In questo articolo analizzerò la manipolazione dell’informazione attuata dai media occidentali riguardo la star di Twitter, Bana al-Abed, una bambina la cui vicenda ha falsamente commosso il mondo. L’Occidente nella sua martellante propaganda attuata mediante l’uso ipocrita dei bambini, l’ha utilizzata per confezionargli una storia ad hoc, su misura per lei, con il sostegno dell’Aleppo Media Center che dalla Turchia, ha curato la propaganda dei jihadisti ad Aleppo. Da quando l’Occidente ha portato la guerra in Siria, per avvalorare la propria falsa narrativa, si sono succedute di pari passo una serie di notizie infondate ed addirittura inventate che hanno attribuito sempre e solo tutta la colpa di quanto avveniva al governo del presidente Bashar al-Assad o alla Russia.
Veniamo al caso di Bana al-Abed. Bana viveva con i suoi due fratellini e la madre Fatemah ad Aleppo est, nella zona occupata dai terroristi jihadisti e dalla quale twittava messaggi contro il Presidente Assad.1 Il suo primo tweet, di sole tre parole, risale al 24 settembre 2016: “Io ho bisogno della pace“.2 Da quel momento Bana iniziò a scrivere con una frequenza elevata, postando di media 20 tweet al giorno e superando 120 tweet il 4 ottobre 2016.3
Poi ancora, il 23 novembre 2016, scriveva: “Amici miei, questa non è la luna, questa è una bomba che sta cadendo proprio ora. Pregate per noi stanotte. Ho paura“. Il 18 dicembre, invece, chiedeva: “Fermate la guerra, vogliamo la pace, come farò a diventare un’insegnante come mia madre. Il mio sogno morirà con le bombe”.2
Via via che la battaglia di liberazione dei quartieri est di Aleppo si faceva più intensa, la popolarità di Bana cresceva, i follower aumentavano ed i suoi patetici messaggi diventavano sempre più articolati, accorati e commoventi.2 Come ha fatto notare Murad Gazdiev, giornalista di Russia Today, via via che la battaglia di liberazione dei quartieri est di Aleppo si faceva più intensa, la zona era quasi sempre senza corrente elettrica, le linee telefoniche erano interrotte e la connessione internet pressoché assente, ma non per questa bambina.4
E’ evidente quindi che Bana è dotata di super poteri che le consentivano di ricaricare senza alcun problema la batteria dello smartphone e di rimanere connessa alla rete internet anche durante i bombardamenti. Ma i media occidentali hanno preferito non analizzare in modo critico questi particolari e si sono mostrati decisi a puntare dritti verso il loro obiettivo. Così Nicholas Kristof sulle pagine del New York Times, in modo improprio, assurdo ed ideologico, paragonò questa farsa appositamente costruita, con il diario on-line a quello di Anna Frank (la quale io ritengo che per l’indignazione si starà rivoltando nella tomba), seguito a stretto giro anche dal The Washington Post che, usando un tono ancor più intimo, vergognosamente la definì “nostra Anna Frank“.2 5
Ecco di cosa sono capaci i mezzi di comunicazione quando si ergono a paladini di una causa che ha esclusivamente finalità geopolitiche. Bana veniva utilizzata di fronte all’opinione pubblica occidentale per rappresentare gli orrori della guerra, un’infanzia martoriata, il desiderio di pace. Almeno fino alla notte del 7 aprile 2017, quando la base siriana di al-Shayrat, venne bersagliata da 59 missili Tomahawk statunitensi. Infatti da quella notte, nel silenzio dei media occidentali che, in quella occasione, hanno volutamente ignorato i suoi inquietanti tweet, la piccola eroina siriana, senza alcuno scrupolo, si trasformò in una guerrafondaia, twittando: “Io sono una bambina siriana che soffre sotto Putin e Assad. Benvenuto Donald Trump per la tua azione contro gli assassini della mia gente.” Ed ancora: “Putin e Assad hanno bombardato la mia scuola e rubato la mia infanzia. È arrivato il momento di punire gli assassini dei bambini in Siria“.2
Ma come è possibile che dopo poco tempo la piccola Bana abbia rinnegato il suo messaggio di pace “urbi et orbi” infischiandosene dei bambini rimasti uccisi? Sembra abbastanza evidente che si sia trattato davvero dell’ennesima bufala propagandistica, giocata sulla pelle di un minore: in questo caso di una bambina la cui identità è stata sfruttata per veicolare messaggi che, a quanto pare, con la pace hanno davvero poco a che fare.2
Comunque per rispondere alla domanda che ci siamo appena posti, è necessario approfondire ed indagare al fine di scoprire chi sono la madre ed il padre di questa bambina manipolata.
