Krasnodon è una città situata nell’attuale Repubblica Popolare di Lugansk e questo articolo è dedicato ad un giovane eroe di questa città vissuto e morto negli anni della Grande Guerra Patriottica, la Giovane Guardia Aleksandr Tarasovič Shishenko.
Nacque a Krasnodon il 20 agosto 1925, in una famiglia della classe operaia. Suo padre durante gli anni della guerra civile combatté sostenendo l’Armata Rossa contro i Bianchi. Terminata la guerra civile, il padre iniziò a lavorare nelle miniere del Donbass e nel 1920 divenne membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Aleksandr Shishenko era un ragazzo che già all’età di 10 anni aveva uno spirito artistico molto accentuato, infatti dipingeva benissimo e scriveva poesie. Inoltre amava molto praticare lo sport.
Nel 1939, quando aveva 14 anni, suo padre morì improvvisamente. Aleksandr iniziò così a lavorare come apprendista meccanico per la manutenzione di macchinari per le miniere e contemporaneamente proseguì gli studi frequentando una scuola serale. Nel 1940 aderì al Komsomol, l’Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l’Unione.
Durante l’occupazione tedesca Aleksandr aderì ad un gruppo di giovani ragazzi di Krasnodon i quali attuarono segretamente operazioni di resistenza, fornendo supporto ai partigiani, operando azioni di sabotaggio contro i soldati tedeschi e impegnandosi attivamente in un’operazione di informazione della popolazione riguardo le vittorie dell’Armata Rossa al fine di tenere alto il morale degli abitanti di Krasnodon e dei villaggi vicini.
Il giovane Aleksandr Shishenko si occupava principalmente proprio di questa attività di informazione. Di nascosto distribuiva ai lavoratori e agli abitanti di Krasnodon dei volantini nei quali li esortava a non credere alle bugie diffuse dal nemico, a combattere gli invasori, a far loro del male in qualsiasi occasione, fare tutto il possibile affinché i nazisti non si impossessassero del carbone.
Insieme a suo fratello Michail, Aleksandr riuscì a costruire una radio, sfidando il divieto di possesso dell’apparecchio radiofonico imposto dai tedeschi. La radio fu nascosta nella soffitta di un suo amico e membro del gruppo, Nikolaj Sumskij. Tramite questa radio costruita da Aleksandr e da suo fratello, i ragazzi del gruppo Giovane Guardia ebbero l’opportunità di ascoltare i messaggi di Mosca sulla situazione al fronte, e così diffonderla sui volantini distribuiti alla popolazione locale.
La notte tra il 6 e il 7 novembre 1942, Aleksandr Shishenko insieme ad altri due ragazzi, Nikolaj Sumskij e Antonina Eliseenko, appese una bandiera sovietica su un grande edificio sito al centro di Krasnodon.
Successivamente, un mese dopo, Aleksandr Shishenko ed altri membri della Giovane Guardia di Krasnodon riuscirono ad entrare in un campo di prigionia nazista sito alla periferia di Krasnodon dove erano rinchiusi come prigionieri alcuni soldati dell’Armata Rossa. La rischiosa operazione posta in atto da Aleksandr Shishenko e dai suoi amici riuscì perfettamente ed i soldati sovietici tenuti prigionieri all’interno del campo furono liberati.
Le autorità tedesche non accettarono quanto accaduto e decisero di ricorrere ad una severa repressione per scovare i responsabili della liberazione dei soldati dell’Armata Rossa. Così, pochi giorni dopo, l’8 gennaio 1943 il diciassettenne Aleksandr Shishenko fu arrestato. Fu sottoposto a delle terribili torture al fine di fargli confessare i nomi degli altri membri del gruppo, ma Aleksandr nonostante i suoi 17 anni dimostrò di essere già un uomo e resistette eroicamente per giorni senza aprire bocca e così il 16 gennaio 1943 morì per le gravissime ferite inferte nel tentativo di farlo confessare. Il suo corpo, durante gli interrogatori fu orrendamente mutilato dai suoi carcerieri della Gestapo: i nazisti nel tentativo dimostratosi inutile di farlo parlare per ottenere informazioni, gli tagliarono il naso, le orecchie, gli spaccarono tutti i denti, gli tagliarono le labbra, gli spezzarono le ossa di entrambe le mani e di entrambe le braccia e infine gli spaccarono in più parti il cranio. Morto dopo 8 giorni di terribili torture, il corpo di Aleksandr Shishenko fu gettato in una fossa comune di Krasnodon.
Gli fu assegnato postumo l’Ordine della Guerra Patriottica di 1° grado e la medaglia “Partigiano della Guerra Patriottica” di 1° grado.
Luca D’Agostini
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Fonti
(2) Шищенко
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