Nell’arte della guerra, il trattato di strategia militare scritto tra il VI ed V secolo a.C. dal generale e filosofo cinese Sun Tzu, vi è scritto che “tutte le operazioni di guerra sono basate sull’inganno”. (1) Lo scrittore portoghese José Saramago, scrisse, usano “la menzogna come arma, come avanguardia dei carri armati e dei cannoni, la menzogna su rovine e cadaveri, sulle miserabili e perennemente frustrate speranze dell’umanità.” (2) Purtroppo funziona sempre così. Assistiamo a telegiornali dei media occidentali manipolati ad arte. La geopolitica e la politica internazionale sono materie molto complesse e purtroppo l’opinione pubblica è inspiegabilmente non appassionata di argomenti che in realtà influenzano decisamente la propria vita. Michel De Montaigne affermava che: “gli uomini sono portati a credere soprattutto quello che capiscono di meno”. Ci si affida quindi a cinque minuti di telegiornali farsa per costruirsi la propria opinione. Ma la televisione rappresenta l’impotenza del pensiero. Il risultato di una ricerca del neurologo Oliver Sacks ha determinato che “il cervello umano fatica il 13{bf2d5288dc6227a85fa6963f1c2a3a723252f95cd63a7ef62921e0fbdef25089} in più se fissiamo una parete bianca che non se guardiamo la televisione”. (3)
Come sostiene Piero Visani, giornalista ed esperto di geopolitica, la guerra mediatica è da tempo la maggiore realtà bellica del mondo contemporaneo. La finzione ha preso il posto della realtà. Esserne consapevoli, tenerne conto, imparare a leggere oltre il messaggio che ci viene fornito, è fondamentale. Occorre abituarsi a riflettere più in profondità su eventi che ci vengono presentati in un modo, e magari in realtà, sono diversissimi da come ci sono stati presentati. Non a caso George Orwell affermava che: “La libertà è poter dire che due più due è uguale a quattro.” (4) Tenete bene in mente infatti che i media occidentali, rispondendo ad interessi politici strategici delineati dai loro governi, hanno bisogno di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle vere strategie in atto. In parte è un processo naturale e legittimo che ogni sistema di potere e controllo esercita per preservarsi. In parte è anche dovuto alla tendenza dell’Occidente di rivestire di criteri morali azioni che di morale non hanno nulla, trasformando le dinamiche della geopolitica in una lotta del “Bene” (occidentale) contro il “Male” (tutto ciò che gli si oppone). (5) Udo Ulfkotte, per 17 anni ex corrispondente esteri della Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha dichiarato di aver lavorato per conto dei servizi segreti occidentali, fornendo informazioni, ma soprattutto modificando i propri scritti per fornire al pubblico “realtà” in cui Stati Uniti e NATO fossero sempre visti come i buoni, e gli altri come i cattivi. Per molti anni, ha ammesso, è stato anche a libro paga della CIA. (6) Ulfkotte è morto il 13 gennaio del 2017 all’età di 56 anni per un attacco cardiaco. Si sentiva minacciato e aveva riconosciuto che la sua vita era in pericolo. Aveva subito numerosissime perquisizioni dopo la pubblicazione del suo libro e aveva subito numerose minacce legali. (7) Nel suo libro “Giornalisti comprati” del settembre 2014, scrive: “Sono stato un giornalista per circa 25 anni, e sono stato educato a mentire, tradire e di non dire la verità al pubblico. I media tedeschi e americani cercano di portare alla guerra le persone in Europa, per fare la guerra alla Russia.” “Sono diventato cittadino onorario dello Stato di Oklahoma. Perché? Perché scrivo articoli filo-americani. Sono supportato dalla Central Intelligence Agency, la CIA. Perché? Perché io sono filo-americano. Io sono stufo di questo.” (8) “La diversità di opinioni nei giornali è una pura finzione, i nostri messaggi sono spesso puro lavaggio del cervello.” (6) Ulfkotte, nel suo libro spiega che la corruzione dei giornalisti non avverrebbe solo tramite laute retribuzioni in denaro, ma prevalentemente grazie a sovvenzioni di articoli e libri compiacenti verso gli Stati Uniti, vittorie pilotate di premi letterari, inviti presso campus universitari e le fondazioni private più facoltose. Avanzamenti di carriera, entrata nei “giri giusti”, stimolazione del narcisismo dei giornalisti: con questi mezzi i servizi segreti occidentali “comprerebbero” dunque la compiacenza dei media nei confronti dei rispettivi governi. (9) Il libro in Germania è divenuto un bestseller ma per ora pubblicato solo in lingua tedesca ed è venduto da “Amazon.de”. (7) Credetemi vale assolutamente la pena ascoltare parola per parola (c’è anche la traduzione sottotitolata in italiano) quanto detto a proposito da Udo Ulkfotte, quindi vi invito a vedere con molta attenzione questo video. Si tratta di una sua intervista alla televisione russa “Russia Today”, che sicuramente rimarrà impresso nella vostra memoria per sempre.
