Anatolij Vasil’evič Lunačarskij è stato un personaggio politico e scrittore dell’Unione Sovietica, il quale dal 26 ottobre 1917 al settembre del 1929 ha ricoperto la carica di 1° Commissario per l’Educazione Popolare della Repubblica Socialista Sovietica Russa.
Lunačarskij nacque il 23 novembre 1875 a Poltava, nella famiglia di un ufficiale dell’Impero Russo. Si diplomò a Kiev e si laureò in filosofia all’Università di Zurigo (Svizzera), appassionandosi alle idee marxiste.1
Nel 1899, al suo ritorno in Russia fu esiliato a Vologda. Lì incontrò personaggi come Bogdanov, Berdjaev, Remizov e Savinkov.1
Nel 1903 Lunačarskij tornò dall’esilio e su invito di Lenin partì per la Svizzera aderendo al partito bolscevico. Conobbe Maksim Gorkij con il quale, insieme a Bogdanov, avviò a Capri in Italia, una scuola per la preparazione dei leader di partito.1
Lunačarskij pubblicò un libro in due volumi dal titolo “Religione e socialismo”, che provocò una forte critica da parte di Lenin, il quale l’accusava di aver interpretato le idee del fisico e filosofo austriaco Mach, autore delle teorie che sostenevano che i concetti iniziali della fisica classica (spazio, tempo, movimento) fossero di natura soggettiva e che quindi fosse compito della scienza descriverli.1
Nel 1911 Lunačarskij si trasferì a Parigi dove fu coinvolto attivamente nelle battaglie polemiche con i menscevichi, riguardo i temi della strategia e delle tattiche della lotta rivoluzionaria. In questo periodo fa conoscenza con molte figure culturali europee.
All’inizio della Prima Guerra Mondiale, Lunačarskij assunse una posizione internazionalista, che fu rafforzata sotto l’influenza di Lenin. Durante gli anni della guerra visse nella neutrale Svizzera e fu uno dei fondatori del quotidiano pacifista “La nostra parola”.
Lunačarskij ritornò a Pietrogrado nel maggio del 1917. Il 26 ottobre del 1917 fu nominato Commissario per l’Educazione Popolare della Repubblica Socialista Sovietica Russa. Ma già il 15 novembre 1917, in risposta al bombardamento di monumenti storici di Mosca da parte dei bolscevichi durante una rivolta armata avvenuta in città, rassegnò le dimissioni all’incarico di Commissario per l’Educazione Popolare della Repubblica Socialista Sovietica Russa, con una lettera ufficiale al Consiglio dei Commissari del Popolo.2 Queste le parole utilizzate da Lunačarskij nella sua lettera di dimissioni: “Ho appena sentito dai testimoni oculari quello che è successo a Mosca. La Cattedrale di San Basilio, la Cattedrale dell’Assunta vengono distrutte. Il Cremlino, dove vengono ora raccolti tutti i tesori più importanti di Pietrogrado e Mosca, viene bombardato. Ci sono migliaia di vittime. La lotta si trasforma in malizia animale. Cos’altro accadrà? Dove andremo a finire? Non lo sopporto. La mia pazienza è colma. Sono impotente nel fermare questo orrore. È impossibile lavorare sotto il giogo di questi pensieri folli. Sono consapevole della gravità di questa decisione, ma non ce la faccio più.“2
Tuttavia, il Consiglio dei Commissari del Popolo non accettò le sue dimissioni e Lenin stesso persuase Lunačarskij di non abbandonare il suo incarico. Bogdanov a tal proposito scrisse a Lunačarskij: “Sono triste che tu sia stato coinvolto in questa faccenda, perché per te la delusione sarà molto peggio“.2
Lunačarskij non piaceva molto all’élite del partito, la quale non si fidava completamente di lui. Lui stesso ne era ben consapevole, tanto che, nonostante l’importanza della sua carica, non fu mai membro del Comitato Centrale del partito. Da qui l’estrema difficoltà nell’interpretare la sua posizione.
La visione del mondo di Anatolij Lunačarskij era eclettica. Tuttavia, era una persona che si distingueva dagli altri funzionari di partito per le sue preferenze ideologiche, lontano dalla versione russa del marxismo.
Lunačarskij era influenzato dalle idee etiche di Johann Fichte, ma Friedrich Nietzsche era il suo idolo segreto. Insieme al suo amico Bogdanov rese popolari le idee di Spencer, il rappresentante del positivismo e dell’utilitarismo nell’etica. Le opinioni di questi filosofi giocarono un ruolo importante nel conquistare le menti del pubblico molto prima della rivoluzione e influenzarono la formazione del sistema di vedute di Lunačarskij. Gli permisero di avvicinarsi dalle prospettive più razionaliste alla formazione della politica culturale del governo sovietico, per consentire in esso frammenti di liberalismo. Lunačarskij condivideva anche le idee di Natorp, uno dei leader della scuola di neo-kantismo di Marburg.1
Anatolij Lunačarskij, abbinò le teorie del filosofo Fichte e del pedagogista svizzero Pestalozzi realizzando così la convinzione che l’obiettivo dello Stato era di “insegnare a tutti”. Fichte infatti aveva formulato l’oggetto dell’educazione: il “tutto nazionale”, cioè il popolo, approfondendo le idee di Immanuel Kant. Pestalozzi dal canto suo sosteneva il concetto che compito dello Stato era di educare la razza umana nel suo insieme, aggiungendo che l’amore per la nazione e la fede nella nazione si combinano non solo con il “tutto nazionale” di Fitche, ma anche con l’intera razza umana. Fu così che il periodo del mandato di Lunačarskij come Commissario alla Pubblica Istruzione fu caratterizzato dalla massima attenzione alle caratteristiche etno-culturali della società russa. Porrà le basi anche per lo sviluppo dei sistemi educativi nazionali di molti popoli dell’Unione Sovietica. Anatolij Lunačarskij fu l’unico Commissario per l’Istruzione che si considerava un commissario russo, il quale non aveva quindi il diritto di decidere per il Commissario per l’Istruzione dell’Ucraina, dei Tatari o di qualsiasi altro popolo sovietico. Dopo di lui, tali idee sull’eguale importanza delle culture e la loro unicità, saranno sradicate dalla pratica politica.
Per via delle sue idee, Lunačarskij è considerato una delle figure più controverse della leadership bolscevica.
Svolse il ruolo di ponte di collegamento con il mondo culturale occidentale. Aveva stretti legami con la maggior parte dell’élite culturale europea di quegli anni.
Nel 1929 Lunačarskij fu rimosso dalla carica di Commissario per l’Educazione Popolare della Repubblica Socialista Sovietica Russa. Quello fu l’anno della “grande svolta” attuata da Stalin e gli effetti si riflessero anche sulla sfera della cultura.
Il 12 settembre 1929 Lunačarskij fu nominato presidente del Comitato per la Gestione degli Scienziati e delle Istituzioni Educative del Comitato Esecutivo Centrale dell’Unione Sovietica e fu eletto anche professore dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica.
L’anno successivo, nel 1933 fu nominato ambasciatore in Spagna. Morì a Mentone, al confine tra Italia e Francia, durante il viaggio per raggiungere la Spagna ed insediarsi nel suo nuovo incarico.
I resti di Lunačarskij furono tumulati nelle Mura del Cremlino di Mosca, dove ancora oggi è possibile ammirare la targa posta in suo onore.
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Анатолий Васильевич Луначарский
(2) С. П. Мельгунов; предисловие Ю. Н. Емельянова. — М.: Айрис-пресс, 2007. — 640 с.+вклейка 16 с. — (Белая Россия)- стр. 337
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