In questo articolo affronteremo il triste e tragicomico spettacolo messo in scena dalle cancellerie occidentali al fine di destabilizzare la Russia. E ad ammettere questa intenzione è stato proprio lo statunitense George Friedman, ispiratore delle decisioni geopolitiche dei governi degli Stati Uniti, fondatore dell’agenzia di intelligence Stratfor e molto apprezzato da certi ambienti repubblicani. Infatti, il 3 febbraio 2015, al Chicago Council of Global Affairs, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, in relazione alla Russia, Friedman ha dichiarato: “L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo.” (1)
La posta in gioco oggi è davvero il futuro dell’intero ordine internazionale, si può dire che stiamo vivendo uno dei momenti più pericolosi e cruciali della storia. Ma perchè la Russia è percepita come una minaccia? Come mai la Russia odierna minaccia così tanto l’attuale situazione politica internazionale? Come mai i media occidentali parlano della Russia sempre con la stessa drammatica enfasi con cui se ne parlava negli anni ’80, quando esisteva ancora l’Unione Sovietica e l’est era sinonimo del “male” del mondo? Certamente la Russia non è più comunista (se proprio vogliamo credere alle argomentazioni ufficiali dell’Occidente sulla pericolosità di questa filosofia), per cui non sta cercando di promuovere una particolare ideologia nel resto del mondo. La risposta è che la Russia ha una propria forte e reale sovranità (a differenza di molti Paesi che non la hanno) per sfidare l’egemonia globale di Washington, difendendo il diritto alla multipolarità, nei suoi aspetti internazionali e locali, avendo, oltre a tutto, il coraggio di dirlo e farlo pubblicamente. Per questo il Pentagono, nella sua strategia militare, considera la Russia una delle più grosse minacce per gli Stati Uniti. Inoltre c’è un aspetto economico: la Federazione Russa è anche un territorio molto esteso e ricco di risorse, molto attraente per i capitali stranieri, che però pensano più ai loro particolari interessi piuttosto che a quelli dei cittadini russi. Ebbene, l’Occidente vede come grave minaccia che la Russia venda tali risorse alla Cina, il maggior concorrente economico degli Stati Uniti. (2)
L’attuale situazione politica internazionale è quella in cui Washington, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ha ricoperto l’unico ruolo dominante, espandendosi in parte per inerzia e imponendosi con le buone o con le cattive su vassalli e alleati riottosi (la cosiddetta comunità internazionale) e su nazioni poco disposte alla cooperazione. Tutto questo per poter mantenere il prestigio della propria (auto-imposta) leadership globale e continuare a considerarsi la “nazione indispensabile”, un paradiso fiscale (protetto dagli oceani) in mezzo ad un crescente dilagare di caos e instabilità. Instabilità in gran parte dovuta alla stessa politica estera di Washington. (2) Infatti, come sostiene oggi l’ex Assistente Segretario del Tesoro durante l’amministrazione Reagan ed economista statunitense Paul Craig Roberts, attualmente gli Stati Uniti stanno conducendo una guerra economica e di propaganda i membri del gruppo di Paesi conosciuti come BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Brasile e Sud Africa vengono destabilizzati con scandali politici fabbricati ad arte. Entrambi i Paesi abbondano di politici finanziati da Washington e di organizzazioni non governative (ONG). Washington inventa uno scandalo, manda i suoi agenti politici in azione chiedendo un intervento contro il governo e le sue ONG protestano nelle strade. Washington ha tentato questo scenario contro la Cina con la “contestazione studentesca” orchestrata ad Hong Kong. Washington sperava che la protesta si sarebbe diffusa in Cina, ma lo schema è fallito. Ha provato di nuovo contro la Russia con le proteste orchestrate contro la rielezione di Putin ed ha fallito ancora una volta. (3)
