Sovietica fu il primo Paese a stabilire relazioni diplomatiche con l’Afghanistan nel 1919 dopo la Terza guerra anglo-afgana, dopo di che firmò il Trattato di Amicizia nel 1921 il quale prevedeva il diritto al transito afghano attraverso l’Unione Sovietica.1 Il primo sostegno sovietico comprendeva l’assistenza finanziaria, la fornitura di aeromobili, personale di manutenzione e operatori telegrafici .
Negli anni ’50, l’Unione Sovietica iniziò ad attuare programmi di assistenza economica su vasta scala per l’Afghanistan. Tra il 1954 e il 1978, l’Afghanistan ricevette oltre 1 miliardo di dollari dall’Unione Sovietica, compreso un significativo rinforzo militare.
Nel 1973, i due Paesi annunciarono un accordo per 200 milioni di dollari per la fornitura di gas e petrolio, lo sviluppo del commercio, dei trasporti, dell’irrigazione e la costruzione di fabbriche. Dopo la missione a contingente limitato in Afghanistan nel 1979, i sovietici completarono i loro impegni di assistenza con il rafforzamento mirato dell’economia afgana e il ripristino dell’esercito afghano. L’Unione Sovietica fornì al governo afgano finanziamenti per 800 milioni di dollari a fondo perduto.
Tuttavia, ancora oggi rimangono problemi irrisolti riguardo ai militari sovietici dispersi o fatti prigionieri durante la missione a contingente limitato. Un esempio del tutto evidente riguarda le circostanze relative a quanto avvenne nel Campo Badaber in Pakistan ed al quale abbiamo precedentemente dedicato un articolo dal titolo “La rivolta del Campo Badaber” che potrete leggere sul blog “Madre Russia”.2
Inoltre terroristi tagiki con base in Afghanistan hanno attaccato nel luglio 1993 un avamposto del gruppo di truppe di frontiera della Federazione Russa nella Repubblica del Tagikistan al confine con l’Afghanistan, provocando la morte di 25 militari russi. Ciò spinse la Russia a reagire militarmente producendo considerevoli danni alle strutture nel nord dell’Afghanistan. Questa vicenda ha causato un ulteriore raffreddamento dei rapporti tra i due Paesi.
I rapporti tra la Federazione Russa e l’Afghanistan sono poi divenuti quasi totalmente nulli con l’avvento dei talebani ed il loro sostegno ai terroristi ceceni. In considerazione di ciò, la Federazione Russa ha fornito assistenza militare all’Alleanza del Nord, che è diventata la principale forza che ha contribuito al rovesciamento del regime dei talebani.
In questo clima di rapporti deteriorati e freddi, si inserisce un evento del tutto inaspettato e sbalorditivo. Nel marzo 2014, l’Afghanistan si è unito alla Siria e al Venezuela, riconoscendo la Crimea come parte della Federazione Russa. Come affermato in un articolo del New York Times, questo può sembrare strano, considerata la grave influenza dell’Europa e degli Stati Uniti sulla situazione nel Paese. Tuttavia, l’articolo giustifica tale riconoscimento come una decisione adottata da parte dei rappresentanti del governo afgano per venire incontro ai sentimenti filo-russi che sempre più intensamente stanno crescendo nella popolazione afgana, così come un tentativo di armonizzarsi con la crescente influenza di Mosca nel Medio Oriente ed in questa regione asiatica. Secondo il New York Times solo questi motivi possono spiegare una così inaspettata decisione dei rappresentanti delle autorità afghane.3
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Amin Saikal, Ravan Farhadi, Kirill Nourzhanov, L’Afghanistan moderno: una storia di lotta e sopravvivenza, IBTauris 2006.
(2) La rivolta del Campo Badaber
(3) New York Times
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