I seguenti due casi sono poco noti all’opinione pubblica nonostante siano stati storicamente accertati. Mi riferisco all’Operazione Mongoose (Operazione Mangusta) ed all’Operazione Northwoods.
Gli Stati Uniti si sono sempre adoperati per influenzare le dinamiche politiche degli altri Paesi. In questo caso affronteremo il caso di Cuba. Nel 1961 l’idea ossessionante della CIA era: “Fidel Castro deve andare via!”. In funzione di questo obiettivo si inquadra l’invasione della “Baia dei porci” dell’aprile 1961.
La CIA aveva provato in tutti i modi a far cadere Fidel Castro, ma Castro e Che Guevara erano in Guatemala nel 1954, quando gli Stati Uniti organizzarono il colpo di stato per far cadere Arbenz e quindi avevano osservato attentamente questo tipo di strategia ed avevano adottato una serie di precauzioni. In pratica avevano sviluppato una rete di intelligence molto fidata ed estremamente decisa nell’intervenire in caso di possibili rischi.1
Come abbiamo accennato, nel 1961 gli Stati Uniti attaccarono Cuba. A seguito dei bombardamenti subiti, l’ambasciatore cubano all’ONU, di fronte al Consiglio di Sicurezza, dichiarò: “Gli Stati Uniti ci stanno bombardando nel tentativo di giungere ad un cambio di governo“. Allorché, l’ambasciatore degli Stati Uniti rispose (tenetevi forte che c’è da ridere): “Noi non abbiamo nulla a che vedere con questi bombardamenti! Abbiamo le prove che si tratta dell’aviazione militare cubana. E’ così indignata del regime dittatoriale di Fidel Castro che ora i piloti militari stanno disertando. Ma prima di disertare e lasciare Cuba, stanno effettuando dei bombardamenti.” Incredibile! Vengono raccontate menzogne spudoratamente, senza un minimo di vergogna! Ma sapete quale fu la reazione di Francia e Regno Unito, all’interno del Consiglio di sicurezza? Dichiararono: “Se lo dice il nostro onorevole collega degli Stati Uniti, allora deve essere vero!”1
Fallita l’opzione militare non dichiarata, si cercò di far destituire Fidel Castro in un altro modo. Si pensò quindi di convincere gli statunitensi che Fidel Castro era pericoloso. Venne pertanto pianificata un’operazione denominata “A Program of Covert Action Against the Castro Regime“, Si trattava di un’operazione approvata dal presidente degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower il 17 aprile 1960. Il programma era articolato in più fasi e prevedeva:spingere i movimenti comunisti dell’isola ad unirsi all’opposizione, fornire copertura agli agenti governativi statunitensi, operare una successiva forte propaganda contro il comunismo, creare una piccola base militare per le esercitazioni e creare un’organizzazione fantasma per raccogliere informazioni sul Paese. Per funzionare ottenne un finanziamento iniziale di 4,4 milioni di dollari.2
Ma il 21 novembre 1961, dopo il fallimento dell’invasione della baia dei Porci, nella massima segretezza fu organizzato un nuovo comitato sotto il presidio del successivo presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, formato dal generale Lansdale, il direttore della CIA John McCone, Richard Goodwin, e il generale Lansdaleper, per attuare un nuovo piano contro il nuovo movimento cubano, denominato poi Mongoose Operation (“Operazione Mangusta”) e conosciuto anche come “The Cuban Project”.3

Comitato per l’attuazione del piano “Operazione Mangusta”
Lo scopo di questa nuova operazione era di far sembrare Cuba una minaccia per il mondo occidentale, per rendere poi giustificato un attacco militare, in quanto Cuba non ancora membro del Patto di Varsavia.4
John e Bob Kennedy crearono anche una cellula per la pianificazione dell’attività clandestina volta ad eliminare Fidel Castro. Per tentare di raggiungere il loro obiettivo, i Kennedy passarono dalle operazioni di sabotaggio e azioni terroristiche, alla pianificazione vera e propria dell’omicidio del leader cubano. Rovesciare Castro era infatti la massima priorità per il governo degli Stati Uniti.