Ma come si può indebolire la Russia? Storicamente la Russia, una nazione grande ed omogenea, è stata praticamente impossibile da conquistare nella maniera tradizionale, se si può imparare qualcosa dalle rovinose invasioni di Napoleone e Hitler. Quindi, dato che oggi per l’Occidente è impossibile attuare una terza “campagna di Russia”, in quanto la capacità di rappresaglia nucleare impedisce una guerra convenzionale, negli ultimi anni contro la Russia sono state usate tattiche ibride. Allo scopo di indebolire questa nazione si è cercato di creare, nella società e nelle élites di potere, uno scontento sufficiente a danneggiare o deviare l’attuale indirizzo politico, sopratutto nella persona del Presidente Vladimir Putin e del suo entourage. (2)
Esaminiamo alcuni dei più importanti casi di guerra ibrida, partendo dai media e dal loro utilizzo in chiave geopolitica. Questa è la più evidente delle diverse tecniche anti-russe e la faziosità dei media rasenta il ridicolo. Solo con la descrizione degli attacchi contro questa nazione e la sua leadership da parte dei media mainstream occidentali, ci si potrebbe facilmente scrivere una enciclopedia. Lo scopo di questa narrativa meschina e mendace è quello di influenzare l’opinione pubblica per sostenere certe decisioni dei governi occidentali. (2) Sembra molto una riedizione della teoria Goering: spaventa il popolo, digli che è assediato, attaccato, in pericolo e gli farai fare quello che tu vuoi! Tant’è che la situazione attuale sembra persino peggiore di quella al tempo della Guerra Fredda. Questo modo di agire da parte dei media è il risultato di un giornalismo di infima qualità, tipico della stampa scandalistica, portato avanti da personaggi squallidi, indegni di essere appellati quali giornalisti e per quanto mi riguarda anche indegni di ogni forma di rispetto, senza il background accademico necessario, la proprietà di linguaggio (conoscenza della lingua russa) o l’esperienza sul campo per poter parlare della Russia (non l’hanno mai visitata senza una guida turistica). Mostrandosi per gli infami quali sono, dipingono il Presidente Vladimir Putin come un pazzo, un capo mafioso, un genocida, mentre i suoi concittadini sono considerati una massa inerte di schiavi, privi della facoltà di pensare. (2) Nel contesto di questa offensiva mediatica, tante sono le spudorate menzogne scritte da questi pennivendoli, i quali hanno inventato che il Presidente Putin, di nascosto, si sarebbe fatto la plastica facciale e che avrebbe picchiato pure la moglie. Altri pennivendoli si sono addirittura inventati che il Presidente Putin ha la sindrome di Asperger e che, sotto sotto, è anche gay. Tutte menzogne ed infamità utili per instillare l’idea che il Presidente Putin è il male assoluto. Ma solo uno sciocco od uno sprovveduto non si renderebbe conto che questa vergognosa campagna mediatica contro il presidente russo è dovuta la fatto che il Presidente Putin si è dimostrato un avversario temibile per gli Stati Uniti, un leader ed uno statista dotato di grande fiuto politico e capace di muoversi da protagonista sulla scena internazionale. Putin ha salvato la Federazione Russa dal fallimento quando negli anni Novanta lo stato veniva depredato dagli oligarchi a favore delle multinazionali e banche occidentali e questo gli Stati Uniti ed i loro alleati non l’hanno mai digerito e non glielo hanno mai perdonato.
