Questo articolo è dedicato a Gevork Andreevič Vartanjan, nome in codice “Amir”, un formidabile agente segreto sovietico il quale fu in servizio per 45 anni senza mai commetter un minimo errore e prendendosi letteralmente beffa degli agenti della CIA, del Mossad e della NATO. E’ considerato uno dei migliori agenti segreti della storia.
Lavorò in tandem con sua moglie Gohar Levonovna. La maggior parte delle operazioni di Vartanjan sono coperte dal segreto di Stato e molto probabilmente tale segreto non verrà mai rimosso. Anche le agenzie di intelligence occidentali non sono mai riuscite ad individuare con precisione le operazioni realizzate dall’agente “Amir”.1
In questo articolo quindi riporteremo quanto è ad oggi noto riguardo le sue attività ed operazioni.
L’operazione principale resa nota all’opinione pubblica è che l’agente segreto sovietico Vartanjan, all’età di soli 19 anni riuscì ad impedire l’assassinio di Stalin, Roosevelt e Churchill nel 1943 a Teheran, pianificato dall’Abwehr, i servizi segreti del Terzo Reich di Hitler. Il suo contributo all’umanità fu di inestimabile valore: osate solo pensare a quali sarebbero state le conseguenze per il mondo intero se durante la Seconda Guerra Mondiale i capi di Stato e di governo dell’Unione Sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna fossero stati uccisi contemporaneamente in un attentato.

Stalin, Roosevelt e Churchill
Alla fine dell’estate del 1943, i tedeschi inviarono una squadra di sei operatori radio vicino a Teheran, i quali prepararono il terreno per i sabotatori coordinati dal famoso agente segreto austriaco del Terzo Reich Otto Skorzeny, divenuto poi famoso per aver realizzato l’Operazione Quercia, cioè la liberazione di Benito Mussolini dalla sua prigionia nel Gran Sasso d’Italia. Vartanjan fu mobilitato per prevenire un attentato terroristico. Infatti, i servizi segreti sovietici e quelli britannici dell’MI6, avevano decifrato tutti i messaggi nazisti.1

