Il famoso romanzo dello scrittore Alexandre Dumas sui moschettieri ha cambiato una volta per tutte la percezione dell’opinione pubblica riguardo la Francia del XVII secolo. La vera immagine degli eventi è rimasta nell’ombra per via della descrizione fornita proprio da Dumas.
Il cardinale Richelieu occupa un posto speciale tra i personaggi storici oggetto della narrazione del famoso scrittore francese. Una personalità cupa, dedito agli intrighi, circondato da scagnozzi malvagi al suo servizio i quali si contrappongono ai moschettieri: il ritratto di Richelieu dipinto da Dumas non suscita molta simpatia.
In realtà il vero Richelieu differisce abbastanza dal suo “sosia” letterario. Inoltre, la vera storia della sua vita non è meno interessante di quella immaginaria.
Armand-Jean du Plessis, duca di Richelieu, nacque il 5 settembre 1585 a Parigi. Suo padre era François du Plessis de Richelieu, un eminente statista al servizio dei re Enrico III ed Enrico IV, e fu colui che disarmò Jacques Clément, l’assassino del re Enrico III di Francia. Suo padre quindi era un nobile mentre sua madre era figlia di un avvocato e un tale matrimonio non era accolto con favore dalla nobiltà francese. La posizione politica di François du Plessis de Richelieu, tuttavia, gli permise di ignorare tali pregiudizi: la misericordia del Re lo aiutò ulteriormente.
Armand era nato debole e malaticcio, tanto che i suoi genitori temevano seriamente per la sua vita. Il ragazzo fu battezzato solo sei mesi dopo la nascita, ma ebbe contemporaneamente due marescialli di Francia come padrini: Armand de Gonto-Biron e Jean d’Aumont.
Il 10 giugno 1590, il padre di Armand morì improvvisamente di febbre perniciosa all’età di 42 anni. Alla vedova rimasero cinque figli piccoli da accudire, una buona reputazione ma anche un mucchio di debiti non pagati. La famiglia, che viveva a quel tempo nella tenuta della famiglia Richelieu a Poitou, iniziò ad avere seri problemi finanziari. La situazione familiare era abbastanza critica, ma il re Enrico IV decise di pagare i debiti del suo defunto stretto collaboratore.
Pochi anni dopo, Armand fu mandato a studiare a Parigi: fu ammesso al prestigioso Collegio della Navarra, dove studiarono anche i futuri re di Francia. Dopo essersi diplomato con successo, il giovane, su decisione della famiglia, entrò nell’accademia militare.
Ma all’improvviso, tutto cambiò radicalmente. L’unica fonte di reddito della famiglia Richelieu era la posizione di vescovo di Luzon, concessa dal re Enrico III. Quarto di cinque figli, Armand era destinato a una carriera militare, ma si trovò ad affrontare invece una carriera ecclesiastica, nel 1605, al posto del fratello maggiore Alphonse, che l’aveva rifiutata. Armand era così l’unico uomo della famiglia che poteva diventare vescovo e garantire la conservazione della rendita finanziaria. Il diciassettenne Richelieu comprese benissimo la situazione ed iniziò a studiare teologia.
Il 17 aprile 1607 fu ordinato vescovo di Luçon. Data la sua giovinezza, il re Enrico IV intercedette personalmente per lui davanti al Pontefice Paolo V. Tutto ciò diede adito a molti pettegolezzi, ai quali comunque il giovane vescovo non prestò attenzione.
Dopo aver conseguito il dottorato in teologia alla Sorbona nell’autunno del 1607, Richelieu assunse le funzioni di vescovo. Il vescovado di Luçon era uno dei più poveri di Francia, ma sotto Richelieu tutto iniziò a cambiare rapidamente. La Cattedrale di Luçon e la residenza vescovile furono restaurate e lo stesso Richelieu si guadagnò il rispetto dei fedeli del suo vescovado.
Il vescovo Richelieu scrisse diverse opere di teologia, alcune delle quali erano indirizzate a teologi ed altre a parrocchiani ordinari. In quest’ultime, Richelieu cercò di spiegare l’essenza dell’insegnamento cristiano alle persone con un linguaggio accessibile.
Il primo passo nella vita politica del Vescovo fu l’elezione a deputato del clero per partecipare agli Stati Generali del 1614. Gli Stati Generali erano il più alto organo di rappresentanza della Francia e fornivano un voto consultivo al Re.
Gli Stati Generali del 1614 furono gli ultimi prima dell’inizio della Rivoluzione francese. Richelieu fu anche responsabile del fatto che gli Stati Generali non si riunirono per i successivi 175 anni. Il Vescovo, avendo partecipato alle riunioni, giunse alla conclusione che tutto si riduceva ad un insieme di chiacchiere vuote, per nulla collegate alla soluzione dei complessi problemi che la Francia doveva invece affrontare.