Paul Craig Roberts evidenzia un altro concetto di guerra ibrida, sostenendo che per destabilizzare la Russia, gli Stai Uniti hanno necessità di controllare anche asset e risorse dell’economia russa. Al fine di ottenere questo controllo, Washington ha lavorato di concerto con le mega-banche di New York e i sauditi per far scendere il prezzo del petrolio da più di 100 dollari al barile a 30 dollari al barile. Questo ha messo sotto pressione le finanze russe e il rublo. (3)
Altri esempi di guerra ibrida nei confronti della Russia, sono rappresentati dagli scandali artificiali creati nel mondo dello sport. Uno riguardava l’accusa di corruzione nella FIFA, l’organo di controllo del calcio internazionale e l’altro lo scandalo del doping, basato sulle accuse dell’Agenzia Mondiale per l’Anti-Doping (WADA). Naturalmente queste denunce sono arrivate sulla scia di un’altra campagna mediatica, volta ad infangare i Giochi Olimpici di Sochi del 2014. Riguardo alla prima accusa, la decisione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di perseguire legalmente la FIFA è, come minimo, curiosa, considerando il fatto che viene messa in dubbio la legittimità della sede per i Mondiali del 2018, che, guarda caso, si terranno proprio in Russia. Per quanto concerne invece lo scandalo del doping, le accuse hanno portato alla sospensione degli atleti russi da parte dell’Associazione Internazionale delle Federazioni Atletiche (IAAF). Questo divieto ha fatto si che in alcune discipline. i Russi non hanno potuto partecipare ai Giochi Olimpici di Rio de Janerio. Tutti coloro che seguono gli eventi sportivi sanno che i casi di doping sono abbastanza comuni, compresi quelli di atleti famosi a livello mondiale, come Lance Armstrong o degli atleti americani delle discipline olimpiche. Nel caso delle accuse alla Russia da parte della WADA, supponiamo pure che la verità non stia più o meno a metà, come spesso succede, ma che queste accuse di doping siano vere al 100{bf2d5288dc6227a85fa6963f1c2a3a723252f95cd63a7ef62921e0fbdef25089}. In questo caso sarebbe stato necessario punire quegli atleti che avrebbero infranto le regole. Ma questo non è ciò che è accaduto. La IAAF ha impartito una punizione collettiva alla Federazione Atletica di tutta la Russia, compresi quegli atleti che di sicuro non hanno mai fatto uso di sostanze che esaltassero le loro prestazioni. (2)
L’Ucraina è un altro chiaro esempio di questo progetto di guerra ibrida alla Russia. Infatti gli Stati Uniti, per loro stessa ammissione, hanno ufficialmente investito 5 miliardi di dollari per effettuare un colpo di stato e creare in Ucraina quella che hanno chiamato “società civile”, in realtà invece un governo zerbino ed un’intera classe di opinionisti e personalità mediatiche ostili alle radici storiche e alle tradizioni nazionali condivise con la Russia. In ogni caso, il colpo di stato voluto dall’Occidente non è andato completamente a buon fine, dal momento che la Repubblica Autonoma di Crimea, a maggioranza russa e in posizione strategica nel Mar Nero, si è riunificata con la Russia tramite un referendum. Nello stesso tempo nel Donbass, anch’esso a maggioranza russa, ci sono state fortissime proteste che il governo fantoccio di Kiev, con l’aiuto finanziario e militare dei suoi sostenitori occidentali, ha tentato di reprimere per oltre un anno e mezzo. La guerra è stata usata non solo come arma di discredito nei confronti della Russia, ma ha anche comportato sanzioni economiche e più di un milione di profughi che la Russia ha accolto, inviando alle popolazioni assediate un indispensabile ed ininterrotto flusso di aiuti umanitari. Occorre notare anche che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha cambiato le proprie regole per poter continuare a far prestiti all’Ucraina, dato che la nazione è sull’orlo del fallimento. Questo cambio delle regole da parte del Fondo ha, in parte, permesso a Kiev di non onorare i propri debiti nei confronti di Mosca. Questa decisione del Fondo Monetario Internazionale (di cui gli Stati Uniti sono il principale sottoscrittore con il 72{bf2d5288dc6227a85fa6963f1c2a3a723252f95cd63a7ef62921e0fbdef25089}) è arrivata praticamente in contemporanea con la visita in Ucraina del vicepresidente statunitense Joe Biden. Così, il Fondo Monetario Internazionale ha dato definitivamente prova di essere uno strumento non economico, ma politico, usando un certo tipo di regole per la Grecia e il Portogallo e un altro (completamente