Riguardo la Siria, in Occidente si riversa sull’opinione pubblica una continua campagna di manipolazione dell’informazione. Il conflitto, pianificato, avviato e sostenuto dai Paesi occidentali per fini meschini e non dichiarati, sin dagli albori è stato caratterizzato dall’assoluta mancanza di fonti verificate e giornalisti indipendenti. Il vero problema dell’informazione nella guerra siriana è distinguere le notizie false dalle vere. Soprattutto nei giorni della battaglia finale di Aleppo e durante la sua “liberazione” sono state toccate vette inimmaginabili di falsità.
I terroristi sostenuti dall’Occidente utilizzano ogni tipo di social media per diffondere la loro propaganda. Ma è Twitter lo strumento mediatico più usato. Twitter, per questi trogloditi, è facile da usare, può contenere immagini e link ad altre piattaforme. I media occidentali, non avendo fonti in Siria, quotidianamente accreditano Twitter come fonte autorevole d’informazioni sull’evoluzione del conflitto. Inoltre Twitter è funzionale anche alla raccolta di finanziamenti. Hajaj al-Ajmi, uno sceicco kuwaitiano, ha usato i suoi 347.000 followers su Twitter per raccogliere fondi per sostenere i terroristi.
In mancanza d’inviati di guerra quindi, l’Occidente si affida ai terroristi come fonte principale dei loro notiziari e quotidiani.
Sotto questo punto di vista, il caso della ventiseienne Lina Shamy è emblematico. Lina Shamy è un architetto filo-jihadista di 26 anni, chiamata la pasionaria di Jaysh al-Islam (L’esercito dell’Islam), da chi è più pratico del conflitto siriano, considerata invece dal mondo occidentale, come una coraggiosa ragazza, che con la sua testimonianza, narrava al mondo una serie di menzogne, inventandosi di sana pianta atrocità commesse da Assad e dai suoi alleati. Lina Shamy ha documentato le ultime fasi della battaglia di Aleppo. Questo ridicolo personaggio compare su Twitter nel settembre del 2012 e, da questo social, ha sempre fatto propaganda per conto dei terroristi.
La tv qatariota Al-Jaazera ha pure divulgato un video che ha fatto il giro del web, ripreso con grande fervore da gran parte dei media occidentali. Si tratta del patetico appello disperato di questa sostenitrice dei terroristi:1 “A tutti quelli che riescono a sentirmi, qui ad Aleppo stiamo vivendo un genocidio. Questo potrebbe essere il mio ultimo video. Oltre 50mila civili che si sono ribellati contro il dittatore al-Assad sono minacciati da esecuzioni sul campo o dalle bombe“.2
Ma chi è in realtà Lina Shamy? È sufficiente fare un banale ricerca e dare un’occhiata al profilo twitter di questa ragazza per accorgersi che da quando nel settembre 2012 creò il suo account twitter, si è sempre premurata di effettuare propaganda a sostegno del variegato insieme di fazioni jihadiste e terroriste in Siria. Continuando nella ricerca è possibile notare che tra le persone che lei ha deciso, di sua iniziativa, di “seguire” vi sono molti militanti del gruppo armato jihadista Aḥrār al-Shām, che raduna varie formazioni minori d’impronta ideologica islamista e salafita.2 Il 26 dicembre 2015, all’indomani della morte di Zahran Alloush, leader del gruppo jihadista Jaysh al-Islam (l’esercito dell’islam), Lina Shamy cambia la propria immagine di copertina su Facebook, decidendo di mettere proprio il volto del defunto Alloush.
Sempre il 26 dicembre sul suo profilo twitter pubblica un post in cui si esprime stima e fedeltà al gruppo Jaysh al-Islam. Alloush, vale la pena ricordarlo, espresse in più occasioni la propria stima nei confronti di Osama bin Laden e dei “fratelli” di al-Nusra, come lui stesso li definì. In altre occasioni usò civili come scudi umani.3
Insomma, questa Lina Shamy non è certo una “attivista moderata”, come qualcuno, miserabilmente, ha tentato di spacciarla. Dopo la liberazione di Aleppo est, mi sarei immaginato di ritrovare Lina Shamy in un campo profughi, invece no! Eccola, in compagnia, rilassata e sorridente in un elegante Lounge Bar Free Wi-Fi, con una tazza di caffè davanti ed un moderno smartphone in bella vista pronto all’utilizzo per i suoi miserabili post e tweet. Evidentemente quando svolgi un buon lavoro a sostegno della propaganda occidentale vieni debitamente ricompensato. Certo, non lo avrei mai immaginato, ma quanto sono fortunate queste pseudo vittime di genocidio filo jihadiste, rispetto alle reali vittime di genocidio che sia in Siria che in tutti i teatri bellici del mondo, purtroppo non godono invece di alcun tipo di sostegno.
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) Fake news
(3) Aleppo
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