Purtroppo in Occidente Leonov non è così famoso quanto invece meriterebbe per via della sua gloria. Aleksej Archipovič Leonov è un cosmonauta russo nato a Listvjanka in Siberia, nella regione di Kemerovo, il 30 maggio 1934. E’ stato il primo essere umano a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso liberamente nello spazio. (1)
Leonov è l’ottavo di nove figli di un contadino ed allevatore di cavalli proveniente dall’ovest della Siberia. Il padre di Leonov divenne oggetto delle repressioni staliniste nel 1936 ma nel 1939 fu riabilitato. Si trasferirono così a Kemerovo dove tutti gli undici membri della famiglia vivevano in uno spazio di 16 metri quadrati. La famiglia si trasferì nel 1947 a Kaliningrad, dove risiedono ancora i parenti di Leonov.
Aleksej inizio il suo addestramento da pilota nel 1953 ottenendo il massimo dei voti con lode. Successivamente venne addestrato fino al 1957 a pilotare aerei caccia dell’aeronautica militare sovietica ottenendo il grado di sottotenente.
Nel 1959 venne selezionato nel cerchio più ristretto dei piloti aspiranti per l’addestramento da cosmonauti. Insieme ad ulteriori 19 piloti fece parte del primo gruppo di cosmonauti dell’Unione Sovietica.

Leonov con i suoi genitori
Nella primavera del 1964 venne deciso, che le successive missioni nello spazio sarebbero state eseguite con capsule spaziali del tipo Vostok appositamente modificate ed ufficialmente denominate Voschod. Tale navicella infatti era in grado di trasportare un equipaggio composto fino a tre membri. Leonov venne selezionato per la seconda missione, particolarmente per la manovra di uscita dalla capsula spaziale e di svolgere la prima attività extraveicolare della storia dell’esplorazione umana nello spazio.
Dopo 18 mesi di addestramento, Voschod 2 venne lanciato il 18 marzo 1965 equipaggiato da Leonov e da Pavel Beljaev nel ruolo di comandante.