E’ del tutto evidente che il suo account è gestito dalla madre. Talmente evidente che basterebbe leggere l’impressum del suo stesso profilo Twitter, dove è chiaramente riportato “Account managed by mom“.6
La madre, Fatemah, è un ex insegnante di inglese che ha studiato giornalismo e questo spiegherebbe infatti la scrittura dei suoi post in perfetta lingua inglese.6 7 Anche perchè Bana parla l’inglese in modo elementare, come mostra un video postato sul suo account Twitter nel quale Bana ringrazia in un inglese molto basilare e non perfetto, la scrittrice Joanne K. Rowling per averle inviato alcuni e.books di Harry Potter.1 Ed è evidente che sia stata la madre a gestire e scrivere i post su Twitter, poiché per una bambina di 7 anni è alquanto assai improbabile essere capace di lucide analisi politiche e di avere dimestichezza con la corretta denominazione e funzioni di enti, organismi internazionali ed innumerevoli personalità politiche abitualmente citate da Bana.6 7 8
Inoltre nessuno degli account seguiti da Bana si avvicina minimamente a ciò che una bambina di 7 anni potrebbe essere interessata a seguire. Infatti si tratta di account di politici, mezzi d’informazione e pseudo attivisti favorevoli alla guerra contro il governo legittimo del Presidente Bashar al-Assad. Bana inoltre segue il gruppo filo-terrorista “Coalizione Nazionale Siriana delle Forze d’Opposizione e della Rivoluzione”.
Un altro account seguito ma non propriamente idoneo ad una bimba di 7 anni è “@IranArabSpring”, che è focalizzato al capovolgimento del legittimo governo in Iran, presumibilmente attraverso lo stesso copione sanguinario adottato in Siria.3
E’ del tutto evidente quindi che aver utilizzato ed utilizzare tuttora l’immagine di Bana per diffondere messaggi politici è il frutto di una miserabile pianificazione mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale riguardo un possibile intervento bellico a sostegno dei terroristi jihadisti che combattono contro Assad. Una bambina di 7 anni intenerisce e fa breccia nelle coscienze dell’opinione pubblica, molto più che una donna adulta.
Quando ormai era chiaro che Aleppo est stava per essere finalmente liberata, l’account improvvisamente scomparve e gli ipocriti temettero il peggio. Poco prima la madre aveva scritto : “Siamo sicure che l’esercito siriano ci farà prigioniere. Caro mondo, ci vediamo un altro giorno. Ciao.” L’account venne cancellato ed i media internazionali si domandarono preoccupati cosa fosse successo a Bana ed alla sua famiglia. Gonfiarono la notizia nell’intento di creare un’altra prova della presunta brutalità del governo siriano.
Ma, miracolo, l’esercito siriano non arrestò la madre e così dal giorno dopo Bana fu di nuovo online e scrisse: “Hallo, amici. Sto bene.“1
L’intera vicenda dei tweet di Bana è semplicemente una vergognosa propaganda! I tweet non sono i pensieri di una bimba di 7 anni spaventata dalle bombe ma sono stati creati per promuovere una specifica narrativa dei fatti, con l’obiettivo di delegittimare il governo di Assad e la Russia davanti agli occhi dell’opinione pubblica occidentale.
Ma c’è di più: andando ad indagare si è scoperto che l’account di Bana è stato registrato nel Regno Unito, un po’ distante da Aleppo pur per la prodigiosa bambina.
Inoltre, sempre indagando, è risultato che il padre di Bana, Ghassan al-Abed, è un terrorista jihadista, membro delle brigate islamiche al-Safwa, gruppo molto vicino agli Elmetti Bianchi (Caschi Bianchi), a loro volta molto vicini ai terroristi jihadisti di al-Nusra.9 10 Inoltre era membro dell’Ufficio Legale del Consiglio Comunale di Aleppo est, istituzione creata da al-Nusra.3

Il terrorista e padre di Bana al-Abed

Il terrorista e padre di Bana al-Abed

Brigate islamiche al-Safwa
Che tristezza doversi rendere conto che l’opinione pubblica, sull’onda di un’emotività sapientemente creata da quei tweet apparentemente innocenti e scevri di ogni ideologia, si sia bevuta tutto.
Dopo la liberazione di Aleppo est l’intera famiglia di Bana, compreso il padre jihadista, ha trovato ospitalità in Turchia ed è stata ricevuta dal Presidente turco Erdogan.11
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Rifondazione
(2) Il Giornale
(3) I confini della propaganda
(4) USA
(5) Il Foglio
(7) Bana
(8) Libero
(9) Fake
(10) Bana al-Abed
(11) Bambina siriana
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