Prima dell’avvento di Pietro I al trono, in Russia la vita personale dei monarchi era regolata dai canoni della Chiesa e, ovviamente, non veniva resa pubblica. La vita selvaggia di Ivan il Terribile, il cui numero di mogli gli storici ancora oggi non sono in grado di calcolare, costituisce piuttosto un’eccezione alla regola. Allo stesso tempo, anche Ivan Vasil’evič (Ivan il Terribile) cercò di fornire un’apparenza di legalità ai suoi rapporti con le donne.
Il giovane zar Pëtr Alekseevič (Pietro I) non pensava nemmeno di modificare le basi morali della sua Patria, ma la vita decretò il contrario.
Nel 1689, il diciassettenne Pëtr, su insistenza di sua madre, sposò Evdokija Fëdorovna Lopuchina. La moglie, che aveva tre anni in più dello Zar, era cresciuta in una famiglia russa tradizionale e non comprendeva l’ammirazione di Pëtr per tutto ciò che era europeo.
Non si può parlare di raffreddamento nel rapporto tra lo Zar e sua moglie: già inizialmente non c’era intimità e calore tra di loro.
Pëtr, nonostante la madre fosse contraria, trascorreva la maggior parte del tempo con i suoi amici, alternando la sua passione per il mare con allegre feste.
Uno degli amici intimi dello Zar in quel periodo era il barone Franz Lefort. Nel 1690 fu Lefort a presentare la bella tedesca diciottenne di nome Anna Mons.
Anna era la figlia più giovane di Johann Georg Mons, un commerciante di vini e oste tedesco. Nato in Westfalia, Johann Mons si era trasferito con la sua famiglia in Russia in cerca di una vita migliore. Si stabilirono nel quartiere tedesco, un luogo riservato agli stranieri che si trasferivano a Mosca, fondato sotto Ivan il Terribile. Non solo gli immigrati dalla Germania venivano chiamati tedeschi lì, ma anche tutti gli stranieri che parlavano male il russo. E tra la gente comune, l’insediamento si chiamava Kukuj. A causa dell’abbondanza di stranieri che non volevano imparare il russo e adottare tradizioni russe, l’insediamento tedesco divenne un’isola della cultura europea, dove non solo si parlavano altre lingue, ma si indossavano abiti e acconciature in un modo completamente diverso. Non sorprende che Pietro I, apparso per la prima volta nell’insediamento nel 1690, apprezzasse le abitudini del quartiere e le ragazze che indossavano abiti con un busto chiaramente nudo e ampie scollature. In Russia in quegli anni, le ragazze non sposate non azzardavano neanche a vestirsi in tal modo.
Quando Anna incontrò Pëtr, la famiglia Mons era già divenuta molto ricca. Dopo la morte di Johann Mons, la sua vedova dovette vendere un mulino per far fronte ai propri debiti, ma la meravigliosa casa con l’albergo rimase di proprietà della famiglia.
La madre di Anna, Matilda Mons, rimasta vedova e con quattro figli, si adoperò per fornire un futuro ai suoi figli, senza preoccuparsi troppo del lato morale della questione. In parole povere, Matilda cercò di “mettere” Anna nel letto di uomini influenti e ricchi. Uno di questi era Franz Lefort, che raccomandò quindi allo Zar la sua ex amante.
Ma poi accadde qualcosa che, molto probabilmente, nemmeno Lefort si aspettava: il giovane Zar si innamorò della bella giovane tedesca. Fino a quel momento, Pëtr non conosceva questo sentimento, non provava nulla per la moglie impostagli dalla madre, e Anna, cresciuta nei costumi più libertini dell’Europa, toccava le corde più tenere della sua anima.
Anna aveva 18 anni in quegli anni. Fino ad oggi, nessun ritratto della giovane seduttrice è sopravvissuto, ma, secondo i suoi contemporanei, si distingueva per una bellezza e un’attrazione speciali. Oltre alla bellezza fisica, aveva un carattere allegro e un buon senso dell’umorismo. Per ore poteva ballare serenamente, svuotare i bicchieri e divertire tutti intorno alle sue battute spiritose. In confronto alla modesta, timida e devota moglie legittima dello Zar Evdokija Fëdorovna Lopuchina, la giovane Mons era un’eterna vacanza. E i suoi abiti civettuoli europei e il grazioso trucco fecero impazzire il giovane Pëtr una volta per tutte. La loro storia d’amore si protrasse per più di un decennio, sebbene anche gli amici più stretti di Pëtr fossero scettici su questo ardore dello Zar.
Inondò Anna di favori e regali: Anna e sua madre ricevettero una pensione annuale di 708 rubli, una lussuosa casa in pietra a due piani fu costruita per loro nell’insediamento tedesco a spese pubbliche. Un regalo personale dello Zar ad Anna fu un ritratto in miniatura di Pëtr, decorato con diamanti, il cui costo era stimato in mille rubli (una cifra veramente consistente all’epoca).
