Molti lettori osservando la foto dell’articolo si staranno chiedendo: ma chi è quell’uomo con il maglione che esulta al Cremlino di fianco al presidente Putin? Leggendo l’articolo lo scoprirete!
Iniziamo con una premessa: in tempi difficili, la Russia sceglie gli eroi per la sua salvezza. Così come per Mosca furono Kuz’ma Minin ed il principe Dmitrij Požarskij, per Sebastopoli lo è diventato Aleksej Michajlovič Čalij, per l’appunto l’uomo con il maglione accanto al presidente Putin.
Il 23 febbraio 2014, ventimila persone si radunarono in Piazza Nakhimov a Sebastopoli. Nelle loro mani bandiere russe. Su molte bandiere c’era scritto: “Russia, non ci abbandonare, riportaci indietro!“. Lo slogan urlato dalla folla era: “Putin è il nostro presidente!”. Fu uno smacco per il governo golpista di Kiev che non aveva fatto i conti con l’orgoglio del sentimento di appartenenza della popolazione russa. E fu qui che il mondo occidentale sentì per la prima volta il nome di Čalij. La città lo scelse all’unanimità come suo leader e gli delegò tutti i poteri. Osannato dalla folla, lui salì sul palco e con voce ferma e decisa disse alla folla: “L’obiettivo è solo uno: tornare in Russia“. Bastarono queste parole piene di un intrinseco significato per emozionare e dare forza ad un’intera popolazione.
Ma perchè Čalij? Probabilmente questa domanda può essere posta da chiunque non abbia vissuto a Sebastopoli. Aleksej Michajlovič Čalij è nato a Mosca il 13 giugno del 1961. La sua famiglia di origine è una famosa famiglia di Sebastopoli. Suo nonno, il vice ammiraglio Vasilij Filippovič Čalij, partecipò alla Grande Guerra Patriottica ed alla guerra contro il Giappone. Gli fu conferito l’Ordine di Lenin e ben cinque Ordini dello Stendardo Rosso. Dopo la guerra comandò uno squadrone della flotta del Mar Nero. Il padre di Aleksej è il famoso scienziato Michail Čalij il quale lavorava un’industria del settore della difesa, dirigendo un laboratorio di ricerca dei dispositivi di commutazione a Sebastopoli.
Poi arrivò la perestrojka e la dissoluzione dell’Unione Sovietica. La flotta del Mar Nero fu divisa e Sebastopoli avrebbe dovuto godere di uno status speciale.
Proprio a Sebastopoli risultarono evidenti le qualità commerciali di Čalij. Invece di partecipare al crollo e alla divisione della proprietà della difesa come fecero molti degli attuali oligarchi, Čalij creò autonomamente una propria impresa di ricerca e produzione dandole il nome di “Tavrida Electric”. Prese a lavorare con lui molti esperti di progettazione che nel frattempo era rimasti senza lavoro. Presto apparvero i suoi primi prodotti: interruttori di corrente elettrici intelligenti. Gli interruttori prodotti dall’azienda di Čalij si trovano in quasi tutti gli hotel dei Paesi dell’ex Unione Sovietica: cammini lungo il corridoio e la luce si accende e dopo qualche secondo si spegne automaticamente. La sua impresa ebbe un successo enorme e ben presto la “Tavrida Electric” divenne un’azienda con 70 stabilimenti di produzione.
Ma Čalij non è solo un imprenditore di successo e soprattutto non è per il suo lavoro che è amato dalla popolazione della Crimea. Čalij è un vero patriota russo. C’è un museo a Sebastopoli, un vero e proprio memoriale alla Flotta del Mar Nero, costituito da un edificio grandioso con fortezze, casematte sotterranee e passaggi segreti. Questo museo si può visitare gratuitamente ed è stato realizzato da Aleksej Čalij totalmente a sue spese.
L’apertura di questo museo è stata una sfida all’ucrainizzazione di Sebastopoli. Čalij ha avuto problemi per riuscire a realizzare questo museo, ma ha dimostrato tutta la sua forza di volontà. Purtroppo dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ogni anno Sebastopoli navigava sempre più lontano dalla Russia. Progressivamente molte scuole russe furono chiuse ed in quelle rimaste furono introdotte la lingua ucraina e la storia ucraina, dove non c’era posto per la difesa di Sebastopoli. La flotta russa del Mar Nero divenne un ostaggio delle relazioni internazionali. L’uscita al mare di una nave da combattimento doveva essere concordata con Kiev. Gli ammiragli russi protestavano ma i funzionari del Ministero degli Esteri della Federazione Russa li rassicuravano dicendo loro di non preoccuparsi perché l’Ucraina era un Paese fraterno e dovevano darle il tempo di affermare la propria autonomia sempre però nell’ottica di un rapporto di amicizia con la Russia.
Con l’avvento dei buffoni “arancioni”, la politica ucraina iniziò a manifestare atteggiamenti di aperta ostilità nei confronti dei russi. Fu proposto addirittura di sequestrare tutta la flotta russa presente nel porto di Sebastopoli. In quale modo un patriota come Aleksej Čalij poteva sopportare tutto questo?
