Anfisa Anatol’evna Reztsova oltre ad aver vinto numerosi titoli sportivi, ha ricevuto il soprannome di “regina del biathlon”, in quanto è stata la prima campionessa olimpica in questo sport.
Anfisa Anatol’evna Romanova, divenuta Reztsova dopo il matrimonio, è nata il 16 dicembre 1964 in un villaggio della regione di Vladimir. Suo padre era un falegname e sua madre una postina. Oltre a lei, i suoi genitori avevano anche tre figli maschi. Uno di loro Anatolij ha combattuto in Cecenia contro i terroristi.
Il nome Anfisa è dovuto al fatto che la donna che battezzò di nascosto sua madre, si chiamava Anfisa. Così la madre della futura campionessa, decise di chiamare Anfisa sua figlia in memoria di quella donna.
Durante i primi anni di scuola, Anfisa Anatol’evna Romanova iniziò a praticare la ginnastica. Il suo allenatore però giunse alla conclusione che la ragazza non aveva un talento ginnico e consigliò ai suoi genitori di iscriverla a ciclismo, oppure allo sci od al pattinaggio.
Nel 1976, nella scuola di Anfisa, iniziò a lavorare come insegnante di educazione fisica, un giovane appena laureato di nome Prokof’ev. Questo insegnate era un buon sciatore e fuori dalla scuola organizzò un gruppo di sciatori, tra i quali scelse anche Anfisa.
Il gruppo inizialmente era composto da 25 studenti, ma pochi resistettero allo sforzo fisico consistente nel correre tragitti di 800 metri anche senza i bastoni. Dopo tre mesi, il gruppo iniziale si ridusse a sette membri, compresa Anfisa.
Qualche mese dopo si presentò un problema che avrebbe potuto cambiare il destino della ragazza. I medici scoprirono che Anfisa soffriva di un soffio al cuore e le impedirono per precauzione di praticare sport fino a nuovi accertamenti. Poco dopo però Anfisa superò il nuovo esame medico e poté continuare ad allenarsi.
L’allenatore la portò a Mosca per le competizioni sportive studentesche. La perseveranza di Anfisa presto fornì i primi risultati: due anni dopo ottenne il secondo posto nella sua fascia d’età, nel campionato della città di Vladimir. Nel 1979 poi vinse gare di 3 e 5 chilometri ai campionati regionali della regione di Vladimir.
All’età di 15 anni partecipò al suo primo campionato nazionale di sci di fondo sulla distanza di 5 Km, piazzandosi al 19° posto. L’anno seguente invece vinse tale competizione.
Lo studio a scuola purtroppo fu pregiudicato dagli allenamenti intensivi, dalle frequenti partenze per le partecipazioni alle varie competizioni. Ciò però non preoccupò i suoi genitori. In quel momento la priorità per loro erano i progressi nei risultati sportivi. Anche l’allenatore della squadra femminile di sci di fondo dell’Unione Sovietica, intervenne per non distrarre Anfisa dalla pratica sportiva, dicendole: “Hai sempre tempo per imparare, ma per ora sfrutta al meglio la tua freschezza atletica e le opportunità nello sport“.
Anfisa cominciò così un programma estenuante di allenamento. Nel 1982 partecipò ai Campionati Mondiali Junior, che si tennero in Austria. Lì, all’età di 17 anni, vinse due medaglie di bronzo nelle gare di sci di fondo sia singola che staffetta, sulla distanza di 5 km. Nel 1983 ai Mondiali in Finlandia ottenne di nuovo il terzo posto e nel 1984 in Norvegia, Anfisa divenne campionessa del mondo juniores di sci di fondo sulla distanza di 5 km.
Dopo la vittoria del titolo, entrò nella categoria di atleti adulti e fu inclusa nella nazionale femminile maggiore dell’Unione Sovietica.
Nel 1985, alla Coppa del Mondo in Austria, Anfisa vinse la medaglia d’oro nella staffetta sui 5 km. Nel singolare invece si piazzò solo al 6° posto.
Questa fu la sua ultima partecipazione alle gare da nubile. Nel 1985 sposò Reztsov, un famoso biathleta sovietico e così assunse il suo cognome e da quel momento in poi partecipò alle competizioni come “Reztsova”.