Il giurista internazionale Fabio Marcelli, dirigente di ricerca dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali del CNR, nel blog del Fatto Quotidiano, il 3 febbraio 2015 pubblicò un articolo riferito al libro di Ulkfotte nel quale sosteneva: “Non voglio entrare qui nel merito del libro e della veridicità delle affermazioni in esso contenute. È però un fatto innegabile che la stampa mainstream, per non parlare della televisione, sia schierata, con poche eccezioni, a sostegno delle tesi dominanti in politica estera. Questo lo si può constatare ogni giorno leggendo i giornali a proposito di Ucraina o di Venezuela. Con il ricorso a volte a falsificazioni di enorme rozzezza, come foto di poliziotti messicani o egiziani spacciati per venezuelani o di processioni religiose spacciate per cortei dell’opposizione.” (10)
I temi geopolitici sono ovviamente molto controversi, non c’è mai un parere unitario. Friedrich Nietzsche diceva: “Ogni vedere è un vedere prospettico”. Non è possibile avere una prospettiva unica, ma ognuno, nel suo proprio, ha una visione del mondo. Ed il problema è proprio questo, che per formarsi la propria opinione occorrerebbe avere a disposizione più informazioni possibili e che riprendano la prospettiva di cui parlava Nietzsche da vari punti e posizioni. E purtroppo invece non è cosi! I media seguono una linea editoriale, solitamente filogovernativa, ed i governi agiscono a seconda dei propri interessi di parte. Non possono bastare cinque minuti di telegiornale per capire cosa accade nel mondo. Le cose non accadono mai per caso. Bisogna sempre chiedersi il “perchè” delle cose, ed in geopolitica il “perchè” influenza l’andamento della storia e delle nostre vite. Nulla più degli eventi storici può influenzare la vita delle persone e questi eventi storici andrebbero affrontati con un approccio geopolitico. Ma dato che come accennavo all’inizio, la geopolitica è un tema molto complesso, a creare le basi sulle quali formare la nostra opinione contribuiscono in maniera decisiva i mass media. Ed ecco che il loro controllo è strategico, essenziale, indispensabile. Il poeta greco Eschilo, già 500 anni prima della nascita di Cristo affermava che: “In guerra, la verità è la prima vittima.” Fermatevi solo un secondo a ragionare su questa affermazione e capirete il senso di ciò che Eschilo intendeva dire. Come vedremo in altri articoli che scriverò sul blog Madre Russia, la storia è piena di episodi che danno ragione ad Eschilo. La propaganda di guerra ha necessità della compiacente cassa di risonanza dei grandi media: per quanto lo si possa confutare ogni volta, il messaggio viene inevitabilmente prima della confutazione, e una volta trasmesso, si deposita nella coscienza delle persone come un sedimento emozionale che ottunde il pensiero critico. (11) Così attualmente vi fanno credere che occorre bombardare ed eliminare Assad perchè stermina i bambini siriani con l’utilizzo di armi chimiche. Così vi fanno credere che la Russia ha invaso la Crimea. Così vi fanno credere che nel Donbass sono presenti militari russi che combattono contro il governo ucraino. (12) E’ sempre la storia dell’uomo cattivo, che la politica estera occidentale dice di dover far cadere e uccidere per portare la democrazia. La democrazia è il grimaldello per aprire le coscienze dell’opinione pubblica occidentale. Nella Guerra di Corea (1950-53) e nella guerra del Vietnam (1955-1975), si parlava di “contenimento” del comunismo che minacciava il mondo, scusa con la quale gli Stati Uniti hanno supportato, dal 1979, i mujaheddin in Afghanistan. Dopo il 1991, tutte le guerre sono state spacciate per “missioni di pace”, o come guerre necessarie per eliminare dal mondo la minaccia di un tiranno folle, omicida e guerrafondaio. Quindi negli ultimi anni il cattivo di turno era prima Noriega nel Panama, poi Milosevic in Serbia, poi Osama Bin Laden che cattivo era veramente ma che prima di essere stato ucciso e buttato nell’Oceano Indiano era stato creato e finanziato dagli Occidentali stessi, poi il cattivo è divenuto Saddam Hussein, poi Gheddafi ed attualmente il nuovo cattivo è Assad. Viene sempre spiegato così! La geopolitica non viene mai spiegata. Attenzione quindi a questi media menzogneri. Se ripercorriamo la storia degli ultimi 120 anni scopriamo che è sempre accaduto così. Occorre manipolare l’informazione per creare nell’opinione pubblica un sentimento favorevole all’inizio di una guerra. Come ben descrive la giornalista Enrica Perucchietti nel suo libro “False flag. Sotto falsa bandiera. Strategia della tensione e terrorismo di Stato”: “Per ottenere il consenso dell’opinione pubblica e l’accettazione di gravi sacrifici, l’unico modo è che si palesi una «minaccia estrema e globale». I False Flag sono operazioni belliche “sintetiche” ideate per fare credere che l’attacco sia stato effettuato da gruppi diversi rispetto ai reali esecutori, al fine di addossare loro la responsabilità di quanto accaduto, legittimando così eventuali guerre, sanzioni, colpi di stato. I mass media entrano in scena a questo punto per veicolare la propaganda bellica e per promuovere come giuste le rivendicazioni del potere.” (4)
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Sheldon Rampton, John Stauber, Vendere la guerra. La propaganda come arma d’inganno di massa, Nuovi Mondi Media, Ozzano dell’Emilia 2004, p. 59
(3) Il paese della disinformazione
(4) False flag
(8) https://youtu.be/TQu6IORU9-k
(9) Udo Ulfkotte
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