Uno dei temi più controversi nella storia della Russia è la guerra civile.
Durante la guerra, i paesi dell’Intesa si adoperarono intensamente per impedire la formazione dello stato sovietico sul territorio dell’ex Impero russo. La borghesia si rifiutò di riconoscere la Russia sovietica, finanziò l’intervento militare e appoggiò fortemente la controrivoluzione all’interno del Paese. Le attrezzature e gli equipaggiamenti all’Armata Bianca, forniti mediante prestiti concessi a un tasso di interesse elevatissimo, trasformarono il Movimento Bianco in un burattino della Gran Bretagna e di altri paesi interessati a liquidare il potere dei bolscevichi.
Tutti sanno che il fattore principale necessario per scatenare una guerra, sia essa civile, di conquista oppure una guerra di liberazione, sono le finanze. Senza denaro è impossibile fornire all’esercito i rifornimenti necessari, e quindi denaro e guerra andranno sempre di pari passo. Pertanto, prima di tutto dovremmo notare che nel 1919 tutti i principali paesi d’Europa smisero di quotare il rublo russo e che il sequestro di oggetti di valore detenuti dalla Banca di Stato e dalle banche private, non fornì molto denaro, poiché nel migliore dei casi, si era riusciti a impossessarsi dei rubli dello Zar, i quali però a livello internazionale divennero un pezzo di carta senza valore e potevano essere utilizzati prettamente come banconote locali. Ciò rese il Movimento Bianco completamente dipendente dai suoi sostenitori stranieri e dagli obiettivi che questi si erano prefissati.
Ad esempio, nella relazione sulle finanze del generale Alekseev , tra gli utili in valuta estera dei detentori di capitali stranieri, sono menzionati i contributi elargiti dalla delegazione francese. Secondo le memorie di Pavel Nikolaevič Miljukov, il quale si trovava in Europa per negoziare l’assistenza al Movimento Bianco, il generale Alekseev elaborò una stima che indicava il costo del mantenimento dell’esercito, stima che doveva poi essere comunicata al governo britannico. Lockhart, assistente console britannico a Mosca, confermò che Denikin ottenne finanziamenti erogati principalmente dalla Francia.
Altre fonti confermano queste stesse informazioni, ad esempio la scrittrice Nina Nikolaevna Berberova, scrisse che i fondi dall’Europa passarono attraverso l’assistente console britannico Lockhart, il quale li distribuiva in parte secondo le istruzioni del primo ministro della Gran Bretagna D. Lloyd George, e in parte secondo a tua discrezione. L’importo totale che Lockhart elargì all’Armata Bianca nella sola primavera del 1918, raggiunse un milione di rubli, che a quel tempo era una cifra considerevole.
Dalla primavera del 1918, il finanziamento all’Armata Bianca nella Russia meridionale iniziò ad essere elargito dall’ufficiale dell’intelligence britannica Sydney Reilly, il quale ricevette i fondi dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti.
Nina Berberova in “La donna di ferro” scrisse: “A metà agosto del 1918, l’Armata Bianca, iniziò le operazioni nel sud del Paese. Questo esercito, in quei giorni ricevette dalla Francia un primo finanziamento di 270 mila rubli per iniziare le sue operazioni nel bacino di Donetsk”.
Gli stessi rendiconti finanziari relativi alla primavera del 1918, redatti del generale Alekseev contengono informazioni sulle entrate per un totale di 305 mila rubli dai francesi. Pertanto, se prestiamo attenzione alla quantità di assistenza finanziaria fornita dall’Intesa nelle fasi iniziali del Movimento Bianco nella Russia meridionale, possiamo scoprire che è l’Armata Bianca dovette la sua stessa esistenza al capitale straniero.
Nel novembre del 1918, le navi da guerra dell’Intesa arrivarono al porto di Novorossijsk e i Bianchi iniziarono a sperare gli aiuti stranieri fossero finalmente iniziati ad arrivare in un volume maggiore rispetto a prima.