Nel 1987, ai Campionati del Mondo in Germania, Anfisa Reztsova era già considerata la leader della squadra nazionale femminile di sci di fondo. In questa competizione vinse la medaglia d’oro nella staffetta e due medaglie d’argento nei singolari nelle distanze di 5 e 20 chilometri.
Davanti a lei si prospettava la sua prima partecipazione alle olimpiadi invernali, in programma nel 1988 a Calgary (Canada). A causa di alcune circostanze, la sua preparazione per la competizione olimpica si rivelò drammatica. Per prima cosa infatti, Anfisa rimase incinta e per questo motivo fu convocata dal Comitato Statale per la Cultura e lo Sport dello Stato sotto il Consiglio dei Ministri dell’Unione Sovietica, dove i funzionari dello sport le fecero pressioni per convincerla ad interrompere la gravidanza. Anfisa decise così di abortire. In secondo luogo, poco prima dell’inizio dell’allenamento preolimpico, lei e suo marito ottennero un nuovo a appartamento, più grande di quello nel quale vivevano. La Reztsova, presa dall’entusiasmo della sua nuova casa, decise di lavare le finestre affrontando il rigido clima invernale. La conseguenza fu un fortissima laringite che la costrinse addirittura ad essere ricoverata in ospedale per qualche giorno.
Uscita dall’ospedale indebolita dalla malattia, si recò in Jacuzia per gli allenamenti. Per via delle sue condizioni però, svolse una sola seduta di allenamenti al giorno anziché le due previste. Un nuovo problema non si fece attendere. Si infortunò ad una gamba e ciò non gli consentì di correre. Anfisa stessa definì un fallimento la sua successiva partecipazione alle olimpiadi di Calgary.
Nel 1989, per sua grande felicità, Anfisa diede alla luce una figlia. Tornò ad allenarsi solo 8 mesi dopo il parto.
Tra la gravidanza, il parto e gli otto mesi successivi, Anfisa perse il contatto con la nazionale femminile per quasi un anno e mezzo. Nel frattempo nuove atlete si erano conquistate il loro posto in squadra e quindi per lei, ancora fuori forma non c’era spazio in nazionale. A quel tempo però, suo marito stava terminando la sua carriera sportiva e iniziò a svolgere la professione di allenatore. Convinse così sua moglie a cambiare disciplina, passando dallo sci di fondo al biathlon.
Questo caso probabilmente rimarrà l’unico nella storia dello sport. Non esistendo ancora una squadra nazionale femminile di biathlon, nel 1990, Anfisa iniziò ad allenarsi unendosi alla nazionale di biathlon maschile, allora allenata da suo marito. L’esperienza si rivelò positiva e presto giunsero i primi risultati sportivi. Ma era rimasto ben poco tempo prima delle Olimpiadi invernali del 1992, nel programma delle quali, per la prima volta nella storia olimpica era stata inclusa la disciplina del biathlon femminile. Il problema principale era costituito dall’allenamento al tiro con la carabina, una disciplina completamente nuova per Anfisa Reztsova. Sua marito l’avvertì: non c’era la possibilità di allenarsi con le donne e quindi Anfisa avrebbe dovuto allenarsi con la squadra nazionale maschile, sopportando i metodi ed i carichi di lavoro sviluppati per gli uomini. Nessuna deroga ed agevolazione. Sua moglie accettò.
In Francia, ad Albertville, ai 16° Giochi Olimpici Invernali, la Reztsova vinse la gara di biathlon sulla distanza di 7,5 km, divenendo la prima donna nella storia dei giochi olimpici invernali a ricevere la medaglia d’oro nel biathlon. Nello stesso anno, integrò la sua vittoria olimpica con una medaglia d’oro ai mondiali di biathlon. Nel 1993 vinse nuovamente i campionati del mondo e nel 1994, a Lillehammer (Norvegia), ai 17° Giochi Olimpici, divenne campionessa olimpica nella staffetta femminile di biathlon.
I suoi cattivi rapporti con le sue compagne di squadra e la nascita della sua seconda figlia, furono il motivo per il quale nel 1996 la Reztsova terminò la sua carriera nel biathlon.
Nel 1999 lei dopo aver divorziato da suo marito, aprì un negozio a Chimki, nella regione di Mosca, nel quale oltre a vendere attrezzatura sportiva sciistica, fornisce consigli per la scelta delle attrezzature più appropriate alle esigenze personali di ciascuno.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Fonti
Devi accedere per postare un commento.