Fidel Castro
Prima dell’Invasione nella Baia dei Porci, per realizzare l’assassinio di Fidel Castro la CIA si rivolse a Robert Maheu, un ex dipendente della CIA stessa che lavorava come investigatore privato (un mio collega quindi!!!). L’investigatore privato aveva come ruolo il reclutamento di persone per attuare il compito designato, visto che ritenevano inopportuno il riconoscimento statunitense in queste azioni. Maheu contattò quindi un mafioso italiano di nome Filippo Sacco, in seguito naturalizzato statunitense con il nome di John Roselli, un mafioso con contatti criminali a Las Vegas al quale per l’eliminazione di Fidel Castro fu proposto un compenso di 150.000 dollari.3 5 L’azione prevedeva il reclutamento di persone per la consegna di pillole avvelenate per compiere l’assassinio. I cubani reclutati durante l’operazione, richiesero un rifornimento d’armi oltre alle pillole, ma il piano non andò a segno in quanto dopo di ciò i cubani che avevano dato disponibilità non parteciparono.4

L’investigatore privato Robert Maheu

Il criminale mafioso John Roselli
Durante il governo di Eisenhower, da marzo ad agosto del 1960, la CIA mise in atto diversi complotti contro Castro tra cui, secondo il rapporto del loro ispettore generale del 1967 introdusse un piano per colpire lo studio di Castro con dello spray che emanava una sostanza chimica i cui sintomi sono simili alla LSD, ma rifiutato poiché materiale irreperibile, inoltre la Technical Services Division dichiarò che impregnarono un box di sigari con una sostanza chimica non specificata prima del suo discorso per creare disorientamento durante le conferenze.
In questo clima volto all’eliminazione di Fidel Castro, nasce l’Operazione Northwoods.
Tale operazione venne concepita nel 1962 da alti dirigenti dello Stato Maggiore Militare degli Stati Uniti e venne firmato dal generale Lyman Lemnitzer, capo degli Stati Maggiori Riuniti.6 Il documento descrivente l’Operazione Northwoods era intitolato “Justification for US Military Intervention in Cuba” (Giustificazione per un intervento militare statunitense a Cuba) e venne presentato al Ministro della Difesa Robert McNamara il 13 marzo 1962, ed in seguito al Presidente Kennedy.7 La finalità dell’Operazione Northwoods era quella di suggestionare l’opinione pubblica statunitense ed indurla così a sostenere un eventuale attacco militare contro il regime cubano. Il piano operativo includeva la creazione di feroci atti terroristici all’interno del territorio nazionale degli Stati Uniti, organizzati da entità governative statunitensi e che apparissero invece come diretti ed organizzati dal regime di Fidel Castro. L’operazione intendeva quindi inscenare operazioni sotto falsa bandiera da imputare poi ai cubani in modo da promuovere al mondo l’idea che il governo cubano fosse pericoloso ed irresponsabile, tanto da rappresentare un’inquietante e imprevedibile minaccia per la pace in tutto l’Occidente.6
Fortunatamente, il piano non fu mai messo in atto in quanto il Presidente John Fitzgerald Kennedy, ancora vacillante dopo l’imbarazzante fallimento della CIA per l’invasione alla Baia dei Porci a Cuba dell’aprile del 1961, lo annullò nel marzo del 1962 dimostrandosi lungimirante ed in grado di capire che l’attuazione del piano avrebbe scatenato una guerra senza precedenti.8 9 10 Purtroppo però, com’è noto, il Presidente John Fitzgerald Kennedy fu ucciso l’anno successivo mentre l’ideatore del piano, il generale Lyman Lemnitzer, fu nominato comandante in capo della NATO.

Il presidente degli Stati Uniti John Fitzegerald Kennedy

Generale Lyman Lemnitzer
L’intero documento dell’Operazione Northwoods, dopo la sua declassificazione nel 1997, è pervenuto al pubblico ed è consultabile in lingua originale sul sito della National Security Archive: http://nsarchive.gwu.edu/news/20010430/.
Ecco alcune estrapolazioni del documento Operazione Northwoods, dal quale si evince quanto questo piano sia stato completamente folle, ma al contempo lucido, cinico e pieno di dettagli e analisi che avrebbero permesso concretamente una sua realizzazione: “Potrebbe essere avviata una campagna terroristica di matrice comunista cubana nella zona di Miami, in altre città della Florida o addirittura a Washington. Potremmo affondare una barca di cubani in rotta verso la Florida, nella realtà o con una simulazione. Potremmo promuovere attentati alle vite di rifugiati cubani negli Stati Uniti. L’esplosione di alcune bombe al plastico in manifestazioni sportive selezionate. L’arresto di agenti cubani e la diffusione di documenti predisposti per sostenere il coinvolgimento cubano.” “È possibile provocare un incidente che dimostri in modo convincente che un aereo cubano abbia attaccato e abbattuto un velivolo charter civile in volo dagli Stati Uniti verso Giamaica, il Guatemala, Panama o il Venezuela. I passeggeri dovrebbero essere un gruppo di studenti universitari in vacanza o qualsiasi gruppo di persone con interessi comuni, tali da giustificare un volo charter e non di linea. Un aereo della base aerea di Eglin AFB verrebbe riverniciato e rinumerato come un duplicato esatto di un aereo