Ogni volta che i media occidentali trattano l’argomento Siria, assistiamo sistematicamente alla colpevolizzazione di alcuni e alla santificazione di altri. E’ triste rendersi conto di quanti clown ed ipocriti sostenitori dei gruppi terroristici vi siano in Occidente. Ormai è chiaro che i giornali e telegiornali sono degli organi di propaganda che hanno messo in atto una campagna mediatica volta a criminalizzare il Presidente Vladimir Putin. Ma con la riconquista di Aleppo est, avvenuta il 22 dicembre 2016, si giunse ad un punto di non ritorno: negare l’evidenza, cioè l’apice della disinformazione.1 Tutto, nel racconto occidentale su Aleppo, sa di truffa e inganno.
Il materiale propagandistico sulle atrocità della battaglia, inesistente nei primi anni, quando l’iniziativa militare era dei jihadisti sostenuti dall’Occidente, è diventato sempre più martellante a mano a mano che le parti si invertivano. Non so quante volte, i russi “brutti e cattivi”, hanno bombardato “l’ultimo ospedale rimasto”. Non so quante foto di distruzioni avvenute altrove ed in anni diversi sono state riproposte come quelle dell’ultima ora grazie ai media assoggettati ai diktat delle varie cancellerie occidentali.2 Che queste notizie gettate lì nei giornali e telegiornali fossero solo propaganda atta a sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale, ne è dimostrazione il fatto che non si è parlato per nulla di quanto accaduto nel 2012, quando il centro di eccellenza nella lotta ai tumori situato a nord del centro di Aleppo, presso il quartiere di al-Kind, è stato fatto esplodere da un gruppo di terroristi ceceni i quali hanno in seguito giustiziato i soldati presenti nella struttura. Per la Siria perdere quell’ospedale ha significato privarsi di un presidio sanitario molto importante e fondamentale per la vita di migliaia di persone.
Il 5 dicembre 2016, un proiettile di mortaio sparato dai jihadisti sostenuti dall’Occidente colpì in pieno un ospedale da campo situato nei quartieri ovest della città, in mano al governo siriano. In questo bombardamento effettuato da uomini considerati dai media come “esponenti moderati della resistenza siriana”, sono morte due infermiere russe, Galina Michailova e Nadezhda Duračenko, più otto civili che erano in cura presso la struttura da campo ed è rimasto gravemente ferito un medico pediatra russo.3 4 Il portavoce del ministero della Difesa della Russia, il generale Igor Konashenkov, in questa circostanza dichiarò: “Hanno le mani sporche del sangue dei nostri uomini quelli che hanno commissionato questa carneficina. Coloro che hanno creato, fomentato ed armato queste bestie in forma umana, definite “opposizione” per giustificarsi davanti la propria coscienza e gli elettori. Sì signori, siete voi i responsabili, sponsor dei terroristi provenienti da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti e da altri Paesi simpatizzanti.“5
I leader dei paesi Occidentali non hanno mai condannato l’accaduto e questo come affermato dal Presidente Vladimir Putin, rappresenta un comportamento “inaccettabile”.6
Quei media che parlano di ospedali presi di mira di russi senza alcuna prova a riguardo, usano immagini ad effetto di bambini feriti, mostrano immagini di macerie, di caschi bianchi che scavano sotto i palazzi crollati, non hanno detto una sola parola sull’accaduto, perdendo l’ennesima occasione per cercare di assumere una certa dignità dopo un periodo in cui, non solo sulla guerra siriana ma anche su altri fronti, si sono macchiati di comportamenti vergognosi a causa della poca volontà di mantener la schiena dritta.3