Nel 1698, lo Zar, di ritorno da una missione diplomatica all’estero, visitò per prima non la moglie, ma Anna. Anzi per quanto riguarda sua moglie, Evdokija Fëdorovna Lopuchina, una settimana dopo, Pëtr la rinchiuse nel monastero di Suzdal’ Pokrovskij. A quel punto, la madre dello Zar era morta; con sua madre viva, Pietro I non avrebbe mai avuto il coraggio di separarsi da sua moglie. A quel tempo non esisteva il divorzio in Russia, e l’unico modo per sbarazzarsi della moglie non amata era mandarla in un monastero.
Ciò compromise irrimediabilmente la reputazione di Anna di fronte all’opinione pubblica russa. Anna fu accusata di “ammaliare” lo Zar e di costringerlo a “distruggere la Russia”.
Lo Zar non prestò attenzione all’antipatia delle persone per la sua amata e pensò seriamente di contrarre un matrimonio legale con Anna. Questa idea, tuttavia, non attirò l’approvazione nemmeno dei più fedeli sostenitori di Pietro I. Prima di tutto perché essi, non accecati dai sentimenti, vedevano e udivano ciò che lo Zar stesso non voleva sentire.
Anna Mons sfruttò il suo ruolo di favorita (amante) per il proprio arricchimento, nonché per l’arricchimento di parenti e amici. La gente soprannominò Anna “la regina di Kukuj” (Kukujskaja zarina) dal secondo nome dell’insediamento tedesco di Mosca, che si chiamava Kukuj.
Gli storici che hanno analizzato le lettere scambiate tra Anna a Pietro I, hanno notato che sono quasi interamente costituite da varie richieste e sono quasi completamente prive di teneri sentimenti verso lo Zar. La calcolatrice Anna godeva dell’amore di Pëtr, ma non lo contraccambiava. Lo Zar stesso se ne accorse periodicamente e incolpò ogni volta la sua amata, ma poi i sentimenti prevalsero di nuovo.
Si vociferava anche che Anna avesse rapporti con altri uomini alle spalle di Pëtr. Come spesso accade in questi casi, la verità fu rivelata all’improvviso. L’11 aprile 1703, durante i festeggiamenti a Shlisselburg, in occasione del completamento della riparazione della nave imperiale, l’inviato sassone Konigsek cadde nel fiume Neva e annegò. Tra gli effetti personali del defunto c’erano il medaglione e le lettere d’amore di Anna Mons. Si scoprì che la relazione tra Anna e il diplomatico era iniziata già da cinque anni, quando Pietro I si era recato per un periodo fuori dalla Russia per una delicata missione diplomatica.
Lo Zar fu sconvolto da tale tradimento. La relazione con Anna finì immediatamente, e nonostante la ragazza tedesca cercò di scrivere lettere di pentimento, per ordine di Pietro I fu posta agli arresti domiciliari.
Dopo un paio d’anni, Pietro I incontrò Márta Samuílovna Skavrónskaya, una polacca di origini ancor meno nobili, che diventerà poi la sua seconda moglie e imperatrice russa con il nome di Caterina I.
Quanto ad Anna, lo Zar non volle più sentire parlare di lei. Fu accusata di divinazione, la casa e tutti i beni gli furono confiscati e diverse decine di persone a lei collegate finirono in prigione.
Un diplomatico prussiano, Georg-John von Keyserling, cercò di convincere Pietro I ad annullare gli arresti domiciliari nei confronti di Anna Mons e chiese il permesso di sposarla, ma lo Zar infuriato, lo sollevò di peso e lo scaraventò giù da una rampa di scale.
Il gesto dello Zar nei confronti di un diplomatico straniero rischiò di far sorgere un conflitto militare tra i due stati, ma la situazione era ancora risolta. Nel 1711 Keyserling ottenne il permesso di sposarsi. Il matrimonio avvenne a giugno del 1771, ma pochi mesi dopo, a dicembre, Keyserling stesso morì improvvisamente sulla strada di ritorno per Berlino.
Per i tre anni successivi, Anna Mons litigò con i parenti di suo marito per la questione dell’eredità, ma alla fine comunque ottenne una decisione a suo favore. Tuttavia, praticamente non ebbe il tempo di godersi questa eredità. Il contenzioso si concluse a marzo del 1714, ma il 15 agosto 1714 Anna Mons, all’età di 42 anni, morì improvvisamente.
Il fratello di Anna, Willim Mons, frequentava la corte ed era divenuto un uomo di fiducia della moglie di Pietro I. Ma anche il fratello di Anna Mons non sfuggì al triste destino: Willim Mons fu giustiziato nel novembre 1724 con l’accusa di corruzione. Secondo la leggenda, la testa di William Mons è stata conservata in alcool e per molti decenni è stata conservata negli scantinati dell’edificio dell’Accademia delle Scienze russa. Gli storici che hanno studiato questa leggenda, tuttavia, non sono riusciti a trovare la testa del fratello di Anna Mons.
Luca D’Agostini
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