Otto Skorzeny
Dopo una lunga ricerca dell’unità nazista che trasmetteva via radio, il gruppo fu catturato e costretto a lavorare con Berlino sotto sorveglianza degli agenti segreti sovietici. A Vartanjan fu affidato in incognita un piccolo gruppo di agenti segreti per gestire tutta l’operazione che mirava a neutralizzare materialmente tutti gli agenti segreti tedeschi presenti in Iran e che si stavano apprestando a quello che sarebbe divenuto il più famoso attentato ai capi di Stato nella storia del mondo. Vartanjan ed i suoi uomini in pochi giorni catturarono tutti gli agenti segreti nazisti presenti in Iran. L’ultimo di questi, fu il capo degli agenti segreti nazisti, Franz Mayer il quale fu catturato personalmente da Vartanjan all’interno di un cimitero all’interno del quale si era nascosto. Ironia della sorte era un cimitero armeno, proprio come la nazionalità di Vartanjan. La caccia all’interno del cimitero fu rocambolesca ma Vartanjan riuscì a catturare vivo l’abile agente segreto tedesco. Molti agenti segreti nazisti furono uccisi prima della cattura, altri furono fatti prigionieri. Di questi, alcuni furono consegnati agli inglesi, altri furono portati nell’Unione Sovietica.1 2
La figura di Vartanjan divenne un prototipo per il protagonista del “Tehran-43”, interpretato dall’attore Igor Kostolevskij.
Ma qualcos’altro del suo lavoro è stato scoperto dallo scrittore e storico dei servizi speciali, il tenente colonnello del controspionaggio Igor Atamenko , il quale conosceva personalmente gli sposi. Scrisse il colonnello Atamenko: “Il nostro primo incontro si è svolto nei primi anni 2000 nella cucina dell’appartamento dei coniugi Vartanjan per un tè al cognac. Ho immediatamente elogiato il suo modo di parlare russo, senza un accento armeno. Ho scoperto che Vartanjan ha assorbito il russo dalla nascita, un anno dopo essersi trasferito in Iran. Ho chiesto quali altre lingue conosce, nella speranza di scoprire in quali Paesi gli sposi avevano lavorato. Vartanjan mi rispose: «Quando le sei lingue straniere che conoscevo non erano abbastanza, ho usato la” chiave d’oro “: la lingua armena». Così capii che Vartanjan usò la lingua armena nei paesi in cui la diaspora armena è stata forte. Dall’etnografia politica è noto che i Paesi in cui gli armeni hanno un peso nell’oligarchia e nel potere includono Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Iran, Libano, Siria, Giordania, Argentina, Hong Kong e Singapore“.1
Quanto era alto il livello di autorevolezza di Vartanjan nell’establishment americano, lo si apprende dall’autobiografia di Jurij Drozdov, l’ex capo del dipartimento “C” del KGB, il quale aveva l’incarico di addestrare gli ufficiali dell’intelligence clandestina e illegale: “il 4 novembre 1979, quando gli studenti iraniani estremisti hanno sequestrato l’ambasciata statunitense a Teheran, il direttore della CIA ammiraglio Turner aveva urgentemente bisogno di uno specialista in Iran. Nel Dipartimento di Stato non ce n’erano. Quindi i suoi assistenti proposero Vartanjan, ignorando che fosse una spia sovietica. Vartanjan all’epoca, lavorando sotto copertura era un imprenditore che aveva il monopolio sulla fornitura di tappeti persiani agli Stati Uniti. L’ammiraglio mandò il suo aereo personale per ricevere Vartanjan.1
Turner era così solidale con Vartanjan che iniziò a invitare lui e sua moglie Gohar alle feste in cui era presente l’élite di Washington. I due agenti segreti sovietici non persero tempo e strinsero contatti amichevoli con personaggi che ritenevano utili per le informazioni.1
A proposito, guadagnando milioni di dollari dal commercio di tappeti persiani durante la Guerra Fredda, Vartanjan inviava regolarmente considerevoli importi in valuta estera al tesoro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Lo stesso fece suo padre, il quale in veste di uomo d’affari in Iran, durante la guerra trasferì una grossa somma di denaro per la costruzione di carri armati.2
Gevork Andreevič Vartanjan nacque il 17 febbraio 1924 a Rostov sul Don da una famiglia armena. Suo padre Andrej era il direttore del frantoio di Rostov sul Don e nel 1930 tra lo stupore dei suoi familiari ottenne la cittadinanza iraniana. Evidentemente quindi, Gevork non entrò a far parte dei servizi segreti per caso.
Nel 1930, il padre di Gevork si trasferì in Iran ma in casa nessuno sapeva che apparteneva all’intelligence sovietica.
I primi 6 anni a Tebriz, in Iran, il padre di Gevork Vartanjan visse con un “cappio al collo”: fu spesso rinchiuso in una prigione iraniana, sospettato di essere un agente segreto sovietico. Ma ogni volta fu rilasciato in quanto non vi era alcuna prova riguardo i sospetti.1
Gevork aveva un fratello e due sorelle. Nel 1936, i Vartanjan si trasferirono a Teheran, dove il capo della famiglia riuscì rapidamente nel campo del commercio. I prodotti della sua fabbrica di dolciumi erano famosi in tutto l’Iran e duecentomila armeni della diaspora erano orgogliosi di lui. Nessuno avrebbe mai immaginato che stava vivendo una seconda vita segreta e che la sua casa fosse un “negozio di scarpe” (modo dire per intendere il luogo dove si facevano passaporti per i funzionari dell’intelligence illegale dell’Unione Sovietica). Solo Gevork sapeva che suo padre lavorava per l’intelligence sovietica, suo padre si fidò di lui e glielo comunicò. Presto suo figlio fu attratto dalla stessa attività.1
All’inizio del 1942 Gevork Vartanjan ricevette l’ordine dai servizi segreti sovietici di entrare in una scuola per radiofonici. Gevork all’epoca conosceva bene già il russo, l’armeno e l’iraniano e l’inglese. Gli fu assegnato lo pseudonimo di “Amir” e fu inviato alla scuola di intelligence.1
In seguito conobbe sua moglie, la quale anche lei era membro dei servizi segreti sovietici con lo pseudonimo di “Zhora”. Durante tutti gli anni delle loro missioni all’estero, Vartanjan e sua moglie i quali vissero sempre sotto falsa identità, si sposarono altre 3 volte dopo il loro matrimonio ufficiale, per necessità ogni volta di ottenere dei documenti ufficiali.3

I coniugi Vartanjan
In 45 anni di attività i coniugi Vartanjan lavorarono principalmente contro la NATO e furono dei veri e propri specialisti dell’intelligence politico-militare. Grazie al loro lavoro più di 100 spie straniere sono state scoperte ed eliminate.1
Nel 1984 fu insignito segretamente del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. La notizia gli fu telegrafata con un messaggio in codice.
Nel 1986 i coniugi Vartanjan cessarono il loro lavoro e tornarono in Unione Sovietica per la meritata pensione. I due coniugi vissero sempre sotto falsa identità ed i loro nomi furono divulgati solo nel 2000.1
Gevork Andreevič Vartanjan morì il 10 gennaio 2012 all’ospedale Botkin di Mosca, è stato sepolto nel cimitero Troekurovskij di Mosca.1

Gohar Levonovna Vartanjan con il presidente Putin
Luca D’Agostini
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Fonti
(1) Вартанян
(2) Геворк Вартанян
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