Tra le storie di questi eroi, questo articolo contiene al suo interno la storia di due vite umane che meritano di essere conosciute. Mi riferisco alla vita di due ragazzi ventenni, che nonostante la giovanissima età erano già degli assi dell’aeronautica militare sovietica e formidabili piloti di bombardieri. E’ con molto onore e rispetto, che in questo articolo vi presento tra gli altri, le vite di Boris Vladimirovič Panin e Vladimir Dimitrijevič Strelkov.
Nikolaj Sergeevič Zaitsev – Nacque il 6 dicembre 1911 a Samara.
Nel 1929 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1932 si diplomò alla scuola dei piloti dell’aviazione militare.
Durante la guerra effettuò 111 missioni di bombardamento, infliggendo al nemico pesanti perdite umane ed al suo equipaggiamento militare.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, il tenente colonnello Nikolaj Sergeevič Zaitsev fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia della “Stella d’Oro”.
Dopo la guerra Zaitsev continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare sovietica.
Nel 1948 si diplomò ai corsi tattici di volo per ufficiali.
Nel 1958, con il grado di colonnello Zaitsev, fu congedato.
Visse a Leningrado, dove morì il 2 novembre 1971.1
Nikolaj Vasil’evic Mamaj – Nacque nel 1914 in Ucraina da una famiglia di operai.
Nel 1932 interruppe gli studi e si trasferì nel Donbass.
Nel 1933 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1934 fu inviato alla Scuola di Artiglieria di Odessa ma subito dopo fu trasferito alla Scuola di Volo per Navigatori.
Si distinse nelle battaglie del 1944 in Moldavia, quando nell’aprile di quell’anno, partecipò alla distruzione di due ponti sul fiume Prut, impedendo la ritirata delle truppe tedesche e facendo in modo così che venissero totalmente circondate dall’Armata Rossa.
Nell’aprile del 1945, durante un bombardamento in Polonia, l’aereo sul quale viaggiava fu abbattuto dalla contraerea tedesca e Mamaj morì.
Per Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, per il coraggio e l’eroismo mostrati nella lotta contro gli invasori fascisti e tedeschi, Mamaj ricevette postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.2
Gennadij Ivanovič Novikov – Nacque il 20 gennaio 1915 a Taiga.
Dopo gli studi iniziò a lavorare come assistente locomotivista delle ferrovie sovietiche. Nel frattempo frequentava anche un club di volo.
Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1940 si diplomò alla Scuola dei Piloti Militari di Novosibirsk.
Durante la guerra fu abbattuto tre volte, ma ogni volta riuscì a lanciarsi con il paracadute.
Il 15 giugno 1944, dopo essere stato abbattuto, si lanciò con il paracadute ma quando atterrò si ruppe una gamba e fu catturato dalle truppe rumene. Pochi mesi dopo, il 29 agosto 1944 riuscì a fuggire dal campo di prigionia e dopo qualche mese di fuga riuscì a tornare alla 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia.
Durante la guerra effettuò 97 missioni di bombardamento. preso parte a 17 battaglie aeree nelle quali abbatté personalmente 3 aerei nemici.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, il capitano Novikov ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia “Stella d’Oro”.
Nel 1946 fu congedato nella riserva. Visse e lavorò nella sua terra natale e successivamente si trasferì a Barnaul. Nel 1951 si laureò presso l’Istituto elettromeccanico di trasporto ferroviario di Tomsk. Morì il 6 gennaio 1993.
In onore di Novikov, al deposito delle locomotive della stazione di Barnaul è stato dato il suo nome.3
Boris Vladimirovič Panin – Nacque da una famiglia di operai a Nižnij Novgorod il 30 dicembre 1920.
Era appassionato di sport e sognava di diventare un pilota di aerei. Dopo gli studi iniziò a lavorare come meccanico in uno stabilimento industriale e nel frattempo si iscrisse ad un club aeronautico.
Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1941 si è diplomò alla scuola dei piloti militari .
Dall’ottobre del 1942 partecipò alla Grande Guerra Patriottica. Come pilota di bombardieri partecipò alle battaglie per rompere l’assedio di Leningrado ed alla battaglia di Kursk.
Il giovane Panin si dimostrò un pilota molto abile ed innovativo. Era un pilota eccezionalmente bravo nelle acrobazie e pur pilotando un aereo imponente come un bombardiere riusciva a fare del suo aereo anche un ottimo aereo da combattimento in volo. Inoltre era diventato famoso tra gli altri piloti di bombardieri per la sua iniziativa di raddoppiare il carico di bombe e pian piano questa sua iniziativa fu copiata da molti suoi colleghi.