diverso) per l’Ucraina. La riunificazione della Crimea con la Russia e la guerra in Ucraina, entrambe risultato delle stesse azioni dell’Occidente, sono state usate come pretesto per punire la Russia con sanzioni, o meglio, misure economiche unilaterali. Il termine “sanzioni” è naturalmente una designazione erronea, dal momento che solo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite può ordinarle. Queste misure sono state emanate dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, insieme ad un certo numero di altre nazioni, come il Canada, allo scopo di colpire i settori dell’economia, della difesa e dell’energia, insieme anche a singoli individui. Alcune società russe non possono più contare sul credito occidentale. Lo scopo di queste misure economiche è quello di abbassare drasticamente l’elevato standard di vita del cittadino medio russo, spaventare la classe dirigente creando tensioni sociali e, a tempo debito, trasferire il comando della nazione dal Presidente Vladimir Putin a personaggi più malleabili, per creare delle marionette e fantocci che soddisfino gli interessi economici e geopolitici occidentali. Ma i Russi fortunatamente sono differenti dall’opinione che di loro hanno gli Occidentali, e la motivazione principale delle cosiddette “sanzioni”, cioè creare disordini sociali in Russia, è completamente fallita, dato che la popolarità del Presidente Vladimir Putin, con la nazione stretta attorno a lui, è altissima. (2) Il Presidente Putin infatti ha sempre dichiarato senza mezzi termini, che, a suo parere, l’Occidente sarebbe stato contento nell’avere una Russia debole, sofferente e mendicante, condizione che però, chiaramente, dato il loro carattere e l’indole, il popolo russo non sarebbe disposto a subire. (4)
La creazione di una divisione artificiale fra Russia ed Unione Europea, costantemente ribadita dai media mainstream, è di grande beneficio per Washington. La Russia e l’Unione Europea hanno legami commerciali in diversi settori che vanno oltre le risorse energetiche. Ma è quest’ultimo il fattore più importante: gli Stati Uniti avevano in progetto di vendere gas liquefatto all’Europa a partire già dal 2016 e per questo stanno cercando di estromettere la Russia da quello che è uno dei suoi principali mercati. Questo è il motivo per cui alcune nazioni europee stanno sabotando il progetto Nord-Stream-2 . (2)
E che dire della NATO? Sappiamo che questa alleanza militare si è avvicinata sempre di più ai confini della Russia fin dal 1991, nonostante le assicurazioni date a Michail Gorbačëv. Così, anche se il Patto di Varsavia non esiste più da molto tempo, la NATO continua ad espandersi: esiste per gestire il rischio creato dalla sua stessa esistenza. Indubbiamente, questa organizzazione multinazionale, dominata da Washington, considera sé stessa come super-entità onnipotente, tenendo spudoratamente esercitazioni militari in Estonia, a 300 metri dai confini della Russia e allo stesso tempo la accusa di essere un aggressore. (2)
Recentemente, nel corso di un intervista con il regista statunitense Oliver Stone, il Presidente Vladimir Putin ha duramente accusato gli Stati Uniti di utilizzare i gruppi terroristi per destabilizzare la situazione interna della Russia.
Nelle parole del Presidente si è potuta apprezzare la franchezza e la schiettezza: “Siamo arrivati alla convinzione assolutamente sicura che gli Stati Uniti, mentre parlano di appoggio alla Russia, parlano di disponibilità a cooperare, in particolare nella lotta antiterrorista, di fatto utilizzano questi terroristi per destabilizzare la situazione politica interna della Russia“. Nello specifico, il Presidente Putin accusa gli Stati Uniti di aver fornito un appoggio alle attività terroriste nei recenti conflitti delle regioni dell’Asia Centrale e del Caucaso del Nord, dichiarando: “Invece di appoggiare la Russia, i servizi segreti statunitensi hanno sostenuto i terroristi.” Il Presidente Vladimir Putin ha anche accusato Washington di aver creato il gruppo terrorista di al-Qaeda, le cui origini risalgono alla guerra dell’Unione Sovietica in Afghanistan: “Gli Stati Uniti hanno creato al-Qaeda e Bin Laden ed in seguito, per loro ammissione, questa gli è sfuggita di mano perdendone il controllo. Sempre accade così, è una loro responsabilità e loro devono saperlo.” (5)
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Friedman
(2) Guerra ibrida
(4) Accuse di Putin
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