In Uzbekistan, nella valle di Fergana, sotto il caldo sole asiatico, tra i frutteti ombrosi, sorge l’antichissima città di Andijan, la perla della Valle d’Oro, una città fondata nel VI secolo a. C. e situata lungo la Via della Seta. La città è anche famosa per essere il luogo natale di Babur, il fondatore dell’Impero Mughal in India.
Nel gennaio 1876, Andijan fu occupata dalle truppe del generale Skobelev e divenne parte dell’Impero Russo.
Dal 1893 al 1898, il governo russo iniziò a distribuire le terre di Andijan ai cittadini dell’Impero Russo disposti ad emigrare. I migranti nella città di Andijan provenivano da varie province dell’Ucraina, della Bielorussia e della Russia meridionale. Secondo l’allora “Regolamento sull’amministrazione del territorio del Turkestan”, solo i “soggetti russi della fede cristiana, abitanti nelle zone rurali” potevano trasferirsi.
In questi terreni per la prima volta furono avviate coltivazioni su larga scala. La popolazione locale imparò dagli immigrati russi metodi per il miglioramento della lavorazione del terreno, metodi per la cura del bestiame in inverno e l’apicoltura. Con l’avvento dei russi, la popolazione locale apprese nuovi metodi di irrigazione dei campi e dei giardini e nuove tecniche di viticoltura.
Nel maggio 1898, una ribellione ebbe luogo ad Andijan, che passò alla storia come l’Insurrezione di Andijan contro le autorità imperiali. La causa della ribellione fu dovuta al fatto che la presenza degli immigrati russi aveva scosso le basi tradizionali della società musulmana. Così, il 17 maggio 1898 ad Andijan, oltre 1500 persone attaccarono la guarnigione militare russa. La rivolta fu guidata dal famoso leader religioso locale Ishan Magomed-Ali Khalif Muhammed-Sabyr-oglu (abbreviato in Madali). Già il giorno dopo però la rivolta fu sedata. Madali fu arrestato ed i suoi compagni più stretti furono catturati uno dopo l’altro. Dei 1500 partecipanti alla ribellione, furono arrestate 777 persone. La notizia del fallimento della rivolta si diffuse rapidamente nella regione e dissuase tutti coloro che intendevano attaccare i russi.
Nel 1902 si verificò ad Andijan un fortissimo terremoto. Morirono oltre quattromila persone e furono distrutti molti antichi monumenti della città.
Durante il periodo sovietico, Andijan divenne una città della Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka. In quegli anni Andijan divenne una delle principali città dell’Unione Sovietica, in cui funzionavano più di 50 istituzioni educative (università, istituti, scuole tecniche). Ad Andijan furono create circa 100 fabbriche, tra le quali una grande fabbrica di mietitrebbia. La popolazione di Andijan triplicò in poco tempo e raggiunse i 330.000 abitanti residenti, anche se ogni giorno la città ospitava circa un milione di persone che vi si recavano per lavorare.
Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, Andijan ha continuato a crescere e svilupparsi. Oggi conta 425.500 abitanti. Molti edifici storici sono stati restaurati, sono stati costruiti edifici moderni in stile occidentale e le strade sono state ampliate.
Attualmente la popolazione della città è prevalentemente di etnia uzbeca (69%) di religione musulmano sunnita, mentre il restante 31% è composto principalmente da russi, ucraini, bielorussi, kirghisi e armeni.
Il governo uzbeko ha impiantato ad Andijan la fabbrica della società automobilistica uzbeca GM ed oggi tale stabilimento rappresenta un grande impianto industriale per la produzione di automobili e minibus. Lo stabilimento industriale produce circa 250.000 vetture l’anno.
Attualmente, dopo i recenti lavori di restauro, l’aeroporto di Andijan ha ottenuto lo status di aeroporto internazionale. La città è collegata con voli diretti alla città di Tashkent (capitale dell’Uzbekistan) ed alle città russe di Mosca, Surgut, Novosibirsk, Omsk, San Pietroburgo, Krasnojarsk e Tjumen.
A livello culturale la città di Andijan dispone di 6 teatri e 19 cinema.
Il clima di Andijan è subtropicale. La città si trova nella parte orientale della valle di Fergana ad un’altitudine di 490 m sul livello del mare, 260 km a sud est di Tashkent (la capitale dell’Uzbekistan). Suoli fertili, abbondanza di calore e luce, un lungo periodo senza gelo (circa 210 giorni all’anno) favoriscono la coltivazione di colture quali il cotone, il gelso, gli agrumi e altre colture subtropicali. Gli inverni sono generalmente miti e brevi.
A livello sportivo, durante gli anni dell’Unione Sovietica, Andijan è stata la patria dell’hockey su prato femminile. La squadra femminile di hockey su prato dello Spartak Andijan è divenuta più volte campione dell’Unione Sovietica e vincitrice della Coppa Europa. La nazionale femminile di hockey su prato dell’Unione Sovietica era per metà composta da giocatrici di Andijan. Per i meriti sportivi conseguiti il governo dell’Unione Sovietica decise di realizzare ad Andijan uno stadio per l’hockey su prato. Lo stadio è stato realizzato per una capienza di 12.000 spettatori, un numero notevole per gli standard di questo sport.
Luca D’Agostini
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