Invece, il Financial Times e il Wall Street Journal scrissero, come fosse cosa provata, che furono i Russi ad attaccare il convoglio umanitario verso Aleppo: fatto sul quale il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov chiese all’ONU un’inchiesta indipendente, sapendo benissimo che non era stata la Russia ad attaccare il convoglio. Ma tale richiesta, non solo fu rigettata, ma i media occidentali non ne diedero nemmeno notizia. Gli stessi media in compenso riportarono l’accusa di Samantha Power, l’allora ambasciatrice statunitense all’ONU: “Mosca commette crimini di guerra“.7
C’è da chiedersi, ma da quale pulpito proviene una così infamante accusa! Se la Russia combatte in Siria, commette crimini di guerra, se gli Stati Uniti combattono in Vietnam, Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, Yemen ed appoggiano i battaglioni nazisti in Ucraina, esportano democrazia. Questo assunto è ridicolo e banale. Insomma l’Occidente non ci sta a vedere andare in fumo i propri progetti per il Medio Oriente e mentre gli aerei della coalizione a guida statunitense colpiscono “per errore” l’esercito di Assad, assistiamo alla più vasta campagna di depistaggio e disinformazione dai tempi dell’Iraq. Certo è degradante, ma non sorprendente visto che gli stessi Occidentali si inventarono le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein pur sapendo che si trattava di pura e pretestuosa fantasia.2

Patrick Cockburn
Patrick Cockburn, il grande corrispondente dal Medio Oriente per i più autorevoli giornali britannici, figlio dell’anglo-scozzese Claud Cockburn, una figura leggendaria del giornalismo inglese, ha invitato più volte a notare la differenza con cui i media hanno trattato la vicenda di Aleppo e di Mosul. Parliamo di due città che sono simili: grandi centri urbani sunniti, assediati da forze governative supportate da forze aeree straniere. Ma i media internazionali hanno trattato diversamente le due guerre: nel caso di Mosul, chi era oggetto dei bombardamenti erano terroristi che mettevano in pericolo i civili usati come scudi umani, mentre ad Aleppo le vittime dei bombardamenti erano tutte soltanto carne da macello della macchina militare russa. Mentre gli Stati Uniti che bombardavano Mosul erano liberatori (esportatori di democrazia), i russi che bombardavano Aleppo erano i complici del “dittatore sanguinario Assad”. Il comportamento dei media stranieri ad eventi simili, in Siria come in Iraq, dice Cockburn, sarà un soggetto interessante per le tesi di dottorato di studenti affascinati dagli usi e dagli abusi della propaganda nel corso dei secoli. Per Cockburn tutte le notizie che giungevano da Aleppo potrebbero essere false, perché i giornalisti occidentali non si sono mai avventurati in quelle zone dove in realtà vi sono solo giornalisti russi, e le fonti dalle quali ancora oggi attingono i media occidentali, sono quei pagliacci dei Caschi Bianchi che operano nella zona sotto controllo di al-Nusra.8
Ecco allora che diviene molto importante la testimonianza di chi le vicende di Aleppo l’ha veramente vissute fin dall’inizio del suo declino. Quella che state per leggere è una lettera scritta da un medico cristiano siriano, dottor Nabil Antaki, subito dopo la liberazione della città di Aleppo.

Dottor Nabil Antaki
Il dottor Nabil Antaki decise di restare ad Aleppo ovest e lavorare presso l’ospedale St. Louis per aiutare i suoi concittadini negli anni di una guerra resa ancora più dura dall’assedio imposto dai jihadisti sostenuti dall’Occidente, i quali avevano occupato Aleppo est ed avevano privato milioni di persone di acqua ed energia elettrica. La lettera seguente, pubblicata sul sito “Ora Pro Siria” è stata inviata dal dottor Antaki ad una sua amica la quale trovatasi ad interloquire con due persone, gli aveva scritto chiedendogli quale fosse la verità.
“Cara F.
Comprendo bene la confusione di uno dei due tuoi interlocutori o il disagio dell’altro, e comprendo anche la tua domanda: “qual è la verità? “.