Il 7 marzo 1943, durante il bombardamento di un gruppo di carri armati nemici, il contingente di aerei sovietici in volo fu sottoposto ad un pesante fuoco di artiglieria contraerea. Panin in modo molto rischioso, prese l’iniziativa di scendere in picchiata contro le postazioni nemiche e da solo distrusse le batterie di artiglieria contraerea tedesca, assicurando agli altri aerei di portare a termine incolumi la loro missione.
L’8 maggio 1943, adempiendo il compito di fotografare il centro di Char’kov, l’aereo di Panin fu attaccato dai caccia tedeschi per ben 11 volte. Ogni volta riuscì a fuggire al fuoco delle mitragliatrici e riuscì anche ad abbattere un caccia tedesco. Riuscì anche a portare a termine la propria missione, fotografando siti militari tedeschi.
Nell’agosto del 1943, Panin effettuò 57 missioni di bombardamento durante le quali abbatté 3 aerei nemici.
Il 4 agosto 1943, Panin partecipò alla liberazione di Belgorod ma purtroppo fu abbattuto e morì durante una delle missioni di bombardamento.
Per il coraggio e l’eroismo mostrati nelle battaglie contro gli invasori nazisti, con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 2 settembre 1943, il tenente Boris Vladimirovič Panin ricevette postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Per ordine del Ministro della Difesa dell’Unione Sovietica, il suo nome è per sempre negli elenchi delle guardie dell’aviazione.
Fu sepolto nel villaggio di Ilovka, nella regione di Belgorod, in una fossa comune con altri 109 soldati sovietici morti in battaglia.4
Ivan Dmitrievič Pashkov – Nacque da una famiglia di contadini il 5 dicembre 1921 in un villaggio nella regione di Kemerovo.
Dopo aver completato gli studi , si iscrisse ad una scuola di volo di Krasnojarsk.
Nel 1940 fu arruolato nell’Armata Rossa.
Il 15 gennaio 1943, fu abbattuto da un nemico da un caccia tedesco. Si lanciò con il paracadute quando ormai era troppo tardi e l’impatto al suolo fu molto violento. Pashkov riportò gravi ferite come lesioni del midollo spinale, un braccio e una gamba fratturati. Furono necessari 4 mesi di trattamento sanitario in ospedale.
Ritornato nelle linee della 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia, Pashkov riprese le sue missioni di bombardamento. Alla fine della guerra aveva effettuato 160 missioni di bombardamento, durante le quali fu impegnato in 15 battaglie aeree abbattendo personalmente 3 aerei tedeschi.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945 per l’esecuzione esemplare dei compiti di combattimento e del comando e per il coraggio e l’eroismo mostrato, il tenente Pashkov ricevette il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica con l’ Ordine di Lenin e la medaglia ” Stella d’Oro”.
Dopo la guerra continuò a prestare servizio nell’aeronautica militare sovietica. Si laureò all’Accademia Militare e dal 1959 fu congedato nella riserva.
Successivamente si laureto presso il dipartimento serale della Facoltà di Economia dell’Università Statale degli Urali. Lavorò come ingegnere-economista presso un’istituto di ricerca e sviluppo.
Morì il 21 novembre 1993. E’ sepolto ad Ekaterinburg.5
Aleksandr Ivanovič Pomazunov – Nacque in Ucraina il 25 agosto 1915 in un povera famiglia contadina.
Il padre morì quando Aleksandr aveva 2 anni. La madre si risposò di nuovo, si trasferì ed affidò suo figlio a suo fratello. Aleksandr quindi crebbe con lo zio.
Dopo essersi diplomato, lo zio lo aveva iscritto alla suola mineraria ma Pomazunov non voleva diventare un minatore. Così andò a studiare all’istituto pedagogico di Char’kov. Terminati gli studi, tornò nel villaggio dello zio ed iniziò a lavorare come maestro di educazione fisica.
Nell’ottobre del 1936 fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato alla Scuola di Aviazione Navale dove si diplomò nel dicembre 1937.
Durante la Grande Guerra Patriottica era un navigatore della 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia.
Il 13 luglio 1941, durante una missione di bombardamento, Pomazunov fu ferito ad un braccio e ad una gamba. Il mitragliere invece morì sul colpo. Mentre il pilota conduceva l’aereo alla propria base, Pomazunov nonostante fosse ferito prese il posto del mitragliere deceduto ed ingaggiò un combattimento aereo con un caccia tedesco. Il navigatore Pomazunov fu così abile che riuscì ad abbattere il caccia tedesco Messerschmitt Bf.109. Ma non finì qui. Durante la battaglia aerea con il caccia tedesco l’aereo sul quale viaggiava Pomazunov fu colpito ed anche il pilota sovietico fu ferito gravemente tanto che dopo pochi minuti morì. A questo punto il navigatore Pomazunov, prese i comandi dell’aereo e lo pilotò in direzione della propria base. Nel tragitto però l’aereo colpito e danneggiato prese fuoco, così i due membri dell’equipaggio sopravvissuti, Pomazunov e l’operatore radio si lanciarono con il paracadute e furono soccorsi dai soldati dell’Armata Rossa. Pomazunov, che era stato ferito precedentemente ed aveva perso molto sangue, una volta atterrato con il paracadute perse i sensi e svenne. Fu immediatamente portato in un ospedale da campo e poi in uno delle retrovie dove fu sottoposto alle cure sanitarie fino a settembre del 1941.