civile, di proprietà di una organizzazione facente capo alla CIA nell’area di Miami. Al momento previsto, il duplicato sostituirebbe l’aereo originale e vi sarebbero imbarcati i passeggeri prescelti, tutti con identità opportunamente preparate. L’aereo originale verrebbe sostituito da un velivolo radiocomandato. Gli orari di decollo del velivolo radiocomandato e di quello reale verrebbero sincronizzati per permettere un incontro a sud della Florida. Dal punto d’incontro, l’aereo civile scenderebbe a quote molto basse e si dirigerebbe direttamente a un campo ausiliario della base aerea di Eglin, equipaggiata per l’evacuazione dei passeggeri e per riportare l’aereo alle condizioni originarie. Nel frattempo, il velivolo radiocomandato proseguirebbe lungo il piano di volo previsto. Giunto sopra Cuba, il drone trasmetterebbe sulle frequenze internazionali d’emergenza il segnale di “MAYDAY”, dichiarandosi sotto attacco da parte di un MIG cubano. La trasmissione verrebbe interrotta e la distruzione del velivolo sarebbe innescata da un radiosegnale. Ciò permetterebbe alle stazioni radio ICAO nell’emisfero occidentale di informare dell’accaduto gli Stati Uniti, invece di costringerci a tentare di “rivendere” la storia dell’incidente“.7
il documento fornisce una lista di metodi (e, in alcuni casi, veri e propri schemi di pianificazione) che gli Stati Uniti ritenevano avrebbero creato consenso interno ed internazionale a favore di un intervento militare statunitense diretto contro Cuba. Si tratta di attacchi simulati concepiti in modo tale da farli apparire come ispirati o eseguiti per conto del regime cubano. Ecco il testo:
“Dal momento che parrebbe consigliabile l’utilizzo di una provocazione come base per un intervento militare statunitense a Cuba, potrebbe essere portato ad esecuzione un piano segreto di simulazione, che includa necessarie azioni preliminari come tentativo di provocare reazioni da parte cubana. Dovrebbero essere incrementati inganni e iniziative di disturbo per convincere Cuba di una invasione imminente. La nostra posizione militare durante l’esecuzione del piano permetterà un cambio rapido dallo stato di esercitazione a quello di intervento se la risposta cubana lo giustificherà.
Sarà pianificata una serie di incidenti ben coordinati a Guantanamo, apparentemente condotti da forze cubane nemiche.
A) Ipotesi di incidente per rendere credibile un attacco (non in ordine cronologico):
Diffondere molte voci usando una radio clandestina.
Sbarcare forze cubane amiche in uniforme mimetica per inscenare un attacco alla base.
Simulare la cattura di sabotatori cubani nella base.
Creare disordini ai cancelli della base utilizzando forze alleate cubane.
Far esplodere munizioni e accendere fuochi nella base.
Incendiare un aereo sulle piste (sabotaggio).
Colpire la base dall’esterno con colpi di mortaio con alcuni danni alle installazioni.
Catturare squadre d’assalto in avvicinamento dal mare a Guantanamo City o nelle vicinanze.
Catturare gruppi di miliziani che assaltano la base.
Sabotare una nave nel porto con fiamme e incendi.
Affondare una nave accanto alla bocca del porto. Simulare funerali di finte vittime (possibilmente una decina).
B) Gli Stati Uniti risponderebbero con azioni di attacco volte a garantire i rifornimenti di carburante e di acqua e distruggendo le installazioni di artiglieria e di mortaio che minacciano la base.
C) Avviare operazioni militari americane su larga scala.
Un incidente sullo stile del “Maine” potrebbe essere organizzato in vari modi:
- Si potrebbe far esplodere una nave americana a Guantanamo e incolpare Cuba.
- Si potrebbe abbattere un velivolo telecomandato (senza equipaggio) sulle acque territoriali cubane. Potremmo causare un simile incidente vicino a l’Avana o a Santiago come spettacolare esito di un attacco cubano dal mare o dal cielo o da entrambi. La presenza di aerei o navi cubani che semplicemente indagano le intenzioni della nave potrebbero facilmente risultare prove convincenti che la nave sia stata attaccata. La vicinanza con l’Avana o Santiago aggiungerebbe credibilità, particolarmente nei confronti di chi abbia udito lo scoppio o visto le fiamme. Gli Stati Uniti potrebbero procedere con una operazione di salvataggio via aerea e navale coperta da caccia per evacuare i sopravvissuti di un equipaggio inesistente. Liste di vittime sui giornali porterebbero una utile ondata di indignazione nazionale.
Potrebbe essere avviata una campagna terroristica di matrice comunista cubana nella zona di Miami, in altre città della Florida o addirittura a Washington. La campagna potrebbe mirare a rifugiati negli Stati Uniti. Potremmo affondare una barca di cubani in rotta verso la Florida, nella realtà o con una simulazione. Potremmo promuovere attentati alle vite di rifugiati cubani negli Stati Uniti fino al punto di pubblicizzare ampiamente dei ferimenti. L’esplosione di alcune bombe al plastico in manifestazioni sportive selezionate, L’arresto di agenti cubani e la diffusione di documenti predisposti per sostenere il coinvolgimento cubano, sarebbero utili nel promuovere l’immagine di un governo irresponsabile.
