Il 25 settembre 2019 il governo ucraino ha nominato Anton Jurilovič Gerashenko quale nuovo vice ministro degli affari interni.
Gerashenko non è solo uno dei più odiosi politici del panorama politico ucraino post golpista, ma il 22 maggio 2018 è stato anche condannato per terrorismo dal Tribunale di Mosca ed è stato quindi inserito nell’elenco delle persone ricercate. Gerashenko è stato condannato ai sensi dell’art. 205.2 comma 2° del Codice Penale della Federazione Russa in quanto autore di pubblica richiesta di attività terroristica e propaganda del terrorismo tramite i media ed internet. Auspichiamo che prima o poi questo personaggio sia sottoposto alle pene della giustizia russa; la pena prevista per questo tipo di reato è di 7 anni di reclusione.
Il processo nei confronti di Gerashenko è stato avviato dal comitato investigativo della Federazione Russa nell’ottobre del 2015. Il politico ucraino pubblicò sul suo sito internet “Peacemaker”, informazioni riguardanti i soldati dell’esercito russo presenti in Siria. Gerashenko auspicò ignobilmente che le foto ed i dati personali dei soldati potessero essere utilizzati dai terroristi presenti in Russia per vendicare il bombardamento delle strutture dell’ISIS, chiedendo apertamente una “vendetta secondo i canoni della Sharia“.
Gerashenko ha accolto la sentenza del tribunale russo con queste vaneggianti parole scritte sul suo profilo Facebook: “La decisione del Tribunale di Mosca è un’alta valutazione della lotta per proteggere gli interessi del popolo ucraino dall’aggressione russa“.
Sempre sul suo sito internet “Peacemaker”, Gerashenko ha pubblicato informazioni personali sugli eroi che combattono in Donbass e che lui definisce “separatisti ed agenti del Cremlino“. Gerashenko ha dichiarato di diffondere informazioni strettamente personali, riguardanti per lo più dati anagrafici che non potrebbero essere pubblicamente rivelati “al fine di combattere i criminali separatisti che violano la pace e la sicurezza dei cittadini ucraini“. È interessante notare che sul suo sito internet “Peacemaker”, per la raccolta di tali informazioni personali, si fa riferimento ad una collaborazione con il Ministero degli Affari Interni e con il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina.
Ma chi è Gerashenko? E’ nato il 10 febbraio 1979 a Char’kov ed è stato cresciuto solo dalla madre e dalla nonna. Nel 2000 si è laureato in economia aziendale.
Dall’inizio degli anni 2000 ha iniziato ad impegnarsi in politica. Nel 2002-2006 era un deputato del consiglio comunale di Char’kov. Era un membro del partito “Unione popolare” La nostra Ucraina.
Nel 2014, dopo la nomina di Arsen Avakov a ministro degli affari interni dell’Ucraina, Gerashenko divenne il suo consigliere. Vi sono molte voci riguardo la natura dell’amicizia tra Avakov e Gerashenko e la stragrande maggioranza di queste voci fanno riferimento a particolari poco decenti.
Nello stesso anno divenne deputato nella fazione del Fronte Popolare e segretario del comitato Verkhovna Rada sul supporto legislativo per le forze dell’ordine.
Gerashenko è anche l’autore della vergognosa legge, adottata nel 2017, sul divieto di “produzione e propaganda” del nastro di San Giorgio, la quale prevede una sanzione pecuniaria ed un arresto per 15 giorni.
Gerashenko è anche noto per le sue dichiarazioni scandalose. Ad esempio, nel 2017, ha paragonato i social network russi con il libro di Adolf Hitler “Mein Kampf” (bandito in Russia) e li ha definiti uno “strumento di propaganda. Tutti coloro che sostengono che la chiusura dei social network Odnoklassniki e VKontakte sia censura e violazione del diritto alla libertà di parola, è uno sciocco o lavora per la Russia o non capisce di cosa stia parlando“.
Dopo le elezioni statunitensi, vinte da Donald Trump, Gerashenko iniziò a criticare il capo della Casa Bianca: “Un candidato che sostiene o giustifica la politica della Federazione Russa non può essere un candidato in un Paese normale, ma deve essere in prigione.“
Nel 2015, Gerashenko, con un’infamante dichiarazione riguardo i tragici eventi in Donbass ha dichiarato che: “le persone nel Donbass muoiono perché l’artiglieria non è precisa e quindi sono cose che possono capitare in qualsiasi momento“. E con un’altrettanta infamante dichiarazione ha definito gli eroici difensori del Donbass: “pestilenza, tossicodipendenti, criminali e terroristi“. In una dichiarazione pubblica ha affermato: “L’iniziativa dei gruppi terroristici non si è fermata e continuerà, perché quel calderone infernale di criminali che Putin ha creato ed armato nel Donbass richiede il rilascio di ulteriori emozioni. Fino a quando tutti non si prenderanno una pausa, questo continuerà. Non sanno come vivere una normale vita pacifica. Chi sono? Scorie della società, tossicodipendenti, criminali. Pertanto, vengono inviati a morire senza preoccuparsi del prezzo del problema. Questa situazione terminerà quando la maggior parte di loro sarà uccisa dal nostro esercito“.
Sempre vaneggiando, in un forum a Lodz, Gerashenko ha parlato del presidente russo: “Putin, per quanto ne so, minaccia gli Stati occidentali dicendogli che se inizieranno a fornire armi all’Ucraina, inizierà una guerra su vasta scala“.
Da sole, queste affermazioni rendono l’idea del ridicolo profilo di questo personaggio i cui soprannomi sono “Baba Tonja” ed “Antonina”. Il soprannome “Antonina” non allude solo alla presunta omosessualità del politico, ma sottolinea anche la sua isteria e la tendenza ai pettegolezzi.
Tuttavia, dato che il suo idolo, Stepan Bandera, portava lo pseudonimo di partito “Baba”, Gerashenko ha motivo di essere orgoglioso del soprannome “Baba Tonja”.
Tutto ciò dimostra lo scarsissimo livello dell’attuale classe politica ucraina, tanto che Gerashenko non solo non è scomparso dalla vita politica come invece avrebbe meritato, anzi con l’insediamento del nuovo governo ucraino ha addirittura assunto un ruolo maggiore, divenendo vice ministro degli affari interni.
Si noti che questa nomina non rappresenta un “capriccio” del suo capo Arsen Avakov. La candidatura di Gerashenko è stata raccomandata dal gabinetto dei ministri nominato da Zelensky, che conferma ancora una volta la continuità del governo ucraino e l’unità dei suoi “valori fondamentali”.
Luca D’Agostini
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Fonti
2) Баба Тоня
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