Questo articolo è dedicato al Presidente della Repubblica Popolare di Donetsk, Aleksandr Vladimirovič Zacharčenko. Nato a Donetsk il 26 giugno 1976, da madre russa e padre ucraino, si è laureato con lode all’Università di Donetsk in ingegneria tecnica ed automatizzazione industriale. (1) Dopo la laurea, ha svolto come suo padre, la professione di elettricista di miniera. (2) Durante il lavoro ha perfezionato la sua istruzione e formazione studiando legge presso l’Istituto del Ministero degli Affari Interni dell’Ucraina. (3) (4) (5)
Il Presidente Zacharčenko è sposato e con la moglie Natal’ja hanno quattro figli.
A seguito del colpo di stato in Ucraina, Aleksandr Zacharčenko si è impegnato nella creazione e formazione di una milizia popolare e ad aprile 2014 ha guidato un gruppo di 7 persone armate, che partecipò alla conquista della sede dell’amministrazione comunale di Donetsk. (6) Poco dopo fu ferito ad un braccio durante un conflitto a fuoco contro l’esercito ucraino. Zacharčenko, per nulla intimorito dal rischio corso, dichiarò: “Il prezzo di ciò per cui stiamo combattendo è molto superiore al prezzo della nostra vita.” (2)
Il 24 luglio 2014 è stato promosso al grado di maggiore delle forze armate del Donbass.
Dal 7 agosto 2014, ha ricoperto il ruolo di Primo Ministro e successivamente dal 4 novembre 2014 è stato eletto Presidente dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk con il 78,93% dei voti in una elezione non riconosciuta dal governo ucraino e dall’Unione Europea.
Così il Presidente Zacharčenko è stato incluso nella lista delle persone che sono oggetto di sanzioni da parte del governo degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, venendo definita “persona non gradita“. (7) (8) Il governo Ucraino ha avviato un processo penale nei suoi confronti con l’accusa di “creazione di un’organizzazione terroristica“. (9) La Russia invece ha ritenuto validi i risultati delle elezioni ed il Ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato: “Rispettiamo la volontà dei residenti delle regioni orientali dell’Ucraina. I rappresentanti hanno ricevuto un mandato per la risoluzione di questioni pratiche volte al ripristino della normalità nell’area“.
Il 30 agosto 2014 il Presidente Zacharčenko è stato vittima di un attentato bomba mentre viaggiava sulla sua automobile, ma fortunatamente sia lui che il suo autista si sono salvati riportando solo lievi ferite. (10)
Il Presidente Zacharčenko ha avuto il grande merito di trasformare una milizia di volontari in un vero esercito regolare. La sua tranquillità, la sua fiducia, ferrea determinazione, grandissima pazienza e sincero amore per il proprio Paese hanno reso possibile convincere la gente della “Novorussia” e la maggior parte dei comandanti militari (che erano completamente indipendenti nelle fasi iniziali dell’insurrezione) a fidarsi e a stare con lui. (11)
Nel febbraio 2015 rappresentò la Repubblica Popolare di Donetsk nelle trattative per la stipula del trattato di pace di Minsk II. Durante le trattative si stava verificando la battaglia di Debaltsevo ed il Presidente Zacharčenko si recò in prima linea per verificare la situazione bellica, venendo ferito ad una caviglia durante una sparatoria con l’esercito ucraino, motivo per cui per lungo tempo si è mosso con le stampelle ed il bastone. (12)
Resosi conto della situazione, comunicò al Presidente Vladimir Putin, anch’egli presente alle trattative, che l’esercito ucraino era stato in quel momento accerchiato durante la battaglia di Debaltsevo e che le milizie delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk erano ormai prossime ad una vittoria che sarebbe costata numerosi morti all’esercito ucraino. Con la sorpresa di tutti, il Presidente Vladimir Putin interruppe i dialoghi che stavano avvenendo intorno al tavolo delle trattative, comunicando all’incredulo presidente ucraino Poroshenko che il suo esercito era stato ormai accerchiato durante la battaglia di Debaltsevo ed offrendo a Poroshenko stesso la possibilità di far abbandonare dalle sue truppe la città di Debaltsevo e le zone circostanti, lasciando in mano alle milizie delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk mezzi e munizioni, ma evitando all’esercito ucraino una immensa ed inevitabile carneficina. Il presidente ucraino, incredulo di fronte questa notizia, chiese di sospendere per qualche ora le trattative per poterne verificare l’autenticità ed una volta accertata la situazione ordinò la resa e l’evacuazione del suo esercito da Debaltsevo.