Pochi lo sanno ma Čalij è un bravissimo cantante ed ama anche il cinema. Nel 2010 è stato il produttore di una serie tv di 14 episodi dal nome “Le storie di Sebastopoli”, la quale riscontrò un’enorme successo. Il regista della serie Aleksandr Brunkovskij ricorda: “Ho lavorato con una varietà di produttori. Ma mai con un produttore come Aleksej Michajlovič. E’ una persona che parla lentamente, prestando molto attenzione a ciò che dice. Abbiamo parlato molto. Si parlava di arte, di storia. È molto colto ed ama la lettura. Conosce molte lingue. Ma non abbiamo mai parlato di politica! Pertanto, quando ho saputo dalle notizie che Čalij era stato scelto come il leader di Sebastopoli, sono rimasto molto sorpreso, ma poi ho capito che era difficile trovare una persona migliore. E’ una persona vicina al popolo e per questo la gente lo ama. È incredibilmente modesto. Una volta abbiamo girato una scena della Difesa di Sebastopoli. Intorno c’era una folla enorme che assisteva alle riprese. E fu qui che notai qualcosa di veramente interessante. Qualsiasi altro produttore si sarebbe seduto accanto al regista sotto l’ombrellone. Io lo cerco intorno a me ed inizialmente non lo vedo, poi mi accorgo che lui e la sua famiglia erano tra il pubblico. Mi colpì anche la sua autovettura: Čalij non ha l’autista e guida un’autovettura Subaru Forester vecchia di 10 anni. Mai visto un personaggio simile! E quando abbiamo dovuto guardare le prime scene registrate? Fu Čalij ad arrivare nel nostro piccolo hotel e, seduto a piedi nudi sul pouf, guardò il materiale. Di solito è vero il contrario: un regista si precipita dal produttore per riferire e mostrare la realizzazione. Durante la sua visita in albergo nacque l’idea di registrare una canzone per l’undicesima puntata «La città assediata». Una canzone su Sebastopoli, la canzone preferita del nonno di Aleksej Michajlovič. Il problema principale era che avevamo poco tempo a disposizione ed era tardi per trovare un cantante. Alcuni miei collaboratori chiesero a Čalij di cantare lui la canzone. Vidi la sua faccia, era timido, ma l’abbiamo convinto. Il tempo a nostra disposizione stava per scadere. La mattina seguente avevamo un aereo per Mosca. Non era possibile trovare uno studio di registrazione. Čalij trovò la soluzione. Seguimmo la costa e salimmo sulla montagna dietro la città. C’era un silenzio totale sotto l’enorme cielo nero di Sebastopoli. Spargemmo la nostra attrezzatura sul cofano della macchina e cominciammo a riprendere Aleksej Michajlovič mentre cantava. Cantò in un modo che mi venne la pelle d’oca. Dovete riuscire ad immaginare la notte, Sebastopoli, le baie con le acque calme e la voce che raggiunge il cuore“.
Nel dicembre 2011, Aleksej Čalij è divenuto il vincitore del Premio Internazionale per la Fede e la Lealtà della Fondazione di Sant’Andrea il Primo Chiamato. Dal palco del Palazzo del Cremlino, dopo tutte le parole di ringraziamento, ha detto: “Vorrei condividere con i presenti il dolore che è stato seduto in me per molti anni. Questo è un dolore per il destino di Sebastopoli. Venti anni fa, i residenti di Sebastopoli si sono trovati involontariamente fuori dalla Russia. Per 20 anni sono stati sottoposti a pressioni, il cui scopo era spezzare i legami storici con la loro Patria, abbandonare la loro storia, sostituendola con una storia a volte aliena, a volte completamente falsa. Pertanto, voglio fare appello a tutti i presenti con le parole morenti dell’ammiraglio Kornilov, le quali, sfortunatamente, sono ancora rilevanti oggi: «Difendi Sebastopoli!» Grazie a tutti coloro mi hanno ascoltato“.
Questo dolore è rimasto in Čalij per 23 anni. Si è chiuso in se stesso proteggendo il suo cuore sofferente sotto un modesto maglione nero. Quando nel febbraio 2014 i funzionari delle forze speciali ucraine tentarono di arrestarlo, una folla di migliaia di cittadini della Crimea circondò l’edificio amministrativo all’interno del quale si trovava e minacciò di prenderlo d’assalto. E quando il 18 marzo 2014 l’inno della Federazione Russa risuonò nel Salone di San Giorgio al Cremlino, Čalij che era lì presente non riuscì a trattenersi. Chinò la testa e piangendo singhiozzò.
Aleksej Michajlovič Čalij è stato insignito dei seguenti premi:
– nel 2012 è stato premiato con il Premio Sant’Andrea il Primo Chiamato “Per fede e lealtà”, per il lavoro altruistico nel preservare la memoria storica nazionale e perpetuare la gloria della Russia, la creazione del Museo e del Complesso commemorativo sul territorio della 35° Batteria Costiera come simbolo del coraggio dei difensori di Sebastopoli.
– Il 4 aprile 2014 è stato insignito del titolo “Per il merito alla Patria” per il suo grande contributo al rafforzamento dello stato russo, la preparazione e la condotta del referendum sull’adesione della Crimea alla Federazione Russa, dimostrando al contempo una posizione civica, coraggio e dedizione.

Ratifica del risultato del referendum che sancì l’adesione della Crimea alla Federazione Russa
Čalij è uno dei 33 personaggi politici e statali russi inseriti nel ridicolo elenco delle sanzioni adottate dall’Unione Europea e del Canada. L’Estonia ha bloccato le operazioni commerciali sul suo territorio da parte dell’azienda “Tavrida Electric”, anche se Čalij, avendo iniziato le sue attività politiche, ha venduto le azioni di tutte le sue società a sua figlia la quale vive in Svizzera.
Vi lascio ad una raccolta di immagini riguardanti Aleksej Michajlovič Čalij, montate sul sottofondo di una bellissima canzone.
Luca D’Agostini
Lascia un commento
Fonti:
Devi accedere per postare un commento.