Aleksandra Michajlovna Kollontaj (cognome da ragazza Domontovič) è stata una rivoluzionaria russa, la prima donna nella storia mondiale che abbia avuto l’incarico di ministra e la seconda donna al mondo a ricevere l’incarico di ambasciatrice.
Nacque a Pietroburgo il 19 marzo (31 marzo) 1872. Aleksandra era figlia del generale Michail Domontovič, nobile proprietario terriero di origine ucraina, il quale aveva partecipato alla guerra russo turca e fu governatore in Bulgaria nel 1878-1879. Sua madre, Aleksandra Masalina Mravinskaja era una finlandese di origine contadina, figlia di un commerciante di legname. Aveva sposato il generale Domontovič in seconde nozze ed era madre di Evgenija Mravinskaja, che divenne una cantante lirica di successo. Poiché i genitori temevano che in una scuola pubblica avrebbe potuto frequentare cattive compagnie, Aleksandra studiò privatamente con un’istitutrice, Marija Strachova, per altro legata segretamente ai circoli rivoluzionari, e si diplomò a sedici anni, età nella quale già conosceva diverse lingue straniere quali l’inglese, il tedesco, il francese, lo svedese, norvegese e finlandese.
Aleksandra amava la danza e riscuoteva enorme successo negli uomini. Il suo partner di ballo preferito era Ivan Dragomirov il quale si innamorò perdutamente di lei proponendogli di sposarla. Ma la reazione di Aleksandra, senza alcuna sensibilità, fu quella di scoppiargli a ridere in faccia cosicché poco dopo il giovane Ivan si sparò nel cuore. Rifiutando matrimoni di convenienza (sua sorella all’età di diciannove anni sposò un ricco nobile sessantenne) e anche per sottrarsi alla tutela dei genitori, Aleksandra sposò nel 1893 un cugino, l’ingegnere Vladimir Kollontaj, dal quale ebbe il figlio Michail, ma si separò di fatto dopo tre anni lasciando sia il marito che il figlio. Aveva già opinioni politiche rivoluzionarie, non condivise dal marito, e considerava soffocante una vita esclusiva di moglie e di madre.
Si trasferì a Zurigo per seguire all’Università i corsi di economia politica del professor Herkner, del quale aveva conosciuto e apprezzato il libro “La questione operaia”, pubblicato nel 1894. Su consiglio del professore nel 1899 si recò in Inghilterra per studiare il movimento operaio inglese, dopo di che nel 1899 ritornò in Russia.
Dal 1903 divenne attiva nella socialdemocrazia pietroburghese. Si collocava al di fuori delle frazioni, anche se nel 1906 iniziò a collaborare più intensamente con i menscevichi, considerando sbagliata la posizione bolscevica di boicottaggio della Prima Duma. (1)
Nel 1908 emigrò in Germania dove militò nel Partito Socialdemocratico e scrisse sulla Pravda di Trotsky. (1)
Arrestata a Berlino allo scoppio della Prima guerra Mondiale, aderì alle posizioni internazionaliste bolsceviche. Nel settembre del 1915 su invito del Partito Socialista Americano tenne una serie di Conferenze in 80 diverse città americane. Dal marzo 1917, allo scoppio della rivoluzione, tornò di nuovo a Pietrogrado, dove divenne immediatamente uno dei referenti di Lenin in Russia. (1)
Unitasi con Pavel Dybenko, sottufficiale di marina e capo dei marinai della flotta del Baltico, con la Rivoluzione di ottobre Aleksandra Kollontaj fu commissario del popolo per l’Assistenza Sociale, prima donna al mondo ad essere ministro di governo. Nel breve periodo del suo incarico, decretò la distribuzione ai contadini delle terre appartenenti ai monasteri, l’istituzione degli asili nido statali e l’assistenza di maternità.

Aleksandra Kollontaj e Pavel Dybenko
Si adoperò nelle battaglie per la partecipazione delle donne alla vita pubblica e la lotta all’analfabetismo. Grazie anche alla sua iniziativa, le donne ottennero il diritto di voto e di essere elette, il diritto all’istruzione e a un salario eguale a quello degli uomini. Principalmente per merito suo, l’Unione Sovietica era riuscita a dotarsi di un avanzatissimo diritto di famiglia. (2) Venne anche introdotto il divorzio e, nel 1920, il diritto all’aborto, abolito nel 1936 da Stalin e reintrodotto dopo la sua morte, nel 1955. La Kollontaj fu anche sostenitrice del libero amore, nella convinzione che il matrimonio tradizionale, in una società repressiva e fondata sulla ineguaglianza tra i sessi, fosse una ulteriore produzione di sfruttamento della donna. Riteneva altresì che la liberazione sessuale fosse una premessa necessaria alla realizzazione di una libera società socialista.
Fu ambasciatrice in Messico dal 1925 al 1927, in Norvegia dal 1927 al 1930 e in Svezia dal 1930 al 1945, quando a causa di una grave malattia che la costrinse sulla sedia a rotelle, abbandonò la carica di ambasciatrice. Morì a Mosca il 9 marzo 1952 e la sua tomba si trova nel cimitero di Novodevičij a Mosca.
Luca D’Agostini
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Fonti:
(1) Kollontaj
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