Tornato sul fronte, sempre con la mansione di navigatore, partecipò alla battaglia di Mosca, alla battaglia di Stalingrado, alla battaglia di Kursk ed alle battaglie per la liberazione dell’Ucraina e della Cecoslovacchia e della città di Cracovia, in Polonia.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica, per l’esemplare esecuzione dei compiti di comando sul fronte della lotta contro gli invasori tedeschi e il valore e il coraggio dimostrati, il maggiore Pomazunov ricevette il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Dopo la fine della guerra, Pomazunov continuò a prestare servizio nell’aviazione militare sovietica fino al 1946. Dopodiché fu congedato nella riserva. Continuò però a lavorare nell’aviazione occupandosi dei test effettuati dalle flotte aeree civili. Per il suo contributo nel testare nuovi velivoli da trasporto, fu insignito dell’Ordine della Bandiera Rossa del Lavoro.
Dopo il pensionamento si trasferì a vivere a Kiev, in Ucraina, dove morì il 12 maggio 1991.6
Titov Grigor’evič Senkov – Nacque in un villaggio della Bielorussia il 2 aprile 1917, da una famiglia di contadini.
Nel 1937 si diplomò ad una scuola zootecnica.
Dopo essere stato arruolato nell’Armata Rossa, fu inviato alla scuola dei navigatori dell’aviazione militare, dove si diplomò nel 1940.
Ha combattuto nella battaglia di Stalingrado e nelle battaglie per la liberazione dell’Ucraina.
Da 1943 aderì al Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS).
Entro giugno del 1944, in qualità di navigatore, partecipò a 123 missioni di bombardamento.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 26 ottobre 1944, il capitano Titov Grigor’evič Senkov fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e della medaglia “Stella d’Oro”.
Dopo la fine della guerra, Senkov continuò a prestare servizio nell’aviazione militare sovietica. Fu congedato nel 1961 e visse ad Odessa, in Ucraina, dove morì il 22 febbraio 1985.7
Fëdor Petrovič Serbin – Nacque in un villaggio in Ucraina il 13 luglio 1919.
Dopo gli studi in zootecnica, lavorò come specialista del bestiame in una fattoria.
Nel 1939 fu arruolato nell’Armata Rossa. Nel 1940 si diplomò alla Scuola dei Piloti dell’Aviazione Militare di Char’kov, ma non si specializzò come pilota, bensì come navigatore.
Durante la guerra partecipò a 186 missioni di bombardamento.
Con il Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, il tenente Fëdor Petrovič Serbin fu insignito del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica, dell’Ordine di Lenin e della medaglia “Stella d’Oro”.
Dopo la fine della guerra, Serbin continuò a prestare servizio nell’aviazione militare sovietica. Nel 1953 si laureò all’Accademia Militare Politica. Fu congedato nel 1961 e visse a Kiev, dove morì il 3 aprile 1999.8
Vladimir Dimitrijevič Strelkov – Nacque a Kineshma il 22 gennaio 1922, da una famiglia di operai.
Nel 1940 si diplomò al liceo e contemporaneamente frequentava un aero-club. Nello stesso anno fu arruolato nell’Armata Rossa ed inviato ad una scuola di aviazione militare, dove si diplomò come pilota nel 1941.
Purché estremamente giovane, aveva 20 anni e già pilotava aerei da bombardamento, mostrando sin da subito enorme coraggio ed elevata abilità tecnica.
Fu abbattuto da un caccia tedesco vicino alla città di Rzhev, ma riuscì ad effettuare un inaspettato atterraggio di emergenza. Riportò alcune ferite, ma dopo 10 giorni di cure in ospedale era già di nuovo in volo a pilotare il suo aereo da bombardamento.
Fu subito coinvolto in un nuovo combattimento aereo. Mentre viaggiava diretto alla destinazione dove effettuare il bombardamento, il suo aereo fu raggiunto e circondato da 3 caccia tedeschi. Strelkov, con abili manovre in volo, riuscì ad evitare che il suo aereo fosse colpito e mise il suo mitragliere nella condizione di abbattere due caccia tedeschi Messerschmitt Bf.109. Il terzo caccia tedesco, impaurito dall’abilità di Strelkov si dileguò immediatamente.