Aleksej Leonov e Pavel Beljaev
Nell’orbita terrestre, a 500 chilometri di altitudine, Leonov fu il primo essere umano nella storia dell’esplorazione spaziale ad uscire da una navicella spaziale per rimanere liberamente sospeso nello spazio. Leonov rimase collegato alla capsula spaziale mediante una corda di sicurezza lunga circa 4,5 metri e rimase per 12 minuti e 7 secondi all’esterno della navicella, giusto il tempo di provare alcuni movimenti con la tuta per testarne le prestazioni e la maneggevolezza. (2) La missione in Unione Sovietica venne trasmessa in diretta alla radio ed alla televisione e comunque per poco sfiorò di terminare con una tragedia, in quanto Leonov rischiò di divenire il primo cosmonauta disperso nello spazio. (3) Infatti a causa del vuoto assoluto presente nello spazio, la tuta spaziale si gonfiò in una maniera tale, che Leonov non riuscì a rientrare nella camera di decompressione per via del piccolo portello della capsula spaziale. (4) Leonov, ormai quasi impossibilitato a muoversi, non era in grado nemmeno di chiudere le mani. A rendere più tragica la situazione era il fatto che nessuno poteva aiutarlo: né il personale di terra, né il suo compagno Beljaev dalla capsula potevano fare qualcosa per lui. Dopo una serie di tentavi riuscì ad attivare una valvola di scarico, riducendo la pressione interna e scaricando parte dell’ossigeno dalla tuta, manovra questa molto azzardata in quanto rischiava di non riuscire più a respirare. (5) Con grande difficoltà, stremato dalla fatica riuscì ad entrare nella navicella, prima con la testa invece che con i piedi. Durante i 12 minuti trascorsi fuori dalla navicella, sospeso nello spazio, Leonov consumò talmente tanti liquidi da perdere sei chili di peso. (3)
Il video seguente mostra le immagini storiche di Leonov sospeso nello spazio.
Una volta nella cabina, Leonov e Beljaev si accorsero che il sistema per il rientro non funzionava e dovettero guidare manualmente la navicella sulla Terra. A causa delle difficoltà del rientro ed alla mancata accensione automatica dei razzi per la frenata di rientro, Voschod 2 atterrò in una foresta nei monti Urali, a duemila chilometri di distanza dal punto di atterraggio nel Kazakistan precedentemente calcolato ed in cui erano attesi. (3) Il pilota dell’elicottero mandato a recuperarli comunicò per radio alla sua base che i due cosmonauti stavano costruendo un piccolo accampamento con il legname reperito nella foresta ed erano riusciti ad accendere il fuoco nonostante la presenza della neve. (5) A causa però della fitta vegetazione l’elicottero non era potuto atterrare e l’equipaggio si limitò a lanciare ai due cosmonauti dei viveri, alcune coperte e del vestiario. Solo tre giorni dopo Beljaev e Leonov vennero raggiunti dai soccorsi ma furono costretti a raggiungere la zona di atterraggio degli elicotteri con degli sci. (2)
Terminata con successo tale missione, Leonov effettuò un periodo prolungato di viaggi all’estero in qualità di relatore in vari convegni descrivendo la sua storica impresa ed esperienza. Le sue parole: “E’ possibile sopravvivere e lavorare nello spazio”, hanno dato il via ad una nuova era riguardo le attività umane nel cosmo. (6)
Per la sua missione, al colonnello Aleksej Leonov è stato attribuito il titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica” il 23 marzo 1965. Inoltre gli è stato assegnato anche l’Ordine di Lenin e la Stella d’Oro. (6) Ricevette anche molti premi esteri tra i quali la Medaglia d’Oro al Valor Militare attribuitagli dall’Italia nel 1967. Successivamente Leonov collaborò al programma lunare sovietico. A settembre del 1968 Leonov venne nominato come uno di tre probabili comandanti di un cerchio ristretto scelto per un possibile successivo volo verso la Luna. La sua nomina effettiva per la prima di queste missioni comunque risultò ben presto poco probabile. Infatti Leonov perse molta considerazione da parte dei suoi superiori a causa di tre incidenti automobilistici causati dallo stesso nel breve lasso di quattro mesi.
Il 22 gennaio 1969 Aleksej Leonov rimase coinvolto nell’attentato subito dal leader dell’Unione Sovietica Leonid Brèžnev. Leonov ed altri tre cosmonauti viaggiavano all’interno di un’automobile che seguiva l’autovettura nella quale si trovava Brèžnev. Viktor Ilyin, l’attentatore che sparò, confuse le auto. Il conducente rimase ucciso, ma i tre cosmonauti rimasero illesi. (6)
Successivamente Leonov venne nominato comandante per una nuova missione nello spazio, la prima ad essere eseguita come frutto della collaborazione delle due superpotenze Unione Sovietica e Stati Uniti d’America, il famoso programma test Apollo-Sojuz. La missione comandata da Leonov ebbe successo e durò 5 giorni, 22 ore, 30 minuti e 51 secondi. Questa missione permise la sperimentazione di importanti sistemi di sincronizzazione tecnologica spaziale sovietica e statunitense e rafforzò la cooperazione tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. A seguito di questa missione venne premiato con la seconda Stella d’Oro, il secondo Ordine di Lenin e venne nominato per la seconda volta Eroe dell’Unione Sovietica. (6)

Aleksej Leonov e Jurij Gagarin
Nel 1971 venne pubblicato il suo libro “Passeggiatore nello spazio” e nel 1980 l’altro suo libro “Uscita nel cosmo”. Nel 2004 scrisse assieme all’astronauta statunitense David Scott, il libro “Due uomini nella Luna”.
Oggi Leonov, ormai ottantenne, conduce una vita ancora molto attiva. E’ sposato ed ha due figlie. Vive a Mosca con la sua famiglia. (6)
Dal 2005 è Presidente dell’Associazione dell’Amicizia Russo-Serba. (7) Dal 2013 è membro del Consiglio Supremo di “Russia Unita”, il partito del Presidente Vladimir Putin.
E’ anche il vice presidente di Alpha Bank e dedica molto del suo tempo soprattutto alla pittura. Vi sono state molte mostre nelle quali sono state esposte le sue opere. Ad oggi è autore di oltre 200 dipinti ed è membro dell’Unione degli Artisti. Il suo nome è stato attribuito anche ad una cratere della Luna. Diverse strade e scuole in Russia portano il nome di Leonov e monumenti al cosmonauta sono stati eretti a Mosca e Kemerovo. (6) Nella città di Keremovo anche l’aeroporto internazionale porta il suo nome. Quaranta città nel mondo gli hanno concesso la cittadinanza onoraria. (7)
Il video con il quale chiudo questo articolo mostra le varie fasi della vita di Aleksej Leonov. La voce di sottofondo è in russo ma anche se non lo capite, dopo aver letto questo articolo le immagini vi risulteranno molto chiare.
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Aleksej Leonov
(2) Primo cosmonauta nella storia
(6) Leonov
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