Capisco molto bene la reazione di queste persone sottomesse alla martellante propaganda mediatica occidentale di parte. Una propaganda manichea con i buoni definiti ribelli o rivoluzionari (dimenticando che essi fanno parte dei due gruppi (Daesh e al-Nusra) che la Comunità internazionale ha classificato come organizzazioni terroristiche. Si dimentica anche che 90.000 jihadisti stranieri sono venuti nel nostro Paese per fare la jihad. E si dimentica che il fine di questi terroristi è la realizzazione di uno Stato islamico.
Dall’altro lato, ecco i malvagi, demonizzati da una massiccia disinformazione, sin dagli inizi degli avvenimenti, per accelerare la caduta di Assad.
I ribelli-terroristi che invasero i quartieri est di Aleppo nel luglio del 2012 e Mosul nel 2014 sono gli stessi che commisero gli attentati a Parigi nel 2015.
A Parigi, erano terroristi che bisognava eliminare.
A Mosul, voi applaudite (giustamente) l’assalto dell’esercito iracheno appoggiato dai raid aerei statunitensi e della coalizione, per liberare la città dai terroristi di Daesh, (ben sapendo che questi raid faranno ovviamente delle vittime civili, senza che in Occidente qualcuno se ne dispiaccia).
Ad Aleppo, voi invece condannate l’assalto dell’esercito del Governo siriano il cui scopo è liberare una parte della città, controllata da quattro anni e quattro mesi dagli stessi terroristi di al-Nusra. (Ricordiamo che Daesh e al-Nusra erano un unico gruppo, scissosi in due circa due o tre anni fa, poiché al-Nusra voleva seguire al-Qaeda e giurare fedeltà al delfino di Ben Laden, mentre Daesh voleva giurare fedeltà al califfo auto-proclamatosi al-Baghdadi).
Dov’è la verità? Non certo presso i giornalisti e i media. Essa si trova presso coloro che vivono qui.
Presso gli abitanti di Aleppo ovest (che non sono soltanto cristiani, dato che siamo rimasti in pochi), che ieri sera hanno manifestato la loro gioia nelle strade all’annuncio della liberazione di una gran parte di Aleppo est. Coloro che hanno subito durante quattro anni e mezzo bombardamenti quotidiani da parte dei terroristi di Aleppo est con decine di vittime tutti i giorni (naturalmente ignorati dai media occidentali e nessuno che abbia sentito imbarazzo). I terroristi li hanno privati d’acqua potabile per più di due anni (1 milione e mezzo di abitanti a cui si è tagliata l’acqua corrente è un crimine di guerra e contro l’umanità) e nessuno ne è stato sconvolto. Sono stati gli aleppini a supplicare l’esercito ed il governo di liberare i quartieri orientali ed era dovere dello Stato intervenire.
La verità sta presso gli abitanti liberati dei quartieri orientali di Aleppo, che erano ostaggi dei terroristi, anzi scudi umani. Bisogna vederli scoppiare di gioia, mentre si gettano tra le braccia dei soldati, e piangere quando ritrovano membri della propria famiglia. Bisogna ascoltarli raccontare le sofferenze per ciò che i terroristi gli hanno fatto subire. Naturalmente, tutto ciò è documentato con dei video in arabo che non vi mostrano.
I bombardamenti russi e siriani, che tanto hanno disturbato i nostri amici europei, ebbene sì, hanno fatto vittime tra i civili e noi lo deploriamo. Ma voi, voi siete altrettanto addolorati per le vittime civili fatte dalla coalizione occidentale nei bombardamenti di Mosul? O la bomba americana è forse più intelligente della russa? In Siria no. Infatti i raid della coalizione occidentale sui terroristi hanno mietuto ogni volta vittime civili e l’ultimo raid aereo francese ne ha fatte 110 in un colpo solo, ma non ve lo dicono. Durante una presa di ostaggi, dopo negoziazioni e tentativi infruttuosi per liberarli pacificamente, la polizia non dà forse l’assalto pur essendo consapevole che potrebbero esserci delle vittime tra gli ostaggi?