Missione dopo missione, l’abilità del giovanissimo Strelkov diveniva sempre più nota. Divenne uno dei migliori piloti sovietici. Gli fu affidato un incarico molto difficile da compiere: effettuare missioni di bombardamento volando in condizioni meteorologiche avverse e che impedivano agli altri piloti di volare. I giornali dell’epoca che descrivevano le operazioni di combattimento in prima linea, riportavano costantemente articoli che descrivevano il coraggio e l’abilità di questo pilota ventenne.
Il 20 novembre 1943, durante una missione di bombardamento, l’aereo di Strelkov fu colpito da un da un proiettile dell’artiglieria antiaerea nemica, e il pilota fu ferito al petto, alla schiena, al braccio sinistro e alla gamba. Nonostante tutte queste ferite e l’aereo danneggiato, Strelkov continuò la sua missione portando a termine con successo il bombardamento. Nel frattempo mentre continuava a perdere sangue ed a lamentarsi per il dolore, sulla via di ritorno fu intercettato da un caccia tedesco, ma anche in questo caso con le sue abili manovre consentì al suo mitragliere di abbattere l’aereo nemico. Nonostante l’aereo mostrasse anche principi di incendio e le sue condizioni di salute fossero divenute molto critiche, riuscì inspiegabilmente a condurre il suo aereo alla propria base effettuando un normale atterraggio. Appena atterrato perse i sensi e si accasciò abbracciando le le leve di comando dell’aereo.
Fu immediatamente condotto in ospedale dove dovette ricorrere alle cure mediche per 6 mesi. I medici sovietici riuscirono a salvargli la vita ma purtroppo le sue condizioni fisiche e di salute restarono critiche e ne compromisero la futura attività. La gamba sinistra ed il piede sinistro di Strelkov rimasero immobili ed inattivi. Dopo 6 mesi di cure fu dimesso dall’ospedale e la commissione medica lo dichiarò inadatto al servizio militare.
Ma Strelkov era un ragazzo di acciaio con una volontà ed una determinazione fuori dal comune. Nonostante il parere medico della commissione, si recò al comando della 1° Divisione Aerea di Bombardieri della Guardia, chiedendo di essere impiegato in un ruolo che non prevedesse il volo e l’attività militare in prima linea. I vertici della divisione accettarono la richiesta di Strelkov e lo impiegarono in mansioni d’ufficio molto semplici da svolgere. Strelkov però approfittò di questa opportunità per dimostrare che sapesse pilotare l’aereo anche utilizzando una gamba sola. Con il permesso del suo comandante si sottopose ad un intenso allenamento specifico ed ottenne di nuovo il posto da pilota di un aereo da bombardamento, pilotandolo con l’utilizzo di una sola gamba.
Continuò così ad effettuare le sue missioni di bombardamento in Polonia ed in Germania. Fu tra i primi piloti a sganciare bombe su Berlino.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, per l’esemplare esecuzione dei compiti di comando e il coraggio e l’eroismo mostrati nelle battaglie contro gli invasori nazisti della guardia, il tenente Vladimir Dimitrijevič Strelkov ricevette il titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia “Stella d’Oro”.
Alla fine della guerra, Strelkov essendo un disabile fu congedato dal servizio militare. Visse e lavorò a Kineshma. Successivamente si trasferì a Kadievka, una piccola cittadina sita nell’attuale Repubblica Popolare di Lugansk, nel Donbass. Con il passare degli anni la sua capacità di deambulare peggiorò sempre più. Morì tragicamente il 6 novembre 1950, quando scivolando su una lastra di ghiaccio, cadde sui binari e fu investito da un tram in transito in quel momento.9
Pëtr Prokof’evič Černish – Nacque il 20 aprile 1919 in un villaggio nei pressi di Donetsk, nel Donbass.
Sin da giovane lavorava in fabbrica come fresatore ed al contempo frequentava un club di volo.
Nel 1938 fu arruolato nell’Armata Rossa e nel 1941 si diplomò alla scuola dei piloti militari.
Durante la guerra si distinse per le missioni di bombardamento effettuate nel corso delle operazioni per la liberazione dell’Ucraina. Effettuò in totale 172 missioni di bombardamento, causando ai tedeschi ingenti perdite di vite umane e distruggendo un elevato numero di installazioni militari nemiche.
Con Decreto del Presidium del Soviet Supremo dell’Unione Sovietica del 27 giugno 1945, per l’abile esecuzione delle missioni di bombardamento contro il nemico, Pëtr Prokof’evič Černish fu insignito del titolo Eroe dell’Unione Sovietica con il premio dell’Ordine di Lenin e la medaglia “Stella d’Oro”.
Dopo la fine della guerra, Černish continuò a prestare servizio nell’aviazione militare sovietica. Fu congedato nel 1975 e visse a Volgograd, dove morì il 15 maggio 1979.10
Luca D’Agostini
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Fonti
(6) Александр Иванович Помазунов
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