Evpraksija Vsevolodovna è probabilmente la figura femminile più tragica dell’antica storia russa.
Nota in Occidente anche come Adelaide di Kiev, Evpraksija Vsevolodovna è stata sacra romana imperatrice dal 1089 al 1105 a seguito del matrimonio con l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV.
Nacque a Kiev intorno all’anno 1071. Era figlia di Vsevolod I, Gran Principe di Kiev e sorella di Vladimir II Monomaco, principe della Rus’ di Kiev, della dinastia Rurik.
Evpraksija si sposò per la prima volta all’età di 12 anni con Enrico I il Lungo, margravio della Marca del Nord, figlio di Lotario Udo II. Gli storici concordano con il fatto che questo matrimonio fu organizzato dal padre di Evpraksija per rafforzare la sua posizione in Europa. Evpraksija arrivò in Germania con un grande seguito e una carovana di cammelli carichi di vestiti ricchi, pietre preziose e una grande quantità di tesori.1
Rimasta vedova nel 1087, senza figli, Evpraksija andò a vivere nel convento di Quedlinburg dove incontrò Enrico IV, Imperatore del Sacro Romano Impero, il quale rimase folgorato dalla sua bellezza che, dopo la morte della sua prima moglie nel dicembre 1087, la sposò nella Cattedrale di Colonia il 14 agosto 1089.1
In concomitanza con l’incoronazione ed essendosi convertita al cattolicesimo, adottò il nome di Adelaide. I rapporti tra Enrico IV e l’imperatrice Adelaide si deteriorarono ben presto.1
Secondo i cronisti di parte papale (nel contesto della lotta per le investiture), Enrico IV era coinvolto nella setta dei Nicolaiti, ospitando nei suoi palazzi le orge e i rituali osceni ai quali era dedita questa setta. Proprio queste accuse furono all’origine dell’ostilità tra Enrico IV e papa Urbano II.1
Per comprendere la malvagità di Enrico IV sono d’aiuto le cronache dell’epoca ad opera di Bruno e Lambert i quali affermavano che l’imperatore picchiava di continuo la prima moglie e violentava più volte sua sorella. Le brutali gesta domestiche di Enrico IV furono discusse due volte nei congressi principeschi del 1073 a Korbei e a Gerstungen.1
Quando nel 1089 divenne chiaro che i piani di Enrico IV per coinvolgere Kiev nella lotta in corso contro il trono papale non si avverarono, l’imperatore tedesco iniziò a sfogare la propria rabbia su sua moglie. Costringendola a partecipare alle orge segrete dei Nicolaiti, Enrico IV osservava personalmente le azioni degli stupratori.1
Durante le sue campagne in Italia, nel 1090 Enrico IV portò con sé la principessa Adelaide la quale nel frattempo era rimasta incinta e la tenne sequestrata a Verona. Non è chiaro di chi fosse il figlio che la principessa Adelaide portava in grembo comunque, nel 1092, all’età di due anni il bambino morì. La principessa riuscì a fuggire dalla sua prigionia nel 1093 e cercò rifugio a Canossa, dove chiese aiuto a Matilde di Toscana, nemica del marito.1
A quel tempo raccontare di aver subito violenza sessuale era quanto mai raro in quanto equivaleva al suicidio civile. Quindi per superare questi pregiudizi era necessario possedere un coraggio straordinario e Evpraksija lo possedeva. Incontrò il papa Urbano II e fece una pubblica confessione dinanzi al concilio di Piacenza del 1095, accusando suo marito di averla segregata contro la sua volontà e di averla costretta a partecipare ad orge offrendola anche a Corrado (figlio di Enrico e della sua prima moglie) e di aver tentato di tenere una messa nera sul suo corpo nudo.2
Queste accuse furono confermate da Corrado, che dichiarò che questa era la ragione per cui si era ribellato contro suo padre. Le rivelazioni di Evpraksija si rivelarono un colpo schiacciante per il prestigio dell’imperatore.1
Entro l’anno fu concesso l’annullamento del matrimonio tra Adelaide ed Enrico IV, dal quale non erano nati eredi.1
Evpraksija lasciò l’Italia per l’Ungheria dove aveva molti parenti tra i quali sua zia Anastasia Jaroslavna e dove visse fino al 1099, quando tornò a Kiev dove viveva sua madre. Dopo la morte di Enrico IV nel 1106 si fece monaca ed entrò in monastero, dove morì nel 1109, all’età di 38 anni. E’ sepolta nel bellissimo e famoso monastero di kiev Pechersk Lavra.1
Luca D’Agostini
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