Le parole di Aleksandr Zacharčenko sono molto chiare e dovrebbero far riflettere l’Occidente: “Voi con la vostra guerra state distruggendo la nostra terra e state distruggendo anche noi su questa terra! Noi non siamo animali. Non abbiamo ne corna ne zoccoli. La nostra unica colpa sta nel fatto di essere l’unica regione in Ucraina che con dignità ha detto no al colpo di stato militare che c’è stato a Kiev.” (13)
Il Presidente Aleksandr Zacharčenko si è impegnato costantemente e senza sosta per la costruzione delle istituzioni statali nella neonata Repubblica Popolare di Donetsk, creando una pubblica amministrazione autonoma ed efficiente, garantendo alla popolazione il fabbisogno energetico, creando posti di lavoro e garantendo alla popolazione un sistema retributivo, previdenziale ed assistenziale che avevano improvvisamente perso. Così oggi la Repubblica Popolare di Donetsk ha scuole ed ospedali pubblici autonomi e funzionanti, dispone di una forza di polizia e di un esercito modernamente attrezzati. E’ grazie all’impegno ed agli sforzi del Presidente Zacharčenko che si è riusciti ad evitare una catastrofe umanitaria ed il collasso economico nella Repubblica Popolare di Donetsk come invece sperava il governo ucraino attuando un totale blocco economico ed energetico. (6)
Il 4 novembre 2016, durante un incontro con la popolazione di Donetsk tenutosi nel Centro Stampa Internazionale di Donetsk, il Presidente Zacharčenko ha dichiarato qualcosa che è molto utile per spiegare il perché l’Occidente non capisce la Russia: “Qualcuno combatte per il petrolio, qualcuno per i dollari, qualcuno per il potere, altri per le frontiere. Mentre tutti noi ci siamo ribellati! Compagni d’armi, amici e tutti voi, insegnanti, dottori, minatori, noi tutti combattiamo per amore! Perché amiamo la nostra Patria, i nostri figli e le nostre mogli, la nostra lingua e la nostra storia. Questo amore ci permette di compiere le imprese che stiamo realizzando. Si tratta dell’amore per la moglie, per la madre e per la propria terra. Amore per il quale possiamo morire ed amore per il quale possiamo uccidere. Questi valori erano rappresentati anche da Arsenij (Comandante Motorola). Il fatto che decine di migliaia di persone siano andate al suo funerale ha dimostrato al mondo la seguente cosa: che aldilà di quello che vien detto e del fango che ci viene buttato addosso, è stato il popolo, gente comune, che ha onorato una persona che, armi in mano, ha difeso la nostra Patria. Perché la nostra Patria è la Russia. E questo sia da esempio per l’Europa, per l’America e soprattutto per l’Ucraina. Fate attenzione, ai funerali della centuria celeste, dei soldati dell’Aidar o del Battaglione Azov, c’erano 500 persone. Qui invece ce ne sono state decine di migliaia. Voglio ringraziare la famiglia di Arsenij, i suoi genitori e la Russia, perché quelli come lui sono la vera ricchezza della terra russa. Non conta di che nazionalità sia. E’ una persona che ama la sua Patria. Il Donbass è Russia e quindi la sua Patria. E siamo riusciti a dimostrarlo! Ora nessuno al mondo può dire che siamo terroristi od occupanti. O che qui ci sia l’esercito russo! Perché è il popolo ad aver manifestato.” (14)
Il 15 novembre 2016, il canale multimediale di IsAG TV (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausliarie) ha pubblicato su You Tube un’intervista al Presidente Zacharčenko effettuata nel corso di un reportage di Alessandra Benignetti e Alessandro Di Matteo nel Donbass. Di seguito il testo dell’intervista:
- Benignetti: “Quali sono i problemi dell’Accordo di Minsk e quanto potrà ancora durare?”