Richelieu sosteneva che solo un forte ed esclusivo potere della monarchia avrebbe fornito alla Francia crescita economica, rafforzamento del potere militare e autorità nel mondo.
Ma la situazione reale era molto lontana da ciò che il Vescovo pensava fosse corretto. Alla morte di Enrico IV, il suo erede Luigi XIII era ancora giovane e la reggente divenne la madre del giovane Re, Maria de’ Medici la quale gestì il potere insieme al suo preferito Concino Concini. L’economia francese era in crisi e la pubblica amministrazione cadde in rovina. Maria de’ Medici stava preparando un’alleanza con la Spagna, la cui garanzia sarebbe stata costituita da due matrimoni: quello tra l’erede spagnolo e la principessa francese Elisabetta, e quello tra Luigi XIII e la principessa spagnola Anna.
Questa alleanza non era redditizia per la Francia, perché avrebbe reso il Paese dipendente dalla Spagna. Tuttavia, il vescovo Richelieu non poteva influenzare la politica dello Stato in quel momento.
Dopo poco comunque, inaspettatamente, Maria de’ Medici colpita dall’abilità oratoria del Vescovo durante gli Stati Generali, nominò Richelieu confessore della principessa, la futura regina Anna d’Austria.
Richelieu in realtà, contrariamente a quanto raccontato da Dumas, non si infiammò di alcuna passione amorosa per Anna. Infatti il Vescovo non aveva simpatia per la spagnola, perché era una rappresentante di uno stato che considerava ostile. In secondo luogo, Richelieu aveva già circa 30 anni, e Anna 15 ed erano due persone sotto tutti gli aspetti completamente lontane l’una dall’altra.
Cospirazioni e colpi di stato a quel tempo in Francia erano all’ordine del giorno. Nel 1617, un’altra cospirazione fu guidata da Luigi XIII. Decidendo di liberarsi dell’ingerenza della madre, attuò un colpo di stato a seguito del quale fu ucciso Concino Concini e Maria de’ Medici fu inviata in esilio. Con lei fu esiliato anche Richelieu, che il giovane re considerava l’ispiratore della madre.
In esilio, Richelieu iniziò a scrivere un nuovo libro, questa volta sul governo. L’opera “Testamento politico” è diventata una delle opere più famose di Richelieu.
Comunque dopo alcuni mesi, Luigi XIII convocò il Vescovo a Parigi. Il Re era perplesso: fu informato che sua madre stava preparando una nuova ribellione con l’intenzione di rovesciare suo figlio. Richelieu fu allora incaricato dal Re di recarsi da Maria de’ Medici al fine di ottenere la riconciliazione.
Il compito sembrava impossibile, ma Richelieu ebbe successo. Da quel momento in poi divenne uno dei consiglieri più fidati di Luigi XIII.
Nel 1622 Richelieu fu elevato al rango di cardinale. Da quel momento in poi assunse sempre più potere.
Luigi XIII infatti non riuscì a migliorare la situazione del paese. Aveva bisogno di una persona affidabile, intelligente, decisa, pronta ad assumersi tutto il peso dei problemi. Il Re decise allora di fare pieno affidamento su Richelieu.
Così, il 13 agosto 1624 Armand de Richelieu divenne il Primo Ministro di Luigi XIII, cioè il capo del governo francese.
La principale preoccupazione di Richelieu era il rafforzamento del potere della monarchia, la soppressione delle autonomie locali, la subordinazione dell’aristocrazia francese, che, dal punto di vista del Cardinale, godeva di privilegi del tutto eccessivi.
L’editto del 1626, che vietava il duello, in base a quanto scritto da Dumas, fu percepito come un tentativo di Richelieu di privare i nobili dell’opportunità di difendere il loro onore in un duello onesto. Ma il Cardinale considerava i duelli un vero e proprio accoltellamento di strada, i quali producevano un numero consistente di vittime e che molto spesso privavano l’esercito dei migliori combattenti. Era necessario porre fine a questo fenomeno? Certamente!
Leggendo Dumas, l’assedio di La Rochelle, durato 14 mesi, è percepito come una guerra di religione contro gli ugonotti. Molti contemporanei lo hanno percepito allo stesso modo. Tuttavia, Richelieu l’intese in modo diverso. Combatté contro l’autonomia dei territori, chiedendo a loro la sottomissione incondizionata al re. Ecco perché, dopo la resa di La Rochelle, molti ugonotti ricevettero la grazia e non furono perseguitati.
Nel marzo del 1629, d’accordo con il re Luigi XIII, Richelieu intervenne militarmente in Italia per sostenere i diritti di Carlo di Nevers e Rethel sul ducato di Mantova (Guerra di successione di Mantova e del Monferrato), andando così contro il volere di Maria de’ Medici. Nello stesso anno, tuttavia, affrontò la ribellione ugonotta in Linguadoca, sottomettendo i ribelli, ma facendo loro concedere dal Re la grazia con la Pace di Alais, che sanciva la supremazia della corona e toglieva definitivamente le ultime piazzeforti, e i relativi privilegi politici, agli ugonotti.