Non esistono guerre pulite (dimenticate che stiamo vivendo in guerra da cinque anni e mezzo), però i media europei hanno esagerato i fatti, modificando e amplificando la realtà. Il martellamento che avete subito è intessuto di menzogne. Vi hanno annunciato dieci volte in sei mesi la distruzione dell’ultimo ospedale di Aleppo est: come se per un colpo di bacchetta magica l’ospedale potesse risorgere in due settimane. Vi hanno mostrato il “Sindaco di Aleppo est” in tutte le salse: conferenze-stampa, ricevuto da Hollande, imbarcandosi con Duflos in un farsesco viaggio ad Aleppo. Ma si dà il caso che questo signore non sia sindaco di Aleppo. Egli è semplicemente un impostore fatto uscire come un coniglio dal cappello di un prestigiatore per appoggiare la campagna mediatica messa su per arrestare l’avanzata dell’esercito lealista, pretendendo una tregua per ragioni “umanitarie”: cioè per permettere ai terroristi (geneticamente modificati dagli Occidentali in “ribelli moderati”) di riprendersi.
I Siriani, che hanno sofferto troppo per questa guerra e gli aleppini in particolare, non accetteranno la proibizione di esprimere la loro gioia nel vedere la disfatta dei terroristi (almeno in Aleppo), i loro concittadini di Aleppo est liberati, e di poter vivere senza piangere ogni giorno la morte di un parente, di un amico, di un vicino, uccisi dai proiettili di ribelli-terroristi.
Nabil
P.S La campagna mediatica è stata orchestrata alla perfezione: un martellamento quotidiano di menzogne che le persone, pur di buona volontà e con un certo spirito critico, arrivano a credere, non avendo una conoscenza diretta della situazione sul terreno. “Non possono mentirci tanto, sicuramente c’è del vero” pensano.
Se voi mentite, mentite e continuate a mentire, qualcosa delle vostre menzogne sarà creduto”.9
Le parole del dottor Nabil Antaki sono la chiave di lettura degli eventi accorsi ad Aleppo ed in tante altre località ora liberate in Siria.
Così, quando l’Esercito Siriano grazie al supporto dell’Aviazione Russa riuscì finalmente a liberare i quartieri orientali di Aleppo, la popolazione scese in strada a festeggiare. Ma le scene di giubilo che mostravano una popolazione finalmente libera, non vennero mostrate dai media occidentali. Pensate cosa sarebbe accaduto se a scendere festanti in strada fossero stati cittadini che mostravano tutta la loro gioia per essere stati liberati dal “cattivissimo” Bashar al-Assad. Il motivo per cui queste immagini non sono andate e tuttora non vanno in onda in Occidente è perchè i media temono che mostrare uomini, donne e bambini felici e festeggianti, possa smentire la narrativa della supposta “opposizione democratica” che ad Aleppo est combatteva per la libertà con il sostegno di tutta la popolazione. Le immagini, che i media occidentali se ne facciano una ragione, mostrano quanta falsità è stata proposta all’opinione pubblica per indottrinarla. D’altro canto, poco prima che Aleppo est venisse liberata, le dichiarazione di alcuni personaggi in Occidente erano le seguenti: il diplomatico dell’ONU Staffan De Mistura dichiarò: “Aleppo Est può cadere in mano al governo da qui alla fine anno”. Usò le parole “cadere in mano”, non “essere liberata”. L’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, adottò quasi lo stesso linguaggio: “Non possiamo far passare il messaggio che Aleppo è perduta, che noi giriamo la pagina. No, dobbiamo ancora salvare la popolazione di Aleppo, proteggere i civili“.6
Ecco le immagini della liberazione di Aleppo, che mai vi faranno vedere.
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) Disinformazione
(4) Il Giornale
(5) Sputnik
(6) Ribelli
(8) Aleppo e Mosul
(9) Nabil Antaki
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