In un banchetto del 28 novembre, organizzato in onore dell’arrivo delle forze anglo-francesi, il famigerato generale Poole annunciò che egli era stato inviato “per scoprire come e chi si poteva aiutare“, promettendo di fornire questo aiuto con piacere. Infatti, la prima nave con carico militare dall’Inghilterra arrivò il 5 febbraio 1919 e pochi giorni dopo a Novorossijsk arrivarono 11 navi con stazza fino a 60 mila tonnellate.
A maggio del 1919, il governo del Regno Unito fornì a Denikin circa un milione di sterline per l’acquisto di stivali e uniformi per l’Armata Bianca, e qualche giorno dopo inviò anche alcuni istruttori militari. Il 7 ottobre 1919 stanziò 3 milioni di sterline per la fornitura militare di Denikin e altri 14 milioni il giorno successivo.
Il 24 ottobre 1919 Nikolaj Pavlovič Sablin informò Sergej Dmitrievič Sazonov tramite telegramma: “Apprendo da una fonte attendibile che Churchill è riuscito a stanziare 14 milioni di sterline per la fornitura militare necessaria al generale Denikin“.
Il volume totale delle consegne britanniche è confermato anche dal registro del debito ufficiale di Denikin nei confronti del governo britannico, debito che solo per la fornitura militare ammontava con gli interessi a 40 milioni di sterline l’anno, senza tener conto quindi dell’ulteriore debito commerciale.
Dopo le gravi sconfitte subite dal generale Denikin nell’autunno del 1919, gli inglesi cominciarono a capire che i loro investimenti non sarebbero potuti essere più ripagati. Così a novembre del 1919 Lloyd George dichiarò che da marzo dell’anno successivo, qualsiasi finanziamento destinato a Denikin sarebbe stato sospeso.
La dichiarazione di Lloyd George coincideva con l’affermazione dei bolscevichi “Aspetta fino alla primavera, e poi avanza fino alla vittoria“. In realtà l’Armata Rossa non dovette attendere la primavera in quanto già all’inizio del 1920, sfruttando il vantaggio acquisito, lanciò contemporaneamente un’offensiva su entrambi i lati, che peggiorò drasticamente il già deplorevole stato delle truppe di Denikin, costringendole a ritirarsi sulle coste del Mar Nero.
Ma la guerra civile non era limitata al sud della Russia. Qual era la situazione ad est, dove erano attive le truppe dell’Armata Bianca di Kolčak? Michael Sayers e Albert Kahn nel libro “La guerra congiura” descrivono come il comandante delle truppe britanniche in Siberia, il generale Alfred Knox, in seguito riferì con orgoglio: “Abbiamo inviato in Siberia centinaia di migliaia di fucili, centinaia di milioni di colpi di munizioni, centinaia di migliaia di set di uniformi e cinture di mitragliatrici, ecc. Ogni proiettile sparato dai soldati russi nei bolscevichi durante questo anno è stato fabbricato in Inghilterra, da lavoratori inglesi, da materie prime inglesi e consegnato a Vladivostok da navi inglesi“.
Vale anche la pena notare che se Denikin era calzato e vestito a spese dei paesi dell’Intesa, Kolčak per la maggior parte acquistava tutto il necessario a scapito delle riserve d’oro della Russia, scambiando la ricchezza del popolo con le armi per combattere proprio questa gente.
Quali conclusioni si possono trarre dall’elargizione di questi finanziamenti? Certamente si evince che l’Armata Bianca non era altro che uno strumento nelle mani di alcuni governi stranieri intenzionati a creare in Russia uno stato completamente dipendente economicamente da Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia.
La storia ci ha detto che pur avendo dalla sua parte il sostegno del capitale straniero, l’Armata Bianca è stata sconfitta, non avendo trovato né sostegno né comprensione da parte del popolo.
Luca D’Agostini
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Fonti
Michael Sayers, Albert E. Kahn, La grande congiura, Einaudi, Roma 1949
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