Potrebbe essere simulata ostilità di matrice cubana e castrista nei confronti di una vicina nazione caraibica, sull’esempio dell’invasione del 14 giugno della Repubblica Dominicana. Sappiamo che Castro al momento sovvenziona attività sovversive nei confronti di Haiti, della Repubblica Dominicana, del Guatemala e del Nicaragua e forse di altri stati. Queste attività possono essere evidenziate e ne possono essere inventate delle altre per poi smascherarle. Ad esempio possiamo sfruttare la reattività delle Forze Aeree Dominicane nei confronti di intrusioni sullo spazio aereo nazionale. B-26 o C-46 “cubani” potrebbero effettuare raid incendiari notturni. Si possono reperire munizioni incendiarie del blocco sovietico e accoppiarle con messaggi “cubani” ai movimenti clandestini comunisti della Repubblica Dominicana e rifornimenti “cubani” che potrebbero essere trovati o intercettati sulle spiagge.
L’uso di caccia di produzione sovietica pilotati da aviatori americani potrebbe fornire ulteriori provocazioni. Il disturbo dell’aeronautica civile, l’attacco a vascelli di superficie e la distruzione di un aereo telecomandato americano da parte di MIG sarebbe utile come azione complementare. Un F-86 adeguatamente riverniciato potrebbe convincere i passeggeri di aver visto un MIG, a maggior ragione se il pilota dovesse annunciare l’evento. L’inconveniente principale di questa ipotesi è il rischio implicito nel reperimento o nella modifica dell’aereo. Tuttavia, copie credibili di MIG possono essere realizzate negli Stati Uniti in tre mesi.
Tentativi di dirottamento nei confronti di aerei e imbarcazioni dovrebbero apparentemente proseguire come misure di disturbo organizzate dal governo cubano. Contemporaneamente, dovrebbero essere incoraggiate autentiche diserzioni di aerei ed imbarcazioni civili e militari cubani.
È possibile inscenare un incidente che faccia pensare che MIG cubani abbiano abbattuto un aereo dell’USAF su acque internazionali, durante un attacco non provocato.
1) Quattro o cinque caccia F-101 saranno inviati dalla base aerea di Homestead, in Florida, nelle vicinanze di Cuba. La loro missione sarà quella di invertire la rotta e simulare caccia nemici per una esercitazione nel sud della Florida. Questi aerei potrebbero fare frequenti variazioni di rotta. Gli equipaggi riceverebbero istruzioni di mantenersi oltre le 12 miglia dalle coste cubane. Tuttavia sarebbero equipaggiati con munizionamento reale per fronteggiare eventuali iniziative ostili dei MIG cubani.
2) Durante uno di questi voli, un pilota precedentemente istruito, chiuderebbe la formazione mantenendo una notevole distanza tra i velivoli. Giunto vicino a Cuba, questo pilota trasmetterebbe di essere stato attaccato dai MIG e scenderebbe di quota, senza ulteriori comunicazioni. A quel punto si dovrebbe dirigere direttamente a ovest a bassissima quota e atterrare in una base ausiliaria di Eglin. L’aereo sarebbe subito preso in carico da personale adeguato e gli sarebbe dato un nuovo numero di serie. Il pilota, che avrebbe condotto l’operazione sotto falso nome, tornerebbe alla sua identità e alla sua normale attività. A quel punto aereo e pilota sarebbero scomparsi.
3) Alla stessa ora del presunto abbattimento, un sottomarino o una piccola imbarcazione di superficie spargerebbe parti di F-101, paracadute e altro all’incirca a 15 o 20 miglia dalla costa cubana e si disimpegnerebbe. I piloti di ritorno ad Homestead racconterebbero una storia autentica, per quel che ne sanno. Navi ed aerei da recupero potrebbero essere inviati, trovando parti dell’aereo.“
Ora la domanda da porsi è: se alcuni personaggi politici e militari statunitensi, quasi riuscirono nell’attuazione di un progetto così assurdo negli anni sessanta, bloccati poi dal buon senso di un grande individuo di nome Kennedy, davvero è così impossibile che un progetto similare non possa essere stato attuato in altri frangenti della storia contemporanea?
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Daniel Ganser
(2) Archivio
(3) Cuba
(4) Fidel Castro
(5) La CIA voleva pagare la mafia
(6) False Flag
(7) Attentati
(9) Infowars
(10) Giorgio Agamben, Mezzi senza fine. Note sulla politica”, Bollati Boringhieri, Torino 1996, p. 67.
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