Presidente Zacharčenko: “Al momento Kiev non sembra interessata a cambiare la Costituzione per adempiere agli accordi di Minsk, poiché cambiare la Costituzione concedendo autonomie alle regioni, significherebbe perdere il potere. Così inoltre, la cerchia che mangia a Kiev, perderebbe il controllo sui flussi di denaro. Questo è il motivo per cui Kiev non cambierà mai la Costituzione ucraina. Se l’Ucraina volesse evitare la bancarotta entro il prossimo anno, il suo Presidente Petro Poroshenko deve assolutamente risolvere la questione del Donbass. E dato che non vuole risolverla politicamente, l’unica soluzione che gli rimane è usare la forza e provocare un nuovo inasprimento del conflitto. Solo nelle ultime 24 ore ci sono state 103 violazioni sulla linea di contatto e questo vuol dire che siamo a tutti gli effetti in guerra.“
- Benignetti: “Invece riguardo le condizioni di pace, se ci fosse una riforma della Costituzione in senso federalista ed il Governo di Kiev vi concedesse una larga autonomia, sareste disposti a tornare sotto il Governo ucraino?”
Presidente Zacharčenko: “Un detto russo recita: e se la nonna diventasse nonno? Ti dico quello che penso! In questi due anni di guerra è stato versato un vero fiume di sangue. E il sangue non è acqua. Non è semplice lavarlo via!”
- Benignetti: “E quali sono questi crimini di guerra? Quelli più importanti!”
Presidente Zacharčenko: “Se alla tua vicina ammazzano il figlio di nove mesi, questo è un crimine di guerra? Se una madre muore o perde una gamba su una mina, questo è un crimine di guerra? Se una madre vede i suoi bambini di tre e nove anni bruciare davanti ai suoi occhi, questo è un crimine di guerra? Se nelle fosse troviamo donne incinte picchiate e torturate, questo è un crimine di guerra? Se i nostri soldati prigionieri ci vengono restituiti mutilati, questo è un crimine di guerra? Per cui, quando mi chiedi se sono disposto a tornare in Ucraina, io ti rispondo di si! Dobbiamo solo scegliere su quali mezzi militari! Noi l’abbiamo detto e lo ripetiamo: questa è una rivoluzione pagata dagli Stati Uniti.“
- Benignetti: “Perchè lo può dire che è stata pagata dagli Stati Uniti? Avete delle prove? Dei fatti che lo dimostrano?”
Il Presidente Zacharčenko rivolgendosi ad un collaboratore militare: “Vai a prendermi il fucile, l’M4!“. Il militare torna con il fucile e lo consegna al Presidente Zacharčenko il quale lo afferra e senza parlare lo porge nelle mani della sorpresa giornalista. Il Presidente Zacharčenko continua: “Questo è un fucile statunitense. E’ un trofeo. Catturato all’aeroporto. Anche i bambini sono in grado di combattere con questo. Se gli Yankees non ficcassero il naso dappertutto, ci sarebbe molta più pace sul nostro pianeta. Per cui, per risolvere il conflitto nel sud-est dell’Ucraina, l’Unione Europea dovrà lavorare molto. L’Europa deve obbligare Kiev a rispettare gli accordi. Altrimenti il conflitto si evolverà in qualcosa di molto più complicato.” (15)
Mi sembra sia stato abbastanza eloquente. Buon lavoro Presidente Zacharčenko!
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) Премьер ДНР Захарченко о войне
(3) Sito ufficiale del Centro Stampa del Governo Supremo della DNI. (07/08/2014)
(4) Алексей Казаков – Бородай ушёл в отставку, его место займёт Захарченко – Вести.ру, 07/08/2014.
(5) Захарченко назначен новым премьер-министром ДНР – Сегодня.ру, 07/08/2014.
(6) Захарченко Александр Владимирович
(7) Иван Лебедев, Антон Чудаков, Андрей Шитов. Минфин США обнародовал список лиц и организаций, в отношении которых введены новые санкции (рус.). ТАСС (20/12/2014). Проверено 7/02/2015.
(8) Лидер ДНР Захарченко фигурирует в новых санкционных списках ЕС (рус.). РИА Новости
(9) Особи, які переховуються від органів влади — Захарченко Александр Владимирович (укр.). МВС України. Проверено 22/02/2015.
(10) На премьера ДНР совершено покушение, один человек получил ранения – РИА Новости, 30/08/2014.
(11) Presidente
(12) СМИ: глава ДНР Захарченко ранен в Дебальцево (рус.). РИА Новости (17/02/2015)
(13) Pandora TV
(15) Combattente
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