Il cardinale cattolico Richelieu, ben in anticipo sui tempi, contrappose le contraddizioni religiose all’unità nazionale, dichiarando che il fattore principale non era se una persona fosse cattolica o ugonotta, ma se fosse francese o meno.
Richelieu, al fine di sradicare le autonomie locali, ottenne l’approvazione di un editto, secondo il quale gli aristocratici ribelli e molti nobili dei territori interni della Francia avevano l’ordine di abbattere le fortificazioni dei loro castelli per impedire l’ulteriore trasformazione di questi castelli in roccaforti dell’opposizione al suo governo.
Il Cardinale introdusse anche un sistema di intenti: funzionari locali inviati dal centro per volere del Re. I quartiermastri, a differenza dei funzionari locali che acquistavano i loro posti, potevano essere licenziati dal Re in qualsiasi momento. Ciò permise la creazione di un efficace sistema di amministrazione provinciale.
Sotto il governo di Richelieu, la flotta francese passò da 10 galee nel Mediterraneo a tre squadroni a pieno titolo nell’Atlantico e uno nel Mediterraneo.
Il Cardinale promosse attivamente lo sviluppo del commercio, concludendo 74 accordi commerciali con diversi paesi. Fu sotto Richelieu che iniziò lo sviluppo del Canada francese.
Nel 1635, Richelieu fondò l’Accademia di Francia e assegnò una pensione agli artisti, scrittori e architetti più eccezionali e di talento.
Con il sostegno del Primo Ministro, apparve nel paese il primo giornale periodico, il settimanale “La Gazette“, fondata da Théophraste Renaudot, medico di re Luigi XIII. Richelieu fu il primo in Francia a capire l’importanza della propaganda di stato, facendo di “La Gazette” il portavoce della sua politica. A volte il Cardinale pubblicava personalmente articoli ed editoriali all’interno del settimanale.
La linea politica di Richelieu non poteva non suscitare l’ira dell’aristocrazia francese, abituata ad alcune forme di libertà ed autonomia. Furono così compiuti diversi tentativi e cospirazioni per assassinare il Cardinale. In seguito ad uno di questi attentati falliti, su insistenza del Re, Richelieu si circondò di un corpo di guardia personale, che alla fine divenne un intero reggimento ancora oggi a tutti noto come “le guardie del Cardinale“. È interessante notare che Richelieu pagava gli stipendi delle guardie con i propri fondi, grazie ai quali i suoi soldati ricevevano sempre denaro in tempo, in contrasto con i moschettieri i quali invece soffrivano di ritardi salariali.
Anche le guardie del Cardinale presero parte alle ostilità e si comportarono molto degnamente. Durante il mandato del cardinale Richelieu come Primo Ministro, la Francia si trasformò da un Paese che i suoi vicini non prendevano sul serio, in uno Stato che entrò risolutamente nella Guerra dei Trent’anni e sfidò audacemente le dinastie asburgiche di Spagna e Austria.
Nel 1631, all’apice della sua carriera politica, riuscì a ottenere dal Re anche l’autorizzazione a costruire un castello e un borgo con il suo nome (ancora oggi chiamato Richelieu), considerato come un capolavoro dell’urbanistica europea del XVII secolo.
Il cardinale Richelieu morì il 4 dicembre 1642 per tubercolosi polmonare. Prima di morire riuscì a raccomandare al Re la scelta del cardinale Giulio Mazzarino come suo successore.
Il cardinale Richelieu amava moltissimo i gatti ai quali riservava addirittura alcuni luminosi locali della sua residenza, e quando morì, lasciò nel testamento una somma di denaro affinché i suoi gatti potessero continuare a vivere con dignità.
La sua tomba è visibile nella chiesa della Sorbona, a Parigi.
Luca D’Agostini
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Fonti
Jacob Burckhardt, Richelieu, Collana Oscar Biografie n.118, I edizione, Mondadori, Milano 1973
Hilaire Belloc, Richelieu, Collana Storica, Dall’Oglio, Milano 1953
Victor L. Tapié, La Francia di Luigi XIII e di Richelieu, Collana Biblioteca di storia medievale e moderna n.1, Il Saggiatore, Milano 1967
Mario Silvani, Richelieu. Il cardinale che faceva tremare il papa, De Vecchi, Milano 1967
Willy Andreas, Richelieu, Collana Storia e personalità, Ed. Paoline, Roma 1970
P. O’Connell, Richelieu, il cardinale che eresse la grandeur della Francia, Collana Biografie, Bompiani, Milano 1983
Philippe Erlanger, Richelieu, Edition Perrin